Troppe volte io ho visto
morire
Da cani, dopo una vita da
cani
Troppe volte ho visto il
silenzio
Distruggere colle sue
trombe le mura
Di Gerico della gioia
immatura
Troppe volte ho visto non
tornare
I conti e i partenti
sulle gambe
D'una rassegnazione
coraggiosa
Troppe volte mi son visto
anch'io
Con in mano una domanda
rotta
Fatta d'un urlo disperato
e muto
Troppi sorrisi ho visto
accartocciarsi
E troppi altri fiorire
immeritati
Beffardi, dal sapore di
merda
E ho visto sempre il
tonfo nella neve
Di chi perdere proprio
non poteva
E ho visto chi il trionfo
se lo compra
E ho visto troppe danze
intorno al totem
Dopo un pasto di speranze
tolte
Ho visto il parco dei
divertimenti
Di chi gioca sporco e non
si pente
E nessuno m'ha spiegato
ancora
Il senso di un neonato
che muore
Di tortura, di fame, di
paura
Per l'errare d'una strada infame
Allora, bisogna scomodare
Un presepe che ci hanno
raccontato
Un atto della volontà di
fare
Torto alla ragione e al
sentimento
Bisogna essere matto come
un santo
Per difendere il vanto
d'una fede
Piena di vento, febbre
nelle vene
O almeno fingere, cercare
la grazia
Ebbra nello strazio,
all'interstizio
Di momenti atroci. Ma le
croci
Per gustarle ci vuole
troppo cielo
E troppe
volte ho visto il pianto solo
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