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QUASI BLU (CHET BAKER)


Perché la suona un angelo dimesso

QUASI BLU (CHET BAKER)
Tu sei il mostro bambino senza età
La spugna di tristezza quasi blu
La nostra compagnia di gente sola
Filo di suono che si stende e evade
Dalla gabbia della prigione, su
Per varchi nella nebbia parigina
D'arabeschi, su fino alla luna
La mattina più livida e truce
Sei la notte spesa a lavorare
Senza posa, a piangere e fumare
Dentro la luce nera di candele
Mare grigio di spuma che si sfascia
In vapori di schiuma sullo scoglio
Lascia sospiri che nessuno coglie
L'occasione avuta tardi, morta
Nella tempesta quieta dei rimpianti
Sei la rassegnazione senza sconti
Nuda festa per noi che abbiamo in serbo
Laghi di gocce ferme, commozioni
Pazze, pozzanghere di lacrime
Un dolore ruvido e straziato
A cascate. Tu sei l'infinito
Tuono d'un sussurro, il buffo lusso
Di dirlo in un soffio: mi fai schifo
Mondo ma ti amo, amore e ti amo
Tetra solitudine bendata
Dall'umanità che m'hai bandito
Dei normali. T'amo, vita infame
Che d'arte rovino e di contorte
Storie che nessuno può capire
L'abitudine della solitudine
La vertigine sei dello squallore
Del languore di buttarsi via
Con orgoglio e voglia d'eleganza
Il cadavere chiuso nell'armadio
La scommessa da perdere, lo squillo
Di tromba che è bello senza scuse
Perchè la suona un angelo dimesso
Sei le grinze che scavano il cuore
Mentre lo scaldano, sei l'eterno scandalo
D'un volo a capofitto da un balcone
Sei la fine di tutti gli eroi
Eccetto te. Che sei come sei
Quasi triste. Quasi blu. Sei tu

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