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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

TATUAGGI

Che faccio, gli do retta? TATUAGGI Facciamo a capirci, io non ho niente contro i tatuaggi, anzi mi piacciono molto ed è per questo che mi dispero alla vista dello scempio da struscio balneare. Ulteriormente peggiorato, quest'estate, direi: c'è in giro gente che ha l'aria di ricamarsi la cotica così, perché non ha di peggio da fare. Certi sembra che abbiamo una malattia serissima della cute, altri si dipingono fuochi d'artificio, giardini fioriti, cupi simboli religiosi (una croce immane a coprire una schiena intera), orrendissimi simboli politici, fisionomie incomprensibili. Poi ci son tutti quei ghirigori maori, come li portano Madonna, Lady Gaga o i calciatori, che proprio fan venir voglia di portarsi al mare una pistola a raggi laser, come quelle che usavano i Rockets. E infine le indicazioni sessuali: per andare in buca (davanti o dietro), seguire la freccia. Sì, l'avevamo capito anche senza segnaletica stradale. A me piacciono, dicevo, i tatuaggi ma n

I RICORDI DI DOMANI - anteprima 2

I RICORDI DI DOMANI - anteprima 2   3 luglio 2012 via Smashwords  Fra Tom Waits e Giovannino Guareschi. Questa raccolta di racconti è una delle cose più belle che io abbia scritto. Forse la migliore.  

QUALE COSCIENZA?

E vantarsi di averlo ucciso QUALE COSCIENZA? “Lo abbiamo pestato di brutto, è mezzo morto”. Morto intero, non mezzo, il ragazzino Federico Aldrovandi. E ai quattro assassini che, oltretutto, se ne vantano, danno tre anni e mezzo anziché venti o trenta come minimo? Sono i misteri della magistratura italiana. Ma non basta. Uno dei poliziotti coinvolti, Paolo Forlani, definisce pubblicamente, su facebook, la madre della sua vittima “mamma di un maiale”; poi ovviamente se ne pente e il ministro dell'Interno, la massaiona Cancellieri, che ha il controllo istituzionale del corpo della Polizia di Stato, gli molla una sanzione disciplinare. Altro mistero non gaudioso. Noi invece vorremmo sapere che un soggetto del genere è stato radiato dalla polizia. Non solo per indegnità, che già sarebbe abbastanza, ma anche perché uno così non può avere la responsabilità dell'ordine pubblico. È un soggetto violento e chiaramente squilibrato, oltre che cinico il giusto: se qualcuno vuol cr

IO, UN VIGLIACCO

Fare la cosa giusta IO, UN VIGLIACCO La filosofia dei nomadi, dei gitani, non avere niente per avere tutto, non appartenere a nessuno per appartenere a se stessi, un barcone per girare il mondo senza farsene intrappolare, come Johnny Depp in Chocolate, mi ha sempre sedotto e potessi rinascere la sposerei, altro che giornalismo. Perché gronda orgoglio, avventura, indipendenza e dignità, fanculo alla casa fissa. Invece la cultura rom che pretende di essere mantenuta da chi nel frattempo deruba, quella mi ostino a non capirla, così come non riesco a concepire, tra gli altri, il sindaco di Milano Pisapia che pare avere cuore solo per loro e vuol fare “di Milano una città laboratorio”, con il che il numero di sbandati, di accampamenti e di tensione tra indigeni e zingari è triplicato in un solo anno di “buona” amministrazione. Sarò io razzista, retrogrado, ma non mi sembra che sia un modo felice di promuovere l'integrazione, casomai la diffidenza e la reciproca intolleranza. D

QUEGLI OCCHI

QUEGLI OCCHI L'estate è percepita come la stagione più gradita, la più disimpegnata, quella in cui finalmente si tira il fiato. A torto. Le peggiori nefandezze delle società dissociate rifulgono proprio nel periodo caldo. Tutti gli psicologi e i criminologi sanno che è questa la fase dell'anno di allerta per i fatti violenti, pochi, invece, sospettano che guerre e invasioni sembrano in qualche modo più figlie della luce e del calore che della strategia, come confermato dai ritmi stagionali scoperti da Schreiber nel suo studio su 2131 battaglie negli ultimi 3500 anni. La decisione di avviare una guerra nell'emisfero settentrionale viene presa da secoli soprattutto in estate, in quello meridionale durante il nostro inverno e all'equatore indifferentemente rispetto alle stagioni. Poi c'è il fenomeno, che ormai non è nemmeno più tale ma una consuetudine, della deresponsabilizzazione di massa, sulle spiagge, nelle città, nei luoghi balneari e soprattutto lungo l

LA VITA E' DOLORE - lettere 3

LA VITA E' DOLORE - lettere 3   ciao max, ho letto "la vita è dolore" tutto d'un fiato. tanto veloce che lo voglio rileggere con più calma. non sono uno spettatore di house - perdonami per questo - non guardo più serie tv. ma ho sempre seguito con interesse i tuoi articoli su di lui, e il tema del libro mi interessa molto. forse il dolore non è tanto diverso dall'assurdo di camus. di primo impatto mi ha colpito il concetto dell'inevitabilità del dolore. mi guardo in giro e ne vedo tanto, ma vedo anche che, la maggior parte della gente, non riesce a scendere a patti col dolore, a coabitarci, ma sceglie di ignorarlo, far finta che non ci sia. e questo si ripercuote nei rapporti con gli altri, li rende ancora più fragili e facili alla rottura. forse è un pensiero ancora confuso il mio. comunque grazie per aver scritto questo testo. vitandrea Per info e download, cliccare su questo link

I RICORDI DI DOMANI - anteprima

  3 luglio 2012 via Smashwords
IL FARO N. 25 - ANTEPRIMA LA CRISI NON SI FA I dati inediti del 2011 della rilevazione Espad-Cnr sugli studenti 15-19 anni non sono tranquillizzanti. Mentre continua il calo dei consumi occasionali, per le sostanze più pesanti si passa dal 2004 all'anno scorso da meno di 13 mila a 27 mila ragazzi che le usano di frequente... DA QUI ALL'ETERNIT quando mai agli ambientalisti è importato qualcosa dell'ambiente? Se sono loro, i primi inquinatori del pianeta... Noi abbiamo, modestamente, Pecorino Scanio, il Verdebonelli, tutto attaccato, e la grande, grandissima Grazia Francescato, una che a vederla com'è ridotta ti butti subito nel junk food e ti vien voglia di attaccarti a una bombola ad ossido di carbonio...   RICORDANDO LA FATICA Quando penso alla fatica. Quel doversi sempre accreditare a nome di un giornale che pochi conoscevano, o del quale avevano sentito parlare. Quel lottare per conquistare una intervista in più, una domanda in più, da gent

GRILLO, DOMANDE E NON RISPOSTE

Un approccio pluralista, laico, scientifico GRILLO, DOMANDE E NON RISPOSTE Ecco, qui c'è uno, venuto da lontano per combinazione, che le domande da fare a Grillo le ha trovate. Senza ottenere, puntualmente, risposte. Al loro posto, suggestioni: in Siria è tutto un complotto e Assad non trucida nessuno. In Iran meglio che meglio, l'economia va bene, come dicevano anche con Hitler, ma quale rivoluzione verde, stanno bene così, lui ha la moglie iraniana, che vuoi che sia se vive qua? Qua sì c'è che il regime. Anche in America, che, avendo la pena di morte, legittima quelle degli altri. E Bin Laden era solo "tradotto male", perché c'è la lobby ebraica. Fortuna che ci pensa lui, anche se non sa bene cosa dirige, lo capiremo solo vivendo, tra 15 anni, nel frattempo portare pazienza che arriva la Madre Gegia. Grillo riesce a indispettire l'odiata gentaglia padrona giudea che lo intervista, più che altro per evanescenza. Tra l'altro questo molesto i

RICORDANDO LA FATICA

RICORDANDO LA FATICA Questo è un discorso un po' come viene, senza pretese di particolare coerenza o lucidità, più che altro uno sfogo, rivolto a me stesso e, magari, a chi avrà la pazienza di scorrerlo. Il fatto è che, in questi tempi di sfrenata retorica antimafia, mi torna in mente la mia intevista al giudice Antonino Caponnetto. Perché è mia, maledizione, anche se col tempo ha finito per girare dappertutto. Pentirsi di qualcosa è sempre patetico, ma ho un rimpianto, averla data a chi non meritava niente e invece ci si è fatto bello, grande, insieme a parecchie altre cosette. Quando penso alla fatica. Tutta sotto la neve me l'ero fatta quella strada, su una Ka che non stava in piedi (...) Ho scritto tanto, ho intervistato tanti, e ora non ho più una certezza. Non mi pento, ma a volte avverto imbarazzo per quel mio entusiasmo. Quando penso alla fatica, all'assurdità di destinarla a giornali del tutto sbagliati, almeno per me. Ero io quello fuori posto, e proponevo

A MILANO COMANDA LA CINA

A MILANO COMANDA LA CINA Finché si scherza si scherza, ma la realtà nel caso della mancata cittadinanza al santone tibetano Dalai Lama è che a Milano non comanda il sindaco filocinese ma i cinesi direttamente. Sono loro a tenere in mano i cordoni della borsa e non soltanto dell'Expo 2015. I cinesi, un tempo concentrati nella mitica zona di via Paolo Sarpi, sono ormai espansi in tutte e 20 le circoscrizioni cittadine. Non emettono scontrini e pagano affitti in nero ma sono loro a drogare un mercato immobiliare che altrimenti sarebbe crollato, ad innervare i commerci da un euro che poi sono quelli della miseria generalizzata che ha fatto crescere la Cina negli ultimi 15 anni. Milano, ormai capitale della miseria italiana, non può permettersi di indisporre questi cinesi e Pisapia lo sa. Dicono, queste sono cifre che si possono scrivere e smentire a piacimento perché anche i bilanci si interpretano, ma comunque dicono che la Moratti avesse lasciato un buco di 130, 150 milioni,

EQUIVOCI

Ma perché tutti fanno finta di non capire che quando Monti dice “saremo forti con i potenti” non allude a una punizione (tributaria) ma ad una sinergia? E perché tutti fanno finta di non capire che il compagno Pisapia ha sempre avuto la Cina sul cuore e il Tibet un po' più giù? E perché tutti fanno finta di non capire che quest'altro rompicoglioni del Dalai Lama è un evanescente capo religioso di quelli che piacciono alle star di Hollywood e alla Cia? E perché tutti fanno capire che le scazzate tra Linus e Fabiovolo sono cazzetti da asilo bimbiminkia? E perché tutti fanno finta di non capire che non solo “l'euro è irreversibile” (BancoMonti) ma anche la neuro lo è (idem)? E perché tutti fanno finta di non capire che quando Berlusconi dice “sarò ancora leader” non è una cosa seria, è solo il vecchio che avanzheimer? E perché tutti fanno finta di non capire che l'insaccata Merkel non ha un toyboy ma un toyboia?

MORIRE DI PUREZZA

Tutto è mafia e allora via tutti, ci salva Beppe, purissimo, altissimo, grillissimo MORIRE DI PUREZZA È difficile dire se dal cupio dissolvi delle intercettazioni che arrivano fino al Quirinale traspaia una qualche logica, per quanto perversa. Probabilmente Travaglio e i suoi ometti hanno dietro qualcosa di grosso, non certo Ingroia che di per sé è uno strumento, per quanto inquietante nella sua ottusa ostinazione. Ma se le manovre possono essere grandi, questo non esclude che i fini possano essere meschini. Volevano svelare la responsabilità mafiosa di Berlusconi, son venute fuori ombre di sinistra: ma questo a chi soffia sul fuoco fa gioco lo stesso, l'importante è il cupio dissolvi, basta concludere che sono tutti uguali, vermi intrecciati nella criminalità stragista e l'unico che può salvarci è Grillo, fondatore di una scientology balorda il cui adepto in fascia tricolore a Parma si esprime coi video (vi ricorda nessuno?) e aveva nominato assessore ai Lavori pubbl

MALEDETTO MONTI

Una faccia sobria che dà fiducia MALEDETTO MONTI Sobrio frigido impalato Stoccafisso imbalsamato Imbroglione, interessato Carognone lui c'è nato Maledetto d'un Monti Maledetto d'un Monti Professore ma per gioco Un gran fesso, questo è vero Presidente, ma per poco Giusto finché va il tasso di sconto Maledetto d'un Monti Maledetto d'un Monti Merkel ci rovina Quant'è cesso non lo so E tu il suo zerbino E' lo stesso sì però Sei veramente un po' cretino Mai che dica "no" Fai quasi ridere Ridere... Ridere... Tu ci salvi? Vuoi scherzare! Con le pezze nel sedere Ti sei unito al gran mangiare Un sapiente? Ma chi l'ha mai detto Maledetto d'un Monti Noi col cappio sulla panca Tu invece salvi la banca Tra Polillo e la Fornero Tutti dritti al cimitero Maledetto d'un Monti Maledetto d'un Monti Quindi tu continua, idiota Una tassa, un'aliquota Se

FA CALDO, NON SI LAVORA

FA CALDO, NON SI LAVORA Nell'indolenza del dopopranzo capto una notizia che ha dell'incredibile, anzi dell'indecente: siccome fa caldo, a Firenze, dove ci sono “ben 35 gradi", alcuni uffici sono rimasti chiusi. Strabuzzo gli occhi e penso che no, non può essere vero, anche se siamo in Italia. Invece è proprio così, nella città dei Medici debbono essersi detti che d'estate lavorare non è sostenibile, manco fossimo in Messico. Sarebbe questo il Paese che si dibatte nella crisi, che ha fame di lavoro? E per l'astensione meteo, gli spossati impiegati ci rimetteranno almeno il giorno di paga o i soliti sindacati provvidenziali aggiusteranno tutto, magari invocando una “indennità calore”? E nei paesi del mondo dove fa caldo sul serio e per tutto l'anno, per esempio in Africa, come si regoleranno? Va bene che noi siamo melodrammatici per natura, passiamo dall'emergenza gelo a quella siccità nel giro di pochi minuti, appena il sole spunta i telegiorna

LA FOGLIA DI FICO DELLA SOCIETA' CIVILE

Non lo fo per piacer mio ma per dare un posto al PDio. Da raccomandata di piombo a raccomandataria, dovunque vada sarà un cesso LA FOGLIA DI FICO DELLA SOCIETA' CIVILE C'è un aspetto rimasto adombrato, forse per pudore forse per ipocrisia, sulla farsetta degli illustri inesperti che Bersani vorrebbe spedire in Rai, gente come la raccomandata di piombo Benedetta Tobagi e l'ex pm Gherardo Colombo, tanto bravo e schivo come giudice quanto invasivo e francamente incomprensibile da privato cittadino. Ci ha pensato, interpellato da Lettera 43, il solito grande vecchio Giovanni Sartori a dire che il re era nudo, che questa gente non c'entra affatto con la televisione e che quelle loro sono candidature figlie della lottizzazione. Poi, come sempre succede, altre testate si sono accodate. Fin qui tutto bene, la politica è dappertutto e a rimpinguarla sono proprio quelli che ne ostentano distacco, gli illustri indipendenti dalla politica fino a migliore occasione, i qua

LAST STAND

LAST STAND Solo per rinfrescare a tutti le idee su un certo appuntamento del 14 luglio, che aspettando aspettando s'è fatto insidiosamente prossimo. Paolo Benvegnù e il sottoscritto ancora insieme, su un palco, dopo 4 anni. Ebbene sì: succede davvero, al festival Popsophia, che siamo addirittura chiamati ad aprire, a Civitanova alta. Per Paolo sarà un concerto come tanti, per me un addio. Vorrei davvero avere tanti di voi lì, per potere accorciare un'ultima volta le distanze oppure per poter stringere una mano finalmente, dopo tanto "chattare". Per guardarvi in faccia ed affidarvi i miei dubbi, le mie incertezze, il mio essermi perduto, i vicoli dai quali non esco. Insomma vi aspetto, vi chiamo ad accompagnare la mia piccola, trascurabile uscita di scena. Ovviamente non avremo modo di provare un cazzo, ci troveremo solo cinque minuti prima di partire, ma va bene così: quando ci si vuol bene, il resto conta poco. Sto definendo la scaletta e prometto di non tira

FABIO CONCATO – TUTTO QUA

Un grande disco FABIO CONCATO – TUTTO QUA Ci salveranno i (quasi) sessantenni? Dopo 11 anni, Fabio Concato torna con un disco delicato, intenso, dolente, sereno, affettuoso, fragrante. Tra pop e jazz, canzone d'autore e orgoglio d'autore di razza, tra polvere di città e piogge sull'asfalto della sera, vapori di mare e vibrazioni di fisarmoniche “che non ascolta più nessuno”. Un mondo. Anche Fabio, un gran successo, ricordate la Domenica Bestiale, Rosalina cicciona, il Fiore di maggio e tutti quei giorni là? Dopodiché altri dischi sempre belli, brani ancora struggenti, uno per tutti “Il caffettino caldo”, concerti, duetti, orchestre, tante cose fatte ma anche una sorta di rigetto, di stanchezza per lo stagno chiamato discografia, music business. E, di conseguenza, il limbo, in base al solito circolo demenziale: non esisti se non vai in tv ma non vai in tv se non esisti Poi però il limbo avvolge tutti, quasi tutti e allora si riparte da capo. Tutti da zero. E allora

MI VOGLIO CULLARE, CULLARE

Ecco una buona idea MI VOGLIO CULLARE, CULLARE Tra i pochi vantaggi “che la mia condizione mi dà” (Enrico Ruggeri), c'è quello di andarmene qualunquisticamente al mare, dove vivo, anziché alla festa di Repubblica. Stavo lì, immerso in quella trasparenza liquida e scintillante che magicamente mi teneva su (Archimede) ma se volevo la attraversavo con un dito, e sospiravo: ma siamo matti, perdere questo stato di grazia per andare a sudare seduti magari vicino alla moglie di Prodi mentre si esibiscono quel Frankenstein editoriale di Saviano, quella raccomandata di piombo di Benedetta Tobagi o quell'affondatrice di giornali di Concita de Gregorio? Per le leccate di piedi di tutti a tutti, che poi sarebbero l'ubi consistam delle “idee” di Repubblica?

IL FARO N. 24 - ANTEPRIMA

IL FARO N. 24 - ANTEPRIMA STORIA DI UNA SOMIGLIANZA CHE NON C'E' Politicanti e teste pensanti, incompatibilità a prova di meches. No, in effetti non mi assomiglia per niente, però il gioco con mia madre, che si svolge quasi tutto via sms, sulle presunte analogie tra la leader della Cgil e la sottoscritta è molto divertente...   SCAZZO TRA CAZZONI Lo scazzo tra Santoro e Grillo fa pena; ha una coda di paglia più lunga dell'alta velocità ferroviaria da Lisbona a Kiev. Santoro, per interposto Travaglio, ha creato Grillo come fenomeno televisivo – televisivo, altro che internet...   CERCASI INCIDENTE PER CORONA Sulla groppa ha la bellezza di 73 tra precedenti e controlli di polizia: si va dal ritiro della patente (dodici volte) ai ricatti ai vip a colpi di foto, dall'uso di banconote false per pagare la benzina ai viaggi in autostrada senza pagare il telepass, dalla pistola rubata...   NON SANNO QUELLO CHE VEDONO Che infatti pareva strano, but

BECCO DI FERRO

Capolinea BECCO DI FERRO Che letteraccia che ho letto sul tuo blog. Certo che  dopo tutti questi anni ci vuole proprio un bel becco di ferro. Nel senso che non aveva ancora capito che eri l’ultimo a cui proporre una cosa simile, per  poi scrivergli una lettera cosi? Mi spiace per te per tutto l’insieme di cose, professionale ed economico. Dan Ma non c'è un modo di chiarirsi e tornare insieme?  Roberto Preferirei piuttosto farmi raccattare da una groupie in disarmo, pesto, seminudo e legato a un palo dopo essere stato sodomizzato da una banda di cinesi.

SENZA COMMENTO

Una vita SENZA COMMENTO Solo per avvisarti che nel suo editoriale del nuovo giornale Suono Stefani parla di te, dice che l'hai presa malissimo ma si vanta d'averti scaricato perché stava “sbagliando direzione”. Firmata Uff uff. Faccio fatica scrivere queste righe massimo. Dovrei dirtele al telefono ma su carta mi viene meglio.  Ciao Francesco, Ci sono degli aggiornamenti, purtroppo non bellissimi per quello che ti riguarda. All'inizio dovevo/evamo fare un giornale nuovo e avevo fatto un timone seguendo più o meno la strada percorsa in questi ultimi 15 anni con il mucchio. Rock ma anche politica, cinema, libri etc. Poi è venuta l'offerta dell'editore di Suono e si è partiti con un giornale double face. Due copertine diverse, diversi argomenti. Da una parte l'hi-fi dall'altra il mio. E fin qui non c'è stato problema. Infine Paolo ha deciso di unire i due giornali in uno solo e a questo punto non ha accettato che io facessi diventare Su

ERODE FOR PRESIDENT

Dove sei, Grande? ERODE FOR PRESIDENT Oggi dirò una cosa che mi sta qua e cioè che i bambini sono delle teste di cazzo. Specie di questi tempi infantili viziati immaturi e specie al mare dove inducono la celebre sindrome di Erode. Per tutto e per niente ululano, piangono, si rotolano, inscenano crisi epilettiche, tengono in ostaggio i parenti e anche gli altri bagnanti. Nessuno li argina, se no assorbono il trauma e subito qualcuno chiama il telefono Azzurro quando ci vorrebbe se mai un esorcista. In acqua si divertono a schizzarti anche se hanno a disposizione l'intero Mediterraneo, ma se non rompono i coglioni a un adulto non è divertente e poi si divertono a riderti in faccia con quelle bocche sdentate di merda. Io mi vendico facendo la fontanella, che sarebbe due litri di piscio torrido dove stanno sguazzando mentre li guardo con fare paterno. Gesù Cristo era un politicante che ha rovinato l'umanità con i suoi slogan. Ci sono fondati motivi per credere che si sia

SANGUE

Scolpito daslla fatica SANGUE Quando anche questo sangue che ribolle, sangue vivo, che sale dalla terra e dal sole e dall'acqua, sangue che inebria e che tormenta, che parla, racconta dei nostri morti, dei nostri spettri perduti, dei bambini che eravamo e che la vita ha ucciso, quando questo sangue divino che nutre, che va giù nel cuore e di lì all'anima e le porta follia, e le ricorda di boschi e di fiumi, e di fumi e di paioli, e di rituali e preghiere e imprecazioni, di vecchi sdentati e forti, di sorrisi scolpiti dalla fatica, di natura che restituisce il bene e il male, l'odio e l'amore, coi suoi inverni tetri e le estati atroci, quando questo sangue di zucchero e oblio sarà asciugato, allora anche noi saremo asciugati nel tempo, e non potremo più tornare. Difendiamo il sapore del ricordo, perché è l'ultima speranza che ci resta. Difendiamo il sangue che cola dal nostro tempo, finché siamo in tempo. Finché potremo ancora berlo e sapere chi eravamo, ap

UN ANNO DOPO

SUSSIDIARIO D'ESTATE 2012 16 giugno, sabato UN ANNO DOPO La sensazione che un anno è passato ce l'ho il giorno del primo bagno in mare: ricordo inesorabilmente quello dell'anno prima. Stavolta comunque non va malaccio, mi sento meglio dell'ultima volta, il che, considerato il lungo inverno infame appena trascorso, ha del surreale. C'è un'acqua clamorosa, mai vista così neanche da bambino, la luce del sole gli rimbalza addosso e lo accende d'infinite scaglie, penetra sotto la superficie e disvela la piccola, ostinata vita che anima il fondale. Non sono mai stato in un'isola caraibica ma il mare non dev'essere tanto diverso da questo, ancora intonso a metà giugno: pochi bagnanti, correnti lievi, è come se il mare si stesse appena risvegliando. Eccola l'estate, finalmente tersa, senza compromessi, senza scuse. Ecco l'aria illuminata da Helios che fa il suo dovere. Ecco la vita che torna, e lo so che è la frase di un depresso, ma n

COMIZIO

E' fatta di gente, la gente COMIZIO “Parla bene” diceva la gente ascoltando l'oratore. E l'oratore prometteva: pace speranza sviluppo prosperità un nuovo ruolo per la nostra città un nuovo centralismo europeo sviluppo cultura sogni realtà profumi balocchi & maritozzi. E la gente ascoltava una volta di più, perché ha bisogno di credere. Di sperare. Anche di illudersi. È fatta di gente, la gente. Di donne alla finestra, di vecchi e di bambini, di carrozzine e minigonne, di sguardi pensosi, interrogativi o confusi. Qualcuno ci va per esserci. Qualcuno perché non ha altro da fare. Qualcuno perché proprio ci deve stare. Qualcuno perché non c'era ancora stato. E qualcuno, già che c'è, si mangia un gelato. E alla fine l'oratore, che ha promesso l'universo, finisce e saluta e tutti applaudono, “Ha parlato bene”, e poi la gente sciama, si disperde per i vicoli, torna nelle proprie case, con le bollette da pagare, con i sogni stropicciati, con uno stracc

PAPPA E CICCIA

Io e te, lo stesso pensiero... PAPPA E CICCIA Fioccano le battute, ne riporto una, cattivella: è difficile leccare il sedere a un grillo, bisogna avere un occhio che spacca il culo ai passeri. Càpita, che sarà mai, l'interessato, ironico com'è, apprezzerà, mica si può sempre dare addosso al solito Minzolini. Ma se dobbiamo essere seri, allora facciamo a capirci: l'intervista di Travaglio a Grillo è (o dovrebbe essere) imbarazzante non perché non contenga domande “scomode”: le domande scomode spesso sono solo stupide, inopportune o maleducate (anche se proprio Travaglio ne condanna sempre l'assenza nelle interviste altrui). Inoltre non sempre si possono rivolgere. Io per esempio quando stavo al Mucchio di padreterni ne ho incontrati tanti e di domande scomode ne ho sempre fatte poche, perché rappresentavo un giornale al cui interno si credevano tutti degni del Pulitzer ma che in effetti quasi nessuno dei miei interlocutori aveva sentito nominare (e alcuni solo

"ALLORA?"

Bivacco di manipole "ALLORA?" La parlamentare Alessandra Mussolini fotografata alla Camera mentre scrive una dedica su una cartolina che ritrare il nonno Benito Mussolini. La bizzarra richiesta, arrivata durante il voto di fiducia sul Ddl anticorruzione, è dalla leghista Carolina Lussana, che dopo aver raggiunto la nipote del Duce, estrae da una busta due fotografie "del nonno" ritratto in divisa e mentre fa il saluto romano e le chiede una dedica. E ovviamente scoppiano le polemiche quando Alessandra le autografa. Polemiche alle quali Mussolini risponde per le rime: "E allora? E’ mio nonno. Come mi chiamo io? Mussolini, non Rossi". "E allora? - continua - Ho dedicato due foto a una persona che lo voleva. Dov'è il problema?", domanda la deputata Pdl che passa al contrattacco e spiega che "mi meraviglia chi si meraviglia. Che devo fare? E’ mio nonno e a me fa piacere firmare una foto di mio nonno, se me lo si chiede. Mi fa piace