Ancora su ponti muri e marce. Vivo in un paese di mare, e tra un mese ci sono le elezioni: il lungomare è una passerella di clandestini che vendono di tutto, notoriamente per conto della camorra. Nessuno si azzarda a dire una parola, non il sindaco uscente, che niente vede e niente fa, non lo sfidante, un tipo tutto legge e ordine, ma fino a un certo punto, gli stessi leghisti, che qui dovrebbero essere tre o quattro, per non passare per razzisti non fiatano e i vigili non passano e, se passano, salutano. Che bella integrazione: ho visto qualche (eterna) candidata, di destra, contrattare: no, cinquanta euro per 'sta borsa sono troppi, è una imitazione, te ne do venti, e l'altro che le rideva in faccia: del vucumprà storico non hanno più niente, li ho osservati e ho notato, con sollievo, che nessuno di questi venditori fuorilegge è patito, scavato o ha l'aspetto sofferente, mani curatissime, telefoni alla moda, non hanno neppure lo scrupolo di farsi vedere un po' di