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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

QUASI BLU (CHET BAKER)

Perché la suona un angelo dimesso QUASI BLU (CHET BAKER) Tu sei il mostro bambino senza età La spugna di tristezza quasi blu La nostra compagnia di gente sola Filo di suono che si stende e evade Dalla gabbia della prigione, su Per varchi nella nebbia parigina D'arabeschi, su fino alla luna La mattina più livida e truce Sei la notte spesa a lavorare Senza posa, a piangere e fumare Dentro la luce nera di candele Mare grigio di spuma che si sfascia In vapori di schiuma sullo scoglio Lascia sospiri che nessuno coglie L'occasione avuta tardi, morta Nella tempesta quieta dei rimpianti Sei la rassegnazione senza sconti Nuda festa per noi che abbiamo in serbo Laghi di gocce ferme, commozioni Pazze, pozzanghere di lacrime Un dolore ruvido e straziato A cascate. Tu sei l'infinito Tuono d'un sussurro, il buffo lusso Di dirlo in un soffio: mi fai schifo Mondo ma ti amo, amore e ti amo Tetra solitudine bendata Dall'um

RIVOLUZIONE CERCASI

RIVOLUZIONE CERCASI Mi trovo personalmente in seria difficoltà. Vedo in modo molto chiaro, forse più di altri, forse da più tempo di altri, che siamo finiti dalla gestione di un porco a quella di un frigido, il che è anche peggio. Capisco che Monti ci sta distruggendo, se per sua deficienza personale o per mandato di qualche centrale internazionale cambia poco, e intuisco che non si fermerà. È anche bugiardo: “Niente manovre aggiuntive”, e intanto ogni giorno dieci tributi, prelievi, balzelli al limite del ridicolo o dell'offensivo. Qualcosa che sta fuori dalla logica, dalla realtà e perfino dalla follia. Un prete in Lombardia ha assolto preventivamente i parrocchiani dal peccato di evasione fiscale: “Se pagate tutte queste tasse non vivete più, non potete farcela”. Non ci si può fidare, ha aggiunto, di uno che impone una Imu punitiva ma, venendo dal mondo bancario, esenta le banche. Non si può neppure sopportare, aggiungiamo, uno che tutti i mesi aumenta le bollette dell&

UN MOMENTO

L'immensità che ti senti nel cuore UN MOMENTO Stella di un incontro, di un momento L'universo hai dentro oppure un sasso? Nell'inseguimento di te stesso Già fanciullo nuoti immerso. Merita Quello che sei stato fino adesso Quello che diventerai e non sai Se un ribelle, un assassino o un santo Merita quello schiaffo del vento Sulla faccia, fermo sulla spiaggia D'inverno e il tuffo del cuore Quando trovi un fiore nell'asfalto Il salto mortale della vita Coi suoi imbarchi uguali e sempre nuovi Meritati varchi per fuggire Dalla noia, da un cretino o un vizio Merita lo strazio di un addio E la gioia di un mattino in due Verso il sole a cancellare il male La forza che serve a non mollare Una garza al posto di un collare La paura che ti rende ostaggio Di un'amara scusa e neghi il peggio Merita ogni lacrima versata Che sia vera, che sgorghi dall'anima Merita ancora un'altra ferita La dignità nella disp

NOI

Rigorosamente fuori bersaglio NOI Sempre di più ci incontriamo. Siamo noi, siamo i cattivi pensieri, quelli nati male per vivere male, quelli che si cercano a vicenda, si trovano, si affidano. Siamo noi, ci disperiamo l'un l'altro senza guarirci, abbiamo paura di quelli che siamo e che non siamo stati. Siamo quelli che guardano gli altri passare e non capiscono come possano reggere al gioco della vita, come possano godersela, e per un attimo li invidiano ma poi inorridiscono perché ad essere come loro non saremmo noi, evirati del peggio che poi coincide col meglio: vedere le vibrazioni del dolore, ascoltare un filo d'erba crescere. Siamo noi, alcuni stanno male davvero, altri si sentono in dovere di sentircisi, ma nessuna terapia, nessuna psicanalisi, nessuna medicina può fare granché perché noi siamo avvolti da una camicia di forza che ci avvolge, quella dei nostri sensi, i nostri sensi di bambini sbagliati, ce la portiamo addosso, ci soffoca, ci stritola e lo fa
Oggi ho mangiato dalla Mater Terribilis e, visto che per sbaglio c'era il sole, dopo pranzo mi son fatto due passi digestivi per il viale Roma, il mio preferito con le due file di tigli finalmente rivestiti di tutte quelle foglie vive, verdi, accese, i rami carichi che si protendevano da una fila all'altra a formare una strepitosa tettoia d'ossigeno, il cielo azzurro che filtrava. “Mio Dio” mi son detto “adesso Monti ci tassa pure queste”.

ANNI DI CAZZEGGIO

Walter Tobagi ANNI DI CAZZEGGIO Vorrei capire. Walter Tobagi era un giornalista in gamba, che sarebbe cresciuto ancora, coraggioso, un rigorista che cadde a 33 anni per mano di alcuni ragazzini vigliacchi, figli di borghesi che giocavano a fare i rivoluzionari. Lasciò una moglie e due figli molto piccoli, Luca e la minore Benedetta, che, una volta cresciuta, ha fatto, come praticamente tutti i figli di vittime del terrorismo, un libro in cui lo ricordava e lo rimpiangeva. Siccome in questo tempo liquido i risarcimenti della società sono un po' strampalati e un po' ipocriti, l'hanno subito fatta abile e arruolata nel meraviglioso mondo dell'informazione, che oggi si chiama comunicazione ed è una faccenda del tutto diversa (e un po' sconcia). La ragazza non è che poi brillasse, a parte i continui “sei forte papà, mi manchi papà”. Ma è figlia di un cognome, come moltissimi altri, e basta quello. Non conta neppure se dalla parte del carnefice o della vittima,

COME MIELE SUL PANE

Torno alla compagnia dei giorni muti COME MIELE SUL PANE Questo è l'ultimo gesto. Che donarsi Ad ogni costo costa. In tutti i sensi. Riarsi Gli scompensi decanto Nel discanto Del rispetto immenso che t'ho offerto Mutando più pelli del serpente T'ho morso a morte. Svegliato. Costretto A pentirti. Tradito mai. Ma stanco Sono d'essere stanco di provarci Ridere. Sorridere ugualmente Nonostante... Stanco delle brezze controvento Sacrificando la mia tenerezza Lasciandomi fraintendere ad oltranza Stanco del tuo sgomento, del mio spento Soffrirmi. Stanco di finzioni Torno alla compagnia dei giorni muti Agl'imbuti della rassegnazione L'ultimo gesto. Che non c'è più gusto Se insisto stupido a saltare il pasto Dura un mattino, estate a san Martino L'avventura Chiudo il cuore, asciugo le parole E mi perdonerai le scorribande Arruffate, furibonde d'onde Di colore contro ogni grigiore Contorsioni a

PERSON OF INTEREST

PERSON OF INTEREST Se ne parla, abbondiamone dunque noi pure. Sull'onda del rigurgito partitico, Grillo sta costruendo una comoda e inaspettata fortuna. Comoda perché, lui stesso lo ammette, non deve fare niente, fanno tutto “quegli altri”, ormai fuori controllo (ma il concetto tradisce pure una desolante carenza prospettica, Sartori ha ragione nel definirlo liquido: dopo di lui il diluvio). Inaspettata perché, fino a poche settimane fa, Grillo pareva destinato ad un mesto oblio, risucchiato da defezioni, polemiche interne, mancanza di struttura democratica e anche dalla scoperta di qualche altarino. Il movimento cinque stelle, nome da resort, non esiste letteralmente, è volatile (o liquido) quanto la vecchia Forza Italia e, in modo speculare, si esaurisce nella figura carismatica del boss, l'ex comico che si erge su basi bambinesche, costruite sui vaffanculo, sui riprendiamo il mitra, sugli sbirri di merda beato chi vi fa fuori, su alcune scivolate razziste che ecci

NEL CORTILE

NEL CORTILE Forse non potranno questi versi Abbracciare il tempo che contiene Favole vere ma trascorse, vane Strane. Un bagliore piega La curva ondulata dei misteri Che ho dentro, turba la mia vita E all'anima regala una ruga La tua fuga è finita, eccoti ancora Qui, la mia bambina d'oro Che baciavo solo col pensiero Sento il nostro coro a primavera Amore che sbocciava e non fioriva Nel cortile, le nostre parole Per dipingere il futuro di sole Sai che mi sentivo re del mare E del cielo e del vento con te accanto Bambina mia grande più del mondo Più di tutto, più dello spavento Che provo se ascolto e mi prometti “Da qui io non mi muovo, ci scommetti? E staremo sempre così: perfetti” Ma la vita è un uovo che si spacca E ne scappa un fato non deciso Un vestito che ti resta appeso E che presto sarà inutile scusa Nel cortile io sono tornato A cercarci ma ho trovato il vuoto E silenzio di vetro dal passato D'una danza

MISTERI DOLOROSI - estratto 6

MISTERI DOLOROSI - estratto 6  Per informazioni e per acquistarlo in download sul sito di Smashwords CLICCARE QUI Il volume è offerto in una serie di formati diversi in funzione del supporto utilizzato. Per leggerlo su pc, scaricarlo in formato .pdf. La pagina di download (al link qui sopra) offre comunque tutte le indicazioni. Per seguire la cronistoria ed altri estratti di Misteri Dolorosi cliccare sulla pagina "Libri" sotto l'intestazione del blog Ha suscitato un certo fastidio (nel caso migliore) la recente uscita di Erri de Luca, ex capo del servizio d'ordine di Lotta Continua, a proposito degli anni di piombo, che a suo dire "S aranno stati di piombo per gli idraulici, perché ancora non c' era il Pvc". Forse per lui. Per molti invece di piombo furono, e di piombo rimasero, fino alla fine dei loro giorni. Propongo di seguito un estratto dal volume "Misteri Dolorosi", in cui si riepiloga la tragica vicenda di u

NORA JONES, CUORI INFRANTI E PALLE PIENE

E' lei o non è lei? NORA JONES, CUORI INFRANTI E PALLE PIENE Posso dire una cosa? A me, 'sta Norah Jones mi eccita come un pesce secco. Ha fatto un disco sulla fine di una sua storia, cosa che sicuramente ha un peso epocale nel tracollo dell'umanità. Lo considero un passo avanti: una volta si guardava al proprio ombelico, adesso un po' più giù. Ma se qualcuno mi spiega perchè mai dovrei struggermi all'ascolto della giovane Norah, considerato che non fa altro che evocare modelli di gran lunga superiori, gliene sarò grato. Non diremo che la ragazza canti male, per la carità, poi è figlia di cotanto padre ecc. ecc. Io mi permetto solo di dire che è un pesce secco, un'artista frigida, anche se hanno cercato di liftarla tutta sexy in copertina (poi uno la vede dal vivo, e s'ammoscia). Sono quei dischi perfettini, pulitini, che come ascolti i primi tre secondi sai già come andranno a finire. E poco può fare il manipolatore di moda come Danger Mouse. Se u

MONTI IN CHINA

"Vai avanti, cletino" MONTI IN CHINA Volendo seguire i consigli dei giornali, che mai come adesso mi appaiono rigurgitanti di imbecilli, qualcuno pure col mento oversize, ho provato a cambiare da solo la pila dell'orologio, che è una bella dimostrazione di fiducia nel futuro. Armato di: set giravitini di precisione made in China, pila made in China, e sconfinata buona volontà made in me stesso, mi sono lanciato. L'ottimismo disperato si è subito capovolto in raffiche di bestemmie da far cascare i lampadari. I giravitini mi si sbriciolavano in mano e comunque non riuscivano a bloccare la scanalatura, le vitine si spanavano, una tortura cinese. Quando, dopo tremila madonne, ce l'ho fatta, ero un uomo finito. Ho cambiato la pila, ho richiuso, sempre imprecando come Capaneo perché oramai le viti erano andate, e le mie dita parevano chele di granchio, e ho aggiornato l'ora. Già che c'ero, ho dato una pulitina sul tavolo con una spugnetta cinese appena

IL FARO N. 16 - ANTEPRIMA

IL FARO N. 16 - ANTEPRIMA ANKARA DI SALVEZZA Sarà un caso, ma dopo averci sperato tanto, coccolata, illusa, vezzeggiata, la Turchia non ha più tanta voglia di Europa. Ne dà notizia il corrispondente del Corriere, Antonio Ferrari, il quale nota il periodo di espansione di Ankara e del resto del Paese, grazie ad un complesso programma di lavori pubblici, di rilancio interno...  BOSSI GENIO INGENUO? MA CHI CI CREDE Grazie alla libera informazione che non nasconde niente, sempre con un attimo di ritardo, adesso sappiamo tutto delle lussuose miserie della Lega, dei fondi neri di Finmeccanica convogliati nelle casse del partito e di lì a quelle dei Bossi che le usavano per “un po' di ville”, come dice una ninfetta del Trota... INVECE Uno sconosciuto alla ribalta. Gabriele Cimadoro, deputato Idv e cognato di Antonio Di Pietro, ospite a La Zanzara su Radio 24, si lascia andare al suo quarto d'ora di celebrità e ne ha per tutti. A cominciare dai compagni di pa

IL GORILLA DI MARASSI? E' PADRONE IN CASA SUA

IL GORILLA DI MARASSI? E' PADRONE IN CASA SUA Un Paese normale, anche civile, al gorilla che allo stadio di Marassi imponeva ai giocatori di togliersi la maglia riserverebbe il tipico trattamento che la polizia sa fare, ma che purtroppo dedica agli agnelli sacrificali come Stefano Cucchi. Dopodiché, se il gorilla, che è molto grosso, sopravvive, buon per lui. Altrimenti lo piangeremo. Ma non siamo un Paese, neppure anormale, e il gorilla il pericolo più grosso che corre è di finire in televisione e scrivere, o meglio firmare, un libro. Non prendiamoci in giro, su! Quelli come Abete hanno rotto i coglioni e dai suddetti dovrebbero togliersi o toglierli a scarpate. Lo sappiamo tutti che questi cosiddetti ultras sono la cerniera tra i tanti lati oscuri del pallone, sono i bravacci che s'incaricano del lavoro sporco, sono i piccoli ma pericolosi mafiosi che scortano e insieme ricattano presidenti e atleti. Non mancano mai, hanno i posti migliori, viaggiano sui pullman e gli

ANDREA FRANCHI – LEI O CONTRO DI LEI

ANDREA FRANCHI – LEI O CONTRO DI LEI Se cercate un disco fatto bene, l'avete trovato. Andrea Franchi ha la faccia del Pinocchietto toscano, che non sai mai se è trasognato o se ti sfotte. Certo quando si mette a far musica, diventa di una lucidità incatalogabile, lui è di quelli che amano dipanare un tema, svolgerlo, farlo rotolare come un gomitolo per poi riacchiapparlo alla fine. Un talento naturale per la melodia inafferrabile, con sotto scansioni amoniche di accordi non convenzionali. Qui, nel suo primo album da solo, che poi è pieno di ottimi musicisti, manco a dirlo racchiusi in uno stralunato “Collettivo Pupazi”, cui s'affiancano anche alcuni compagni di strada, come Guglielmo Ridolfo Gagliano, con lui nel gruppo di Paolo Benvegnù, Andrea si accredita di tutto tranne che la batteria (eppure...). Come a concedersi spazi diversi. E il disco è una fioritura di idee, di temi, di soluzioni, ora scarne ora aspre, qui ricchissime là ostentatamente basilari (non lasciate

DOVERI NATURALI

DOVERI NATURALI L'uomo si vuole sia un animale sociale e l'italiano è un animale asociale di sicuro, portato al familismo amorale, al fatalismo ora ripiegato ora aggressivo. Se non gli va di fare qualcosa, l'aggira. Se non può aggirarla vi si sottomette covando odio e vendetta. Ma in nessun caso si sente dentro l'istinto alla cooperazione, alla comune convivenza e non gli serve professarsi di sinistra, solidale, ecologista, quelle sono solo maschere di coscienza. La prendo alla larga per dire che siamo un popolo nucleare e violento, però portato a sottomettersi a un padrone, in attesa di ribaltarlo (per subito cercarsene un altro). Ci fu un dittatore che l'aveva capito: “Come si può non opprimere un popolo di servi?”. Adesso la nostra servitù si chiama Monti e non perché sia stato inastato senza investitura popolare, neanche i partiti ce l'hanno l'investitura popolare e sono stati loro a metterlo dove sta lasciandogli in mano tutti i cerini accesi. L

POST SCRIPTUM

Prodotti tipici POST SCRIPTUM Breve aggiornamento al post precedente, suggeritomi da chi c'era. Apre a Fermo Tipicità, nota mangiatoia, pardon, vetrina gastronomica di prodotti tipici, per politici e clientes. E infatti, tra gli stand coi salumi e i caciocavalli, chi si aggira? tutto l'indispensabile politicume regionale, provinciale, infracomunale. Lo stesso puntualmente maledetto dai bravi paesani vessati, che però oggi son tutti lì, a plaudere, a far coro ai politicanti che, tronfi, ingombranti, assaggiano fette di salame. Qualcuno si accosta discreto e si permette di ricordare a Vossignoria la tal pratica, il tal nipote, il tale incarico. Tutto naturalmente nel sacro nome del cambiamento, del rinnovamento, della nuova politica, non si può più andare avanti così, signora mia.

L'ESERCITO DEL SURF

L'ESERCITO DEL SURF A Porto San Giorgio, borgo in campagna, anche elettorale, mia madre ha ricevuto una telefonata a nome del candidato sindaco Roberto Mandolesi, che è avvocato ma non conosce la legge: ci ha pensato la mia anziana mater terribilis a ricordargliela, e l'ignoto telefonista ha messo giù. Il tutto, naturalmente, all'insegna del nuovo modo di fare politica. Ma che nuovo modo è, se nel villaggio sciamano scorie che si chiamano Cicchitto, Gasparri, Mantovano eccetera? Il tg 3 Marche, che è governativo a prescindere, ha lanciato come notizia clamorosa la visita a Jesi di personalità del calibro di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. Le giovani leve si contendono i babbioni come fossero totem. Allora che bisogno c'è di nuova politica? E in cosa sarebbe da rottamare quella vecchia, se tutti la chiamano, la scappellano, la lisciano? Pessimi sono sempre gli altri. Noi siamo i giovani, i giovani, i giovani, l'esercito del surf: Casini, che è lì che bri

BAGNATO SU BAGNATO

BAGNATO SU BAGNATO Qui m'annego. Qui posso pensare Non c'è niente tranne il mio dolore Che rimbalza su milioni d'onde Pieghe in movimento che tormentano La coperta inquieta d'acqua morbida. Un gabbiano stride nel tramonto Poi altri, s'affrontano nel vento Pieni di rabbia uguale ed impotente Lo spavento di chi non ha niente Tranne un urlo e che lotta per niente E neppure se ne rende conto E' appena la natura, aspra, crudele Sotto un cielo fatto per volare E però irraggiungibile, sprecato Come un viale di piante che correvi Da solo, la libertà assolata Nel profumo di frutta e di città Finchè ti sei fermato qui, sul molo Quarant'anni dopo, senza fiato Considerando ancora il tuo destino Ancorato, bagnato su bagnato Annichilito da un richiamo strano Un'ebbrezza che divora e nutre Sopra il mare e in cuore c'è una brezza, Sbattono le reti, le catene Tese dalle bitte ai bianchi scafi Battezzati da

C'ERA IL SOLE

C'ERA IL SOLE Fermo lì, smettila di scrivere. Adesso voglio raccontarmi un momento perduto, che resterà sempre dentro me. Stasera mi sto annoiando ferocemente, frugare tra le pieghe di internet non serve, sono sul punto di chiudere, mi casca il pensiero su youtube e di qui sul calcio di una volta. Cercare “Italia mondiale 1982” è un attimo e m'imbatto in una puntata di “Sfide” che celebra Enzo Bearzot. L'avevo persa. L'ho ritrovata. Caro “Vecio”, che odoravi di pulito, di galantuomo. Che dicevi cose pazzesche come “Ogni tanto è necessario anche perdere una partita, per capire che famiglia hai formato”. Non ti conoscevo anche così colto, disposto a disquisire di storia, di musica, di invasioni barbariche. Sempre la stessa faccia, anche vent'anni dopo: solo, come dire, più interessante. Più giovane. Brizzolato ma sempre asciutto, come intagliato nel legno. Il legno di un italiano che non c'è più, uno tutto d'un pezzo, uno che bastava la parola, la stre

QUANDO

QUANDO Quando qui ho sonno c'è solo la notte Quando cammino, ho le scarpe rotte Ho in mano i pugni ma non i guantoni Ho troppi sogni ma non i cuscini E c'è una trottola e non c'è il bambino Ed è una frottola il tuo destino E piangi e l'angina ti mangia il petto E una panchina è l'unico letto E quando tutta l'estate è già andata E il posto in fondo è quello che resta E avrai la frusta se non hai il biglietto La crosta sai non cancella il taglietto Quando qui piove c'è solo la pioggia Quando qui aspetto c'è solo l'attesa C'è la preghiera ma non c'è la chiesa C'è la brughiera ma non ci vai a caccia Non c'è mai amore quando viene sera E non c'è il mare ma una macchia scura Quando mi sanguina un poco l'orecchio E so già che non andrò in ospedale E quando assisto al mio funerale In coda a un triste corteo di parole Quando fatico a salire le scale Ed entro in casa e il buio m'

SAPETE CHE C'E'?...

Adesso io dico solo una cosa, no, una voglio dirne, mica tante. Che uno, dopo che ha passato un'ora a pulire le lettiere di due gatti deficienti che gli riducono il cesso come neanche le latrine dei treni, no, che suda come un maiale e finisce coperto di tutto lo zozzo possibile e immaginabile sulla faccia della terra, e come ha finito ecco subito i gatti pronti a fare casino più di prima, no, e per non strozzarli torna di là, lercio, sfinito, e vede tutto buio e sente un freddo maledetto e allora guarda fuori e si accorge che il cielo s'è coperto e allora esce sul balcone a mettere via le carabattole, no, e l'ennesimo nubifragio del cazzo quasi lo fa volare di sotto, no, ecco, allora io vorrei dire solo che è indecente. Un tempo così a fine aprile è immorale. Tipo Monti che tutti i giorni s'inventa una tassa oscena e poi conta i suicidi e dice la Grecia è in vantaggio. Non voglio dire di più. Non c'è bisogno. Però è immorale.

REBUS

N

IL FORELLINO

IL FORELLINO “Adesso il calcio deve farsi delle domande”. Che cosa ha voluto dire il commissario tecnico della Nazionale Prandelli a proposito della morte del ventisettenne calciatore Morosini? Prandelli dice e non dice, si limita a suggerire quello che non può dire e cioè che non può andare avanti così. Quaranta casi di morti sospette negli ultimi 30 anni, molti i malati terminali, alcuni misteriosamente giovani, tutti gli altri attorno ai 60, 65 anni, come l'ultimo e più famigerato, Carlo Petrini che era stato l'unico a parlare chiaro e della cui morte, vedi caso, nessuno si è ricordato. Prandelli allude a Petrini, anche a Zeman e del resto basta fare due più due, quelli della generazione di Carlo crepano come mosche intorno ai 60 perché i veleni che li imbottivano erano micidiali ma ad efficacia ritardata, i ragazzi di oggi ci restano quasi subito perché al confronto le bombe chimiche che gli fanno bollire il sangue e gli fanno esplodere il cuore sono bombe atomiche.

LA SPERANZA E' LA PRIMA A MORIRE

Spread al posto dei suicidi? La Grecia coi suicidi ci batte? Ahò, levateje er vino a questo...

MONTI DI CAZZATE

L'Incompatente MONTI DI CAZZATE Non so se avete seguito la puntata di “In onda” su La7, domenica scorsa. Mi auguro di sì perché, una volta tanto, era interessante e si andava al sodo. C'era un economista, Giulio Sapelli, che ha fatto un gran culo ad altri commentatori economici del Corriere, sul quale pure scrive, e anche al direttore De Bortoli, che ostentava understatement britannico ma era rosso fin sul ciuffo. I due sostengono di volersi troppo bene, ma forse, dopo questa trasmissione, un po' meno. Fatto è che per la prima volta ho sentito qualcuno dire chiaro e forte che Monti è un incompetente, anzi, diciamola come la dice Sapelli: è un coglione; e spiega anche perché. E il perché, tutto sommato, lo sappiamo pure noi profani: non taglia alcuna spesa, carica aziende e povericristi di tasse, ammazza il cavallo; e, d'altra parte, non rinegozia Maastricht, non coopera per disinnescare quella bomba a gas della Merkel, è un pazzo a capo di un governo di idioti