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Visualizzazione dei post da dicembre, 2016

VA IN ARCHIVIO IL 2016, UN ANNO DI OMICIDI FUTILI

VA IN ARCHIVIO IL 2016, UN ANNO DI OMICIDI FUTILI

PER OSCURI BINARI

Non so come è successo, ma questo mestiere se n'è andato per la sua strada e non ho potuto riportarlo a casa. Mi sarei venduto per una redazione, una bella poltrona calda e invece lui mi ha scaraventato nelle corsie d'ospedale, gli obitori, i cimiteri, i marciapiedi sporchi di morte, i tuguri dove ci si ammazza per niente, le aule di tribunale dove si giudica la vita che è finita. Tanti giorni sparati nel dolore, da raccontare sapendo di poterne trasmettere solo il pallore. Tanti testacoda. Poi, quando mi è toccato frenare, mi sono imprigionato nei miei arresti domiciliari ma lui, mestiere senza lavoro, mi è venuto a stanare come allora. Complici strumenti che prima non c'erano, m'ha portato in casa il dolore che prima andavo a cacciare. Io sono diventato raggiungibile. E mi hanno raggiunto in tanti, affidandomi enigmi. Ricatti. Miserie. Rendendo questo non un mestiere, non una missione, ma qualcosa che non saprei definire. Quello che so, è la collezione di occhi,

FARO 48-49/2016

 Ultimi due Fari dell'anno, quello della Vigilia e l'altro esteso delle Feste. Con la rassegna dell'attualità, della cronaca, del costume, le analisi, i commenti, i libri, i dischi, le serie tv da seguire. Un altro anno di Faro finisce in archivio, e già stiamo lavorando al primo numero del 2017. Con gratitudine per chi non lo ha mai lasciato, e speranza per chi deciderà di conoscerlo. L'ultimo numero di quest'anno è dedicato a Emmanuel, il nigeriano  criminalmente ucciso in una città indifferente, Fermo, per biechi motivi razzisti e indegni. Che sua moglie Chiniery possa rassegnarsi al terribile destino che l'ha colpita. Che un vostro pensiero possa idealmente posarsi su quella tomba davanti alla quale non va mai nessuno.

NOI COME GEORGE MICHAEL, DINOSAURI IN ESTINZIONE

NOI COME GEORGE MICHAEL, DINOSAURI IN ESTINZIONE

CODE DI PAGLIA PER UNA STRAGE

Vibrante sdegno ha suscitato la scoperta di profili social xenofobi relativi alle due guardie di polizia che hanno freddato il tunisino stragista di Berlino a Sesto San Giovanni, dove evidentemente era atteso sia da compari jihadisti che dai servizi di sicurezza. Sdegno che parte dalla constatazione di assunti sicuramente sgradevoli, beceri dai due graduati, ma è bellamente strumentale, ovvero ha la coda di paglia, per svariati motivi. Il primo sta nel confondere parole e atti: due esponenti di polizia intervengono ufficialmente per il controllo di un sospettato che si rivela pericolosissimo e cerca di farli fuori: che facciamo, consideriamo la situazione per quella che è o ci rifugiamo nell'indignazione politicamente corretta per due bacheche Facebook? Fermo restando che gerarchicamente chi è dedito ad attività di tutela dell'ordine pubblico non dovrebbe essere lasciato libero di produrre esternazioni del tutto fuori luogo, per quanto se ne sa non risultano nei due sogget

PER TE

Per chi digrigna tutti i sogni e intrappolato nella vita non crede più possa cambiare e non imbocca via d'uscita. Per chi rimane senza scampo. Per chi oramai ha esaurito il tempo. Per chi non ha un'altra occasione e mai una volta che ha ragione. Per chi non prova una vendetta e di sconfitte è una vedetta e trova modo di scontare tutti i dispetti di ogni cuore e non ha un Dio sul comodino e non rinasce mai al mattino. Per chi ci perde anche se vince e ormai s'arrende, tace e piange. Per te, deserto nel deserto tra mari di panchine morte nella via crucis di lampioni sotto i tuoi passi senza suoni. Per te che affondi nella nebbia e non c'è rabbia, solo dubbi che non ti lasciano tranquilla, per te che non hai mai una stella per orientarti nella sera, per te, che quando è primavera è come prima, è una bugia, per te che fuggiresti via ma sarai la catena tua. Per te, gabbiano con le ali incatramate di rimpianti, per te, le mani senza guanti e in capo quel vecchio foulard.

CINQUE ANNI SENZA GIORGIO BOCCA, BRUTALE GENIO DALLA PENNA ROCK

CINQUE ANNI SENZA GIORGIO BOCCA, BRUTALE GENIO DALLA PENNA ROCK

NATALE, UNA FESTA POPOLARE CHE HA PERSO IL SUO SENSO

NATALE, UNA FESTA POPOLARE CHE HA PERSO IL SUO SENSO

TERREMOTO, SAN GINESIO E L'ETERNA ATTESA DI UN DOMANI MIGLIORE

TERREMOTO, SAN GINESIO E L'ETERNA ATTESA DI UN DOMANI MIGLIORE

CARO MINNITI, COMPLIMENTI MA PARLIAMOCI CHIARO

Il nuovo ministro di Polizia Minniti sarà, fin che dura, un ottimo ministro perché, venendo dalla scuola comunista, è bravo a mentire e anche a contraddirsi in modo spudorato. "In Italia la sicurezza funziona" ha commentato dopo l'uccisione dello stragista tunisino di Berlino che via Francia era arrivato fino a Sesto San Giovanni, hinterland milanese dove stanno cellule terroriste e questa è per l'appunto una operazione sofisticata di sicurezza strategica: lo hanno lasciato passare, messo nel mirino e liquidato. Sì che i conti non tornano nel modo in cui è stato illustrato questo epilogo a poche ore dal massacro e cioè come una casualità, i due agenti, uno persino in prova, che in un banale servizio di pattuglia alle 3 di mattina trovano uno agitato, lo fermano, quello tira fuori una pistola, ne ferisce uno ma cade fulminato. Caro ministro, lei è il degnissimo successore di Ugo Pecchioli che nel PCI era il ministro dell'Interno ombra, quello incaricato di ten

NON MENTITE PIU'

Hanno usato la morte della giovane Fabrizia per dare addosso al ministro Poletti, cioè no voucher, cioè no jobs act, cioè Cigl, cioè un'altra sinistra più sinistra è possibile. Poi si sono accorti che la ragazza, nei suoi post ingenui e idealisti, non condivideva proprio le idee di chi dice sempre "no" e si sono zittiti, tanto il loro lavoro l'avevano fatto, la lingua di legno era scattata come sempre. Ma a cosa è servita la vita di una trentenne con due o tre lauree costretta ad uscire dall'Italia per lavorare? E non è che nella mitica Berlino facesse chissà cosa, qualche articoletto, qualche recensioncina sui ristoranti italiani su un sito locale, poi un lavoro di segretaria del tutto sottodimensionato rispetto alle sue competenze. Ma si adeguava, e nei post a proposito del referendum scriveva: "Occasione persa, peccato". A cosa è servita la vita di una ragazza ingenua, idealista, coraggiosa, ammazzata da un folle mentre faceva i regali di Natale al

DOVE IL SANGUE ASCIUGA

Intervistato da Piero Vietti sul Foglio, l'esperto di strategie Marco Lombardi ha detto che "l'Europa non ha una governance forte contro il terrorismo". Tradotto dai tecnicismi diplomatici significa che l'Europa di vetro non sa che cosa fare e, nell'incertezza, continuerà a far niente di fronte alle stragi che si susseguono. Tra quella di Nizza e quella di Berlino 5 mesi, ma sembrano di più in parte per l'effetto rimozione che la mente scatena di fronte ai traumi, in parte perché i traumi si susseguono farcendo il tempo, che acquista prospettiva falsate, bergsoniane. Un'altra chiosa che si potrebbe fare all'opinione dello stratega è che i singoli Stati, a forza di sentirsi paralizzati, a forza di delegare la propria azione ad una Europa che non c'è, hanno perso la convinzione per agire in proprio. Un sistema di sicurezza appena decente avrebbe ipotizzato un attacco suicida via camion nell'area dei mercatini di Natale; un sistema penoso

STORIE ARTIGIANE

Si parla di Storie Artigiane... Domani, Libreria Ubik Castelfranco Veneto, ore 15,30, la presentazione ufficiale

IL FARO 45-36-47/2016

  "Questo è il numero più formidabile di quest'anno" (Roberto, Castelfranco)   "Non c'è niente come il sabato, quando arriva il Faro e mi metto a leggerlo (Lucio, Sondrio) Ogni settimana in allegato di posta elettronica. Il Faro, dove Babysnakes non arriva. L'attualità, i dischi, i libri, i commenti, la cronaca. Per abbonarsi basta una mail: maxdelpapa@gmail.com

SANREMO 2017, L'ETERNO RITORNO DI UN RITUALE STANCO

SANREMO 2017, L'ETERNO RITORNO DI UN RITUALE STANCO

GIULIANO CLERICO - L'UOMO TIGRE HA FALLITO

A questo punto non dovrei parlare più di Giuliano Clerico perché siamo diventati amici. Lo faccio lo stesso: ancora un disco, e la finiremo tutti di parlare di eredità di Rino Gaetano, Celentano giovane, Jannacci giovane. Nomi giustificati, intendiamoci, nomi che affiorano ancora: il fatto è che Giuliano, quasi senza farci caso, sta raggiungendo se stesso e già col freschissimo "L'uomo tigre ha fallito" si smarca da chi era appena ieri. E', quest'album appena nato, disco amaro, amarissimo, che non fa benissimo: amareggia, sconsola, a volte sconcerta, a volte raggela. E' una risata lugubre e oscura come la boccaccia di una strega. Disco, bisogna aggiungere, molto bello fin dalla copertina, di apparente semplicità, come sempre imperniato sulle chitarre (dell'autore), ma poi con tutta una trama di soluzioni, di effetti, classico caso di necessità che aguzza l'ingegno. Partendo dai sapori mediorientali, quasi zeppeliani dell'introduttiva "C

PICCOLA STORIA DELLO SCISSIONISMO

PICCOLA STORIA DELLO SCISSIONISMO

COSI' SIA

Se mi vieni a cercare, qui trovi un uomo solo. Consumato da tutti i treni da cui è sceso. Che si sente vecchio ma non pronto a invecchiare. Che si sente un po' stanco, e vorrebbe dormire. Uno che ogni volta si chiede come fare a interpretare il tempo, indossare una età, ma non trova risposte e non ne cerca più. Uno che vorrebbe tornare ad essere chi non fu, tornare in qualche modo, dar lezioni di sè, ma poi neanche ci prova, che non vuole spezzare l'alibi di un'attesa. Quest'uomo che tu cerchi, ha bisogno di cose che non avrà mai più; è uno che non crede ormai nella rivalsa, nell'entusiasmo, in un Dio, che ascolta il suo silenzio e lo sente pesare ma non si chiede più cosa poteva essere, non si fa più domande e questo è il capolinea, l'anima che si arrende, si distende nel vuoto. Tutto è passato a fianco come convogli in transito e forse questa vita non è stata che questo, immobile guardarli, ascoltarli passare. E non c'è più interesse, non c'è disp

DARIO GIARDI - VIAGGIO TRA LE NOTE

Fra tanti libri inutili, uno che ci voleva. "Viaggio tra le note" di Dario Giardi per il piccolo editore "I libri di Emil", colma un vuoto, quello tra l'uggia della teoria e la spocchia della pratica, il fossato fra chi si specchia nel proprio sapere e la presunzione di chi ritiene di non averne alcun bisogno. Quante volte abbiamo provato ad approfondire "i segreti della teoria dell'armonia musicale", come recita il sottotitolo? Tante o poche che siano, ci siamo sempre scornati contro l'astrusità del cogliere un ritmo, un modo, un mistero sonoro senza poterlo verificare all'ascolto: roba da conservatorio, da studi approfonditi e impegnati, e poi la musica non è il regno dell'improvvisazione, il campo in cui Dioniso può sfogare le sue scorribande ridendo in faccia a Apollo? Questo è quanto credono gli aspiranti, perché ritenersi genii è più comodo che studiare, col risultato di impoverire la musica; solo che le cose non stanno propr

LA FELICITA' DEGLI ALTRI

Oggi dovevo presentare un raduno d'auto d'epoca in un bel ristorante dell'entroterra. C'erano duecento persone, è stata una bella festa, io ero con mia moglie e tanta gente la conoscevo e mi conosceva perché conduco spesso manifestazioni legate al motorismo storico. Eppure stavo da un'altra parte. Quando c'è gente che si diverte e ride, ebbra e un po' stordita, io provo un disagio sottile e mi ritrovo al margine. Mi sento diverso. Mi sento malato. Prima che tutto cominciasse mi ero messo a strimpellare il pianoforte, ho continuato a lungo, dopo ho capito che il mio disagio era già cominciato lì, in quei momenti. E' come se potessi vedere la felicità degli altri, fatta di un'aria che evapora presto, di un ossigeno che non mi appartiene. Io la felicità non l'ho bevuta mai. Dopo si torna a casa e ho ancora quel senso di malessere nell'anima, mi sento la persona più sola al mondo, la più sbagliata; penso che se mia moglie sparisse in un is

ASPETTANDO IL VECCHIO

Detto ampiamente della coglionaggine dei No, resta da trattare quella dei SI'. C'era l'altra sera da Vespa uno di questi nuovi ricchi del PD, barbetta ben curata, polsini slacciati e pataccone al polso, tale Carbone la cui spocchia da sola poteva spiegare l'idiosincrasia estetica di quelli che hanno preferito il salto nel buio, l'avanzata di una destra preoccupante, quella dei Grillo, dei Salvini, dei neo o postfascisti cui si aggiunge, tra una visita e l'altra in ospedale, il Berlusconi redivivo: presi a sè non sono niente, ma saldati diventano pericolosi. Certo, il sabotaggio personale, snobistico è da meschini, ma a sentire questo Carbone, e troppi come lui, uno si chiede: ma come può un premier circondarsi di gente simile, ma è possibile che non trovi di meglio nel suo giro di potere? Renzi il fiorentino, è stato detto, ha un sacco di difetti ma gli altri sono peggio. Questo può essere, bastava confrontare la dignità istituzionale nella sconfitta con l&

ALLA MIA ETA'

Arrivato a questa età non ti senti ancora pronto per il loculo ma cominci anche a chiederti quanto tempo ti rimane, quante altre primavere, quanti Natali da aspettare per restarne delusi. La notte, a occhi aperti nel buio, ascoltando i rumori del silenzio. Bilanci no, ricerca di una lettura di chi si è stati, per cogliere chi si è, eventualmente. Io, mi par di capire, sono uno che, se lo chiami a parlare, ti dirà sempre quello che pensa, indifferente al luogo, al contesto, alla convenienza. Non uno che la fa fuori dal vaso, o che si espone in modo rozzamente diretto; so stare al mondo, e poche cose mi infastidiscono come il pensiero di mettere nei guai chi mi cerca, mi ospita. Dico uno che non si nasconde, che non vende illusioni e falsi pensieri: è questa libertà, che, faticosamente, mi sono conquistato, e il prezzo, chi legge lo sappia, è sempre stato alto; oggi lo è più di ieri. Ma non potrei essere altro che questo, anche a provarci, anche a voler cambiare non riuscirei perch

GIOCARE AGLI INDIANI (nuova edizione aggiornata all'ALT TOUR)

AMAZON SMASHWORDS e su tutte le altre piattaforme di libri digitali Edizione aggiornata e ampliata dall'uscita di ALT all'esordio dell'ALT TOUR, con analisi dell'inedito "Non dimenticarti di me" e considerazioni sul tour in corso

ROLLING STONES, UNO STREPITOSO NUOVO ALBUM CHE TRAMORTISCE

ROLLING STONES, UNO STREPITOSO NUOVO ALBUM CHE TRAMORTISCE

ALBERTO

Tutti ridevano. Mio padre parlava e sudava e fumava e beveva “tazze d'acqua”, non bicchieri, proprio delle tazze, “Massimo per favore portamene un'altra”, in casa alle prese con gli orientali, i giapponesi, i coreani, i cinesi che allora non erano vicini e rimanevano soggetti misteriosi di un mondo che s'andava rimpicciolendo, che ce li portava in casa, ma non ancora ce li addomesticava. Lo accompagnavo a prenderli a Linate alle dieci di sera, che luci, che presagi di futuro lungo il viale Forlanini, fin dentro le aree “arrivi internazionali”, piene di gente indaffarata, che viaggiava, che sbarcava, mi sentivo dentro un film e mio padre in quei primi Ottanta era la globalizzazione, la praticava già da un decennio armato del suo inglese stentato, alla Alberto Sordi. Ma i soggetti misteriosi, i cinesi e i giapponesi, cedevano uno via l'altro alla sua travolgente simpatia, a quel modo che allora giudicavo naif, provinciale, imbarazzante di combinare affari passando

MIO PADRE FACEVA L'ALBERO

Che ricordi lancinanti accendono i primi alberi di Natale nelle vetrine. Per mio padre era un rituale barocco, lui l'albero lo copriva a strati e alla fine ogni ramo stramazzava, carico di strani frutti di plastica di mille colori. Ci voleva una giornata e non bastava, ogni Natale lui perdeva due o tre chili. Una battaglia che cominciava con lo scartamento dell'alberone, puro sintetico, e quindi la distensione di tutti i rami e ramettini; di seguito le luci, per le quali partivano subito raffiche di bestemmie furibonde perché bisognava sbrogliarle da grovigli maledetti; quindi le palle, che regolarmente cascavano in terra disperdendosi sotto i mobili ("Marisaaaa non rompere i coglioniiii!"). Mio padre per la preparazione domestica del santo Natale diventava un mr Hide con gli occhi iniettati di sangue pronto a far fuori chiunque gli si parasse davanti. Ma ecco la vestizione! Con ampi, ieratici gesti, in ciabatte, circondava l'albero di orrendi nastri luccican

LAPO, CORONA E IL DE PROFUNDIS DELL'ETA' DELLA RAGIONE

LAPO, CORONA E IL DE PROFUNDIS DELL'ETA' DELLA RAGIONE