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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

ADRIAN, I PERCHE' DI UN FLOP

ADRIAN, I PERCHE' DI UN FLOP

TEMPESTE IN ME

Non so se potete capire di cosa sto parlando, perché messa così sa un po' di delirio esoterico, ma il fatto è che io avverto vibrazioni. Le percepisco, le ricevo come un'antenna e le rielaboro in informazioni che mi riguardano, anzi mi colpiscono. Sto dicendo che mi accorgo quando qualcuno, a distanza, pensa di me e riesco anche a cogliere la disposizione d'animo, cioè in che modo mi pensa, e persino se quella disposizione è mutata. Accade nei rapporti personali e in quelli di lavoro, accade quando qualcuno mi si riaffaccia alla memoria dopo una assenza sconfinata e ormai so che è questione di tempo, di ore, e tornerà a mandarmi un segnale. Prima me ne stupivo, adesso aspetto fiducioso. Non mi inganno mai. Certi miei mutamenti del morale, dipendono soprattutto da questo: ecco, quella persona, quel contesto non è più ben disposto verso di me. Oppure: ecco, la situazione si è sbloccata, mi sento più leggero, quel qualcuno ha allentato la presa, finalmente mi considera i

UN MEDICO, UN AMICO

Il Resto del Carlino

LA GIOVENTU' (NON) BRUCIATA DI MAHMOOD

LA GIOVENTU' (NON) BRUCIATA DI MAHMOOD

CELLULARI ALLA GUIDA, GIRO DI VITE SPANATA

CELLULARI ALLA GUIDA, GIRO DI VITE SPANATA

CHI HA LA MEMORIA CORTA

ItaliaOggi

QUELLE BARBIE AMBIENTALISTE

QUELLE BARBIE AMBIENTALISTE

OGNI CELLULA

Dove mi sono tagliato con una foglia Sopra le sopracciglia (Mentre ti davo un bacio o mi davi un bacio) C'è una cicatrice e resterà Vindice del mio cedimento Alla follia d'un incanto: il tuo presente Senza spiragli non è casa mia Troppo puro lo sbaglio Dove mi taglio le mani con un vetro Grondo l'alibi di restare indietro A cercarti dove non sono stato Non so nemmeno chi sei, non ti ho mai visto Eppure io conosco quel tuo volto Ogni cellula m'appartiene mentre Tutto si arrende dentro me Lapidato di pietre di fiume Ho combattuto. Ci ho messo coraggio La dignità d'animale impagliato Sceglierò un tatuaggio per coprire La vergogna dell'abbaglio muto Che nessuno saprà. Disperdi il suono Di me che m'abbandono nell'imbuto Della rassegnazione di chi sogna

ERRORI DA NON FARE PER NON FARE COME ME

Decalogo per la felicità possibile, cioè molto scarsa ma meglio di niente. Non sposatevi. Non ne vale la pena Se proprio dovete sposarvi, casa grande, così evitate di starvi sempre addosso come terzini. Ogni tanto, tradite e fatevi tradire. Sempre no, ogni tanto sì: è natura, è saggezza e poi serve a ritrovare armonia residua, per potersi con dolcezza perdonare come diceva il poeta; altrimenti si vive di rancore, come il rapper di scorta di Silvestri. Non riducetevi a fare i badanti dei vostri genitori: appena perdono colpi: ospizio, casa di riposo, quel cazzo che volete ma non provatevi voi, perché non reggerete e non ne vale la pena: non è egoismo, è senso di responsabilità, voi dovete voi stessi a voi stessi e al contesto in cui agite: se girate come zombi, mangiati vivi dai vostri vecchi, non servite né a loro né a voi né a nessuno. Mettete sempre voi stessi prima di tutto e al centro di tutto: non c'è altra soluzione, consumarsi per gli altri è demenziale, ne

MADRIGALE

Potrei guardarti un milione di volte E un milione non basterebbe ancora Potrei cercarti quando viene sera E la luce confonde la figura Che di te conservo, il tuo profumo Madrigale d'aria di dolcezza Volo d'ali d'oro che si spezza Alla nuda consapevolezza Che sei stella viva nel rimpianto D'un momento sconfinato e vuoto Muto cuore quando viene sera E mi stringe lo sgomento e piange Ogni fibra di me e s'infrange l'ombra D'un richiamo che muore lontano Potrei sentirlo anche adesso se solo Se solo lo volessi ma rimango Nell'assente presenza di te E dopo è tutto il resto che mi manca Non si compera all'emporio dei sogni E sognare non coagula realtà Potrei vederti in un milione d'angoli Porta aperta su un baratro immenso Vertiginosa perdita di senso Da una notte all'altra, alba su alba Potrei vederti un milione di volte Ma non è questa la tragedia, il grave E' che non posso non vederti ovunque Mi divori d'amore

SAN VALENTINO AL TEMPO DELLA TRAP

SAN VALENTINO AL TEMPO DELLA TRAP

CORIANDOLI

Tutta questa gente soddisfatta delle proprie imprese, nefandezze, vergogne che non prova. Che si complimenta, si congratula a vicenda. Quel sorriso antiproiettile, quel modo di esistere. Li invidio, davvero, mi entrano nel cervello come frecce: io soddisfatto di me non lo sono mai stato, a 54 anni suonati ancora cerco un motivo e non lo trovo, cerco di capire chi sono e non mi trovo. Soddisfatto di che? Cosa lascio io, cosa ho composto perché si disperda al vento? Per chi sono stato io? Perché? Troppi anni, una vita a logorarmi cercando di capire. E uscire fuori con il sorriso anch'io, di cristallo però, che va in pezzi al primo sarcasmo, a una parola, perché questa malattia che chiamano sensibilità, è una camicia di forza dell'anima: l'ho sempre avuta nel sangue, non se ne va, invecchiando peggiora. Io capisco ma non mi faccio capire. Vedo tutto, ma sono invisibile. E sono stufo di fingere, di farmi coraggio, di andare a letto e di alzarmi al mattino. Stufo di essere

URLAMI

Urla vita  adesso , urlami ancora La furia di un bimbo che gattona Per il mondo ed è solo l'incanto Vano di chi il guscio sta rompendo Urla vita di un amore in fasce Che non ha futuro eppure cresce Fino al punto che il suo fiore muore Affogato d'acqua di dolore Ma urla vita, urla tutto il bene Tutto il male che t'impregna e segna La speranza di lame di te Urlami il silenzio nella stanza Gravida d'una presenza andata Dell'addio d'una promessa vuota Dell'oblio d'un sasso nella strada Urlami l'amplesso dei sorrisi Di chi finalmente si rispecchia E del vento antico che ombre invecchia Testimoni del nostro impotere Urlami d'un cuore in fondo al mare Di due occhi che piangono vetri  Calpestati al suono dei suoi passi Stilettati sopra i sogni miei Urlami dell'onda che travolge La città che si ricostruirà Della falce che pulisce il campo Della selce che racconta il tempo Urlami l'assolo di chitarra La gloria di un g

MEMORIE DI UN GIORNALISTA CAROGNA DI RITORNO DA SANREMO

MEMORIE DI UN GIORNALISTA CAROGNA DI RITORNO DA SANREMO

LE PAGELLE DELLA FINALE DI SANREMO 2019

LE PAGELLE DELLA FINALE DI SANREMO 2019

SANREMO E L'IPOCRISIA DI BAGLIONI SUI GIOVANI

SANREMO E L'IPOCRISIA DI BAGLIONI SUI GIOVANI

LE PAGELLE DELLA QUARTA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2019

LE PAGELLE DELLA QUARTA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2019

SANREMO 2019 E L'OSSESSIONE DELLO SHARE

SANREMO 2019 E L'OSSESSIONE DELLO SHARE

LE PAGELLE DELLA TERZA SERATA DI SANREMO 2019

LE PAGELLE DELLA TERZA SERATA DI SANREMO 2019

QUEI GIOVANI ESCLUSI DAL SISTEMA SANREMO

QUEI GIOVANI ESCLUSI DAL SISTEMA SANREMO

LE PAGELLE DELLA SECONDA SERATA DI SANREMO 2019

LE PAGELLE DELLA SECONDA SERATA DI SANREMO 2019

LA NOTTE DI SANREMO E LE CONTRADDIZIONI DEL FESTIVAL

LA NOTTE DI SANREMO E LE CONTRADDIZIONI DEL FESTIVAL

LE PAGELLE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO 2019

LE PAGELLE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO 2019

VIGILIA DI TENSIONE A SANREMO

VIGILIA DI TENSIONE A SANREMO

BREVE STORIA DELLE CANZONI POLITICIZZATE DI SANREMO

BREVE STORIA DELLE CANZONI POLITICIZZATE DI SANREMO

SANREMO E I SOLITI CONFLITTI DI INTERESSE

SANREMO E I SOLITI CONFLITTI DI INTERESSE

MA QUESTI GIUDICI, CHE FANNO?

ItaliaOggi

REHAB

Adesso posso confessarlo: sono stato due settimane in rehab. Che rehab? Da social. Una sera guardavo un telefilm, e c'era la gente al suo peggio, pronta a ribaltarsi dall'osanna al crucifige di un povero cristo: non c'è come una storia di fantasia, quando è fatta bene, per inchiodarci alla realtà, e quella gente, che si agitava in una città americana, fomentata da un programma televisivo americanissimo, era “la gente”: era eterna, icastica, era la gente di sempre e di ovunque. E allora mi si è accesa la lampadina: ma perché io, che la gente non la sopporto, debbo perderci tempo con i miei commenti compulsivi su twitter, su facebook? A chi interessa, sapere come la penso, e soprattutto cosa interessa a me di far sapere alla gente imbecille, pronta a esaltare e subito a scannare, cosa penso? Mi sono osservato dall'esterno e ho provato disagio. Nausea di me se stesso, compatimento, imbarazzo: è bastato, e mi sono staccato da tutto. Nei successivi quindici giorni non