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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

BRUNORI SAS, UN CANTO DELL'IMPOSSIBILITA' PER I 40ENNI DI OGGI

BRUNORI SAS, UN CANTO DELL'IMPOSSIBILITA' PER I 40ENNI DI OGGI

FARO 3-4 / 2017

Sul Faro, un punto di vista sempre diverso tra cronaca, biografie, omissioni, oroscopi e altri accidenti. Mai accomodante, sempre curioso. Il completamento ideale di Babysnakes, il luogo dove le analisi sui fatti interni e del mondo trovano una ideale collocazione. Si parla anche di libri, di musica, di manie, di contraddizioni di questa società dissociata. Ogni fine settimana in formato pdf allegato in casella elettronica. Per abbonarsi basta una mail a maxdelpapa@gmail.com. Il Faro è una abitudine che non stanca mai. In questi numeri: a chi serve la scorta? - I saldi liquidi - Gli economisti schiappe - Che c'entra la CO2 col riscaldamento? Mina e Celentano, fu vera gloria? Montanelli, una biografia - Le cantanti indignate che non muovono una ciocca - Chi è la vittima, chi il carnefice? - Quei sedicenti climatologi in sedicesimo (e in farfallino) - La politicizzazione della disperazione - Se un Paese che non cammina si sceglie una madrina - Cullando gli assassini - Terrorismo

MILLE VOLTE INSIEME

Oggi ho superato i 1000 ebook venduti dall'inizio di questa avventura. Ed è incredibile che, in un catalogo così vasto, il titolo n. 1000 coincida col n. 1. E' questo. Gli altri di oggi, sono: Storie Artigiane Quelli erano giorni Sopra un prato malato L'ammucchiata I ricordi di domani Grazie, è bello sapere di avere tenuto compagnia per mille e una volta (finora...), solo con le mie forze, senza il supporto di nessuno. Tranne chi mi legge. AMAZON SMASHWORDS

LE MILLE BALLE BLU

Se tu Chiudi gli occhi e mi voti Tu non ci crederai! Ma vedo Le mille balle blu E vanno... leggere... e vanno... Si rincorrono Salgono, scendono, per il Blog Blll le mille balle blu Blll le vedo intorno a me Blll le mille balle blu Che volano... e volano... E volano... Blll le mille balle blu Blll mi sento dondolar Blll tra mille balle blu Che danzano Su intrecci di Scie chimiche Dentro a me Gli Skype trillano Chiamo te E folli immagini Giungono Blll le mille balle blu Blll le vedo intorno a me Blll le mille balle blu Che volano Mi chiamano Mi cercano Beppe Impazzisco di gioia Se vedo passeggiar Nel vento Le mille balle blu Un post... ancora... un post... S'avvicinano Eccole... eccole... sono qui... Blll le mille balle blu Blll che me le detti tu Blll le mille balle blu Che danzano Su intrecci di Scie chimiche Dentro a me Gli Skype trillano Parli te E folli immagini Giungono Blll

FIOR DI FOLLIA

Ieri sera alle 11 la Rai 3 ha mandato il programma "Il mio Sanremo" e c'era il mio amico Simone Cristicchi il quale ha raccontato le sue esperienze al festivalone che ha pure vinto, giusto dieci anni fa. Sentir Cristicchi raccontare è seguirlo in una selva intricata di percezioni, sensazioni, impressioni che si fanno ricordi, lui parte dall'emozione e a quella ritorna: in mezzo, condensa una coscienza. Mentre rievocava, coinvolgendosi ancora come fosse stato là, ha accennato a un certo punto alla sua esperienza nei centri di igiene mentale, che non si chiamano più "manicomi", dove accumulò abbastanza traumi da partorire "Ti regalerò una rosa", la canzone con cui nel 2007 trionfò da outsider (lo davano 30 a 1). Se non ci fossi passato anche io, avrei sottovalutato quel lampo negli occhi, colmo di troppe cose da dire, e forse anche da rinchiudere in un brano. Ma non potevo non capire: e così, oggi gli dedico un ricordo, frutto più o meno degli s

I PEGGIORI RAGGI DELLA NOSTRA VITA

Penso che ogni giorno sia come una pesca miracolosa E che è bello pescare sospesi su le cazzate che Virginia fa a josa Io come un cittadino e tu - 'A sindacosa... Mentre fuori dalla finestra S'arza in volo 'na certa brezza ... c'è aria de monnezza Sarà che tu mi sembri davero di un lontanissimo pianeta Hai detto no alle olimpiadi per fa' contenta 'na setta segreta Tutti votano Raggi Per poi accorgersi ch'è la Casaleggio Noi nun faremo come l'artra ggente Questi sono e resteranno per sempre I peggiori anni de 'sta nostra vita I peggiori anni de 'sta nostra vita Strigneme forte che nessuna giunta è infinita I peggiori Raggi de 'sta nostra vita Penso ch'è tremendo resta' pe' strada basiti e muti Come romani dopo un trasporto Come gli ultimi sopravvissuti Forse un giorno scopriremo Che nun v'abbiamo mai Votati E che tutta questa monnezza In realtà nun è mai esistita ('ma

MIGRANTE ANNEGATO, MORTE DELLA CIVILTA'

MIGRANTE ANNEGATO, MORTE DELLA CIVILTA'

VIRGY SPERICOLATA

Voglio una Virgy maleducata Di quelle Virgy fatte fatte così Voglio una Virgy che se ne frega Che se ne frega di tutto sì Voglio una Virgy che non è mai tardi Di quelle che non dormono mai Se chiama Grillo O Casaleggio non sai E poi la troveremo come in gulàg A prendere ordini dal blog O forse non la incontreremo mai Ognuno a rincorrere i suoi guai Ognuno col suo viaggio al cassonetto Ognuno col sacchetto dei rifiuti suoi Voglio una Virgy spericolata Voglio una Virgy come quelle dei film Voglio una Virgy plurindagata Te lo ricordi Citaristi, sì? Voglio una Virgy che non è mai tardi Di quelle che non dormono mai Se chiama Grillo O Casaleggio son guai E poi la troveremo come in gulàg A prendere ordini dal blog Oppure non la incontreremo mai Ognuno a rincorrere i suoi guai Ognuno col suo viaggio Tra i pullman rotti E i buchi nella strada coi cerotti suoi Voglio una Virgy maleducata Di quelle Virgy fatte fatte così Voglio u

QUELLO CHE LE RAGGI NON DICONO

Ci fanno compagnia Certi avvisi di garanzia Accuse che restano con noi E non andiamo via Ma abbiamo già le chiappe strette Che Beppe Lo sentiremo poi Abbiamo troppa fantasia E se diciamo una bugia E' solo una post verità Che prima o poi si svelerà Cambia il vento ma noi no E se ci incasiniamo un po' E' per la voglia di piacere A chi c'è già o potrà cliccare Per stare con noi Siamo così E' difficile spiegare Certe giornate amare Lascia stare Tanto ci potrai trovare ancora qui Con le ordinanze bianche Ma non saremo stanche Neanche quando La Taverna ci dirà "ciao, Nì" In fretta vanno via Tanti grillini senza fede 'Sti stronzi ma che infamità E lasciano una scia (chimica) Certe frasi da bambine Che io ripeto Ma chi le ascolterà E dalle auto blu per noi Siamo passati ai "vaffa a voi" Ma non li contiamo più Se c'è chi non ce la fa più Cambia il vento ma noi no E se c

RIGOPIANO, STORYTELLER IPERBOLICO

RIGOPIANO, STORYTELLER IPERBOLICO

TU VORREI NON VORREI MA CE L'HAI*

Dove vai Quando poi Resti sola La diretta su Skype Non consola Quando Marra ingabbiarono A esempio Trasformasti Campidoglio In un tempio E da allora solo oggi non farnetichi più A guarirti chi fu Ho paura a dirti: la pupù Ora voi Siete già Più vicini Tu vorrei Non vorrei Ma ce l'hai... Come può quel Marra Arginare il mare Anche di Muraro Prende già a cantare Le vie monnezzare E le Cinque Terre Le nomine ardite Subito spartite Sopra il tetto aperto E più giù il deserto E poi Casaleggio Forse fino a maggio... Dove vai Quando poi Resti sola Beppe Grillo Non più Ti consola Tu quel dì Ti trovasti Ad esempio Quasi spersa Nel Comune Così ampio La Taverna sul soffitto i tuoi giorni con lei Tu l'inferno provai* Ho paura a dirti che per te Sono guai Oramai Fra di voi Solo un passo E' arrivato 'Sto avviso Del casso... Come può quel Marra Arginare il mare Di monnezz

LA CONTROFIGURA

Come si convive con la propria irrilevanza? La si accetta, ci si ribella? Ci si rassegna? Io non mi do pace ogni volta che vedo qualcuno cambiare le cose, dirottare la vita di chi finisce in un imbuto. Può essere la cronaca più drammatica, ma basta pure un telefilm, una storia inventata, e vado in pezzi. Io mi sono illuso, disperatamente, che servisse anche scrivere, che bastasse quel tenere compagnia: mi sono arreso: non esiste, non vale niente questo riempire schermi di luce, piccole consolazioni vanitose solo mie, ed è una folle, arroganza, inaccettabile pretendere che qualcuno si abbeveri. A cosa, poi? Alle mie contraddizioni, ai miei vortici di sconfitte? Alla mia impotenza? Non ho avuto il coraggio di mettermi in gioco sul serio, di scommettere tutto per una causa; non sono quello che si getta dal ponte e ne riemerge con chi affonda o muore con lui. Sono uno che galleggia, fingendo di essere cosa non è, chi neanche sa più. E sono passati gli anni, e adesso è tardi: mancano l

EMMANUEL, FINE SENZA GIUSTIZIA

EMMANUEL, FINE SENZA GIUSTIZIA

NEL TERREMOTO

NEL TERREMOTO

FARO 1-2/2017

Con l'anno nuovo, il Faro è tornato più agguerrito che mai. Con una finestra sempre aperta sulle panzane del riscaldamento globale (che risate, in questi giorni), e ancor più concentrato sui misfatti di casa, sulle assurdità che ci raggiungono, sull'attualità da ogni parte. Una direzione che nel 2017 sarà sempre più marcata: i commenti sui fatti più urgenti, dalla politica all'informazione, dalla cronaca al costume, le recensioni, le novità, verranno dirottati tutti nel Faro; Babysnakes resta per i temi più personali, come un diario che completa la rivista. Perciò, se sei un lettore del blog, non mancare di abbonarti al Faro. Basta una mail per ricevere tutte le istruzioni. Il Faro è sempre più impegnato a illuminare ogni realtà.

PERCHE' HO SCRITTO "FOTTUTO"

A distanza di un anno, questo libro fa ancora discutere. "Perché l'hai scritto?" mi domanda un lettore che non si firma "è troppo crudo, troppo spietato: io voglio continuare a credere al mio sogno". Credici, ignoto amico: qui non ci sono messaggi, c'è giusto un raccontarsi senza ulteriori pretese, è un libro scritto per chi l'ha scritto e non c'è neanche tutto, c'è quello che poteva starci. Sono, anzi, stupito che abbia suscitato tanto riscontro; semplicemente, per me era importante fare il punto su una larga parte di vita, perché questo è quello che ho sempre fatto. No, non ci sono messaggi, c'è, piuttosto, una riflessione di fondo: quanto è facile perdersi, anche senza indulgere nella mitologia viziosa da star. Altri l'hanno scampata, a me è andata così. La vita, poi, continua, tant'è vero che sono ancora qui a scrivere. Io non volevo né consolare né dissuadere nessuno. Questa è la storia mia, e di nessun altro: l'importa

LETTERA AD UN WEBETE

Capita che un artista bravo, capace - anche un amico, ma questo non rileva - faccia un video e lo metta su youtube. Capita che il video circoli, come merita, ma capitano anche i soliti stronzi che, preoccupati dal talento, trovino modo di inserire commenti offensivi senza capo né coda: internet serve a questo, non è vero?, dalla post verità all'eterna pochezza avvolta nell'anonimato. Non spiegano, insultano e basta e non conta che abbiano dodici, venti o cinquant'anni, che siano imbecilli da cameretta o aspiranti mostri di quelli che non dispiacciono a don Mazzi, comunque è gente inutile, miserabile, la loro storia si esaurisce alla nascita, la propria viltà non consente identificazioni ma tanto non cambia mai, ha sempre lo stesso sapore dell'invidia sordida, rancorosa. Il mio amico è un po' deluso, ma gli consiglio di far tabula rasa: gli inutili, i falliti vanno eliminati sempre e per sempre, non servono neanche come concime e non sta scritto da nessuna parte

UN INCIDENTE ANNUNCIATO

Poche righe in cronaca: la procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per lo studente Domenico Maurantonio, precipitato da un hotel in una notte di gita scolastica. Incidente, dice la superperizia, che non sarebbe la perizia principale ma quella del più forte; la consulenza della difesa sosteneva altro: non è stata neppure presa in considerazione, il gip ha negato la perizia richiesta da un sostituto procuratore e un procuratore aggiunto. Se non è giustizia annunciata questa! Ma come sarebbe andata a finire si era capito subito: troppo bravo quel ragazzo, senza grilli per la testa - uno di quelli che a don Mazzi non interessano, non gli servono, troppo umili e disperati quei genitori che chiedevano giustizia con la testa fra le mani e non sapevano come vendersi ai media. Non sapevano neppure, meschini, che la giustizia è un lusso, costa cara. E si era capito anche dall'omertà dei compagni, da quella preside che infastidita diceva di non farla tanto lunga, insomma. Si, vo

CULLANDO I CARNEFICI

Adesso se ne accorgono, che a far fare ai mocciosi tutto quello che vogliono poi si allevano dei mostri. Adesso lo capiscono, che a non reagire ai loro soprusi di menti bacate in costruzione, a dargliela vinta sempre, ossessivamente, a casa come a scuola, ad abolire i voti, i criteri, le valutazioni, a non chiedere loro niente, a farli passare tutti per ottimi, per fuoriclasse, per genii anche se sono delle capre, si fomenta la paranoia. Adesso lo ammettono, che negare un brutto voto non è un atto di resistenza contro il capitalismo liberista o la negazione eversiva della società liquida, dell'altro mondo possibile, delle pari opportunità ma una stupida allucinazione di stampo noglobal, un sindacalismo isterico che ha preso piede nelle scuole, nelle case, negli uffici, dappertutto e i risultati sono la scure per i genitori rompiballe. Adesso, si comincia a sospettare che fare di un Pietro Maso un eroe e di una Erika "la tosa più brava e più bella che ho mai avuto", c

DE FILIPPI PADRONA (E NON DA OGGI) DI UN FESTIVAL IN CRISI D'IDENTITA'

DE FILIPPI PADRONA (E NON DA OGGI) DI UN FESTIVAL IN CRISI D'IDENTITA'

LE ANTICHE OFFESE

Questa foto, ricevuta proditoriamente da un amico e che ho subito riproposto in modo autoironico, in realtà nasconde una storia o meglio ha riacceso una storia in me. Quella della mia vita. Nel 1994, alla vigilia dei 30 anni, mi operai, per ragioni più sanitarie che estetiche: quella pinna che mi portavo appresso al posto del naso era rotta in più punti e non respiravo più. Ma respiravo poco e male anche prima, in un certo senso: siccome io ero un reazionario, e non capivo niente di valori quali la tolleranza e il rispetto, al liceo mi chiamavano Picchio, Pippo Franco, Battiato, eccetera; giravano argute prese in giro, divertenti paradossi e spiritose caricature di me impiccato per il naso, che deliziavano anche alcuni professori marxisti. Nessuno mi ha mai difeso, i miei pianti e le mie insicurezze me li sono dovuti sciroppare (e custodire) da solo e non posso dimenticare le contorsioni del collo per scrutarmi di profilo allo specchio. Ma era giusto, io non ero un militante, non

NON PIANGETE BOWIE, IL DUCA E' RISORTO PER NON MORIRE

NON PIANGETE BOWIE, IL DUCA E' RISORTO PER NON MORIRE

LA RAGGI MERITA LA RAGGI

Si fa strada una impostazione buonista secondo la quale la Raggi merita compassione intanto perché è una donna, poi perché è una sindaca e infine perché le stanno tutti addosso e nessuno merita un trattamento del genere. Scusate, ma la ragione per cui le stanno addosso qual è? Malanimo fine a se stesso o malgoverno non fine a se stesso, ossia inteso a mestare, a promuovere, a strapagare le proprie clientele, a prendere ordini da una opaca società privata, a non svolgere un atto che sia uno contemplato dal mandato istituzionale, a mentire in modo anche risibile, a passare di figuraccia in figuraccia, ad esibire topiche istituzionali clamorose, a sottrarsi ad ogni confronto, a non accettare altra dialettica che quella con "Beppe", cioè obbedienza indiscussa e fanatica, a frignare ogni tanto come una comare, a fuggire dai propri dovere per accudire il pupo? Non basta: i buonisti dell'ultim'ora forse no, ma io me la ricordo la signorina in tutta la sua spocchia al mo

I MIEI PASSI CHE HANNO SCAVATO LA NOTTE

Non importa quanto possano girare i miei pezzi, quanto siano letti, discussi, condivisi: è la soddisfazione di un attimo, mentre il malessere è di una vita. Non ci sarà mai risultato in grado di guarirmi, io lo so, e mentre scorgo il lato patetico di ogni cosa, i giorni sfilano implacabili. Questa sensazione di non vincere mai, io la frequento. Questa condizione di inseguitore, di battuto, di rassegnato, io la abito. Ho imparato a non spiegarla più, l'anima che ho la indosso e basta, e neppure posso fare molto per accomodarla. E' una camicia di forza che sta dentro: raramente la sento confortevole, più spesso è piena di spine che torturano. Come è lontano tutto, mentre ascolto quelle fitte! E non ricordo un'ora in cui la mia condizione, il male che sono, mi abbia lasciato: mai, neppure nei momenti d'incoscienza, d'allegria forzata, di effimero successo, di voglia di reagire. Costantemente io mi sono sentito macigno per me stesso, e i miei passi mai sono suonati

STORIE ARTIGIANE

AMAZON SMASHWORDS  e su tutte le altre piattaforme digitali Una inchiesta su chi lavora e non si rassegna. La fatica, le conquiste, le rinascite, il sangue e l'amore per un mestiere, una  terra, una missione: quella della libertà. Di questo libro vado particolarmente orgoglioso, per ciò che racconta, per come è raccontato.

ROLLING STONES, SCEMPIO DI CAPODANNO

Chi fa scempio a Capodanno... Il primo di gennaio la Rai, sul canale 4, ha deciso di inaugurare il 2017 dedicando una intera serata ai Rolling Stones, in particolare al memorabile concerto cubano del 25 marzo dell'anno scorso: una autentica impresa, per le implicazioni, i significati geopolitici prima ancora che musicali, la complessità dell'operazione, simile ad un autentico sbarco militare, rinviata una prima volta per la visita di Obama, quindi mantenuta a dispetto della visita immediatamente successiva di papa Francesco. Mai nell'isola si era osata un operazione di tali dimensioni, e i cubani, che negli anni Sessanta e Settanta venivano spediti in galera se sorpresi ad ascoltare le canzoni degli Stones, attendevano il gruppo come l'epifania definitiva, gli alfieri di una libertà finalmente raggiunta e irreversibile. Scelta incoraggiante, pertanto, quella della Rai, perfino inattesa, perché da quelle parti non sono molto abituati a maneggiare adeguatamente la

CAPODANNO IN RAI, UNO STRAZIANTE SPETTACOLO A CUI DIRE BASTA

CAPODANNO IN RAI, UNO STRAZIANTE SPETTACOLO A CUI DIRE BASTA