RIVOLUZIONE
CERCASI
Mi
trovo personalmente in seria difficoltà. Vedo in modo molto chiaro,
forse più di altri, forse da più tempo di altri, che siamo finiti
dalla gestione di un porco a quella di un frigido, il che è anche
peggio. Capisco che Monti ci sta distruggendo, se per sua deficienza
personale o per mandato di qualche centrale internazionale cambia
poco, e intuisco che non si fermerà. È anche bugiardo: “Niente
manovre aggiuntive”, e intanto ogni giorno dieci tributi, prelievi,
balzelli al limite del ridicolo o dell'offensivo. Qualcosa che sta
fuori dalla logica, dalla realtà e perfino dalla follia. Un prete in
Lombardia ha assolto preventivamente i parrocchiani dal peccato di
evasione fiscale: “Se pagate tutte queste tasse non vivete più,
non potete farcela”. Non ci si può fidare, ha aggiunto, di uno che
impone una Imu punitiva ma, venendo dal mondo bancario, esenta le
banche. Non si può neppure sopportare, aggiungiamo, uno che tutti i
mesi aumenta le bollette dell'energia, che ogni giorno ritocca in su
la benzina che è già la più cara del mondo. Questi pazzi
pericolosi non si fermeranno se qualcuno non li ferma. Hanno anche il
sostegno della politica dei partiti, in essa compreso il suo peggior
prodotto, il presidente Napolitano, che ha imposto Monti al Paese
dopo averlo fatto senatore a vita. La mancanza di democrazia non sta
tanto nell'investitura del professore della Bocconi, nominato
dall'estabilishment votato dai cittadini, ma da una azione ormai
fuori controllo, senza più limiti e oltretutto priva di qualsivoglia
utilità. Più Monti constata che le sue manovre non servono, e più
le dilata. Ormai è una partita fra lui e la logica, sulla pelle di
60 milioni di persone. Ma ci sarà pure un modo per combattere questa
sincope della democrazia, questo vuoto di scopo sullo scenario
mondiale, questa sudditanza bancaria a un wurstel chiamato Merkel,
senza ricascare nella trappola marxista, nel troiaio berlusconiano o
nella simonia alla “comunione e liberazione”.
E
allora, io che ho sempre condannato le rivoluzioni ludiche, la
violenza estetica, le ribellioni inscenate, proditoriamente mi
chiedo: quand'è che una rivoluzione si giustifica, o si impone?
Quando scatta il limite della nonsopportazione, quando abbattere il
tiranno non è più solo fisiologico ma addittura urgente?
A
queste domande io non so rispondere. Non so rispondermi. So di essere
pericolosamente vicino a scrivere qualcosa di eversivo. E, a scanso
di equivoci, preciso che non sto ancora caldeggiando l'insurrezione
armata; se non la vagheggio, va da sé che continuo ad avversarla. Ma
anche continuare a subire è assurdo, oltre che criminale. Ergo: che
fare? Le tre palle al re no, la bombetta all'arciduca nemmeno, le
lettere minatorie ad Equitalia neppure, i centri metropolitani a
ferro e fuoco meno che mai. Anche se a Napoli un avvocato-esattore di
Equitalia si è appena dimesso, dopo il suicidio di un amico
perseguitato dall'agenzia del fisco. Ha lasciato per rimorso, ma
anche per paura: i suicidi continueranno, Equitalia, ha detto,
applica metodi militari per spingere la gente alla disperazione. Il
che evidentemente a Monti sta benissimo.
E
allora, fare cosa, come? Ha senso, ha qualche possibilità una
protesta, una ribellione pacifica? Forse l'avrebbe se adottata da
tutti. Ma gli italiani, oltre che propensi ad aggirare ciascuno a suo
modo le leggi che non piacciono loro (cioè praticamente tutte quelle
che li limitano, cioè tutte), sembrano al momento ancora
frastornati, increduli di quello che si sta abbattendo su di loro.
Guardie in divisa, come nel libro di Pinocchio, che li fermano, in
macchina o a piedi, e gli chiedono conto di un cono gelato. Tasse
perfino per dormire in albergo, per fare il bagno al mare, per
scopare o respirare. Pagare tasse è diventato il primo lavoro, per
molti l'unico. E bastonate terribili alla minima irregolarità. Siamo
passati dal lassimo generale e inarginato, complice la politica, ad
una severità da regime di polizia, che le tecnologie attuali rendono
asfissiante. Così non lo raddrizzi un popolo e non lo salvi un
Paese, così ammazzi solo il cavallo a bastonate. Tutti i maggiori
economisti stanno ammettendo che non ha senso l'ossessione di Monti,
i conti in ordine, se poi non rimane più niente da contare.
Ammettono pure che è delirante pretendere di rianimare un'economia
comatosa impedendo a chiunque di lavorare: i tre, quattro suicidi al
giorno non sono emulativi, non sono pretestuosi o figli del
tardoromanticismo borghese, sono indotti da una schietta
disperazione, dalla consapevolezza che lo Stato, dopo averti sparato
alle ginocchia, ti lascia morire dissanguato e se mai ti finisce a
calci. Qui non lavora più nessuno, e presto nessuno sarà neppure
più in grado di spostarsi, divertirsi, scaldarsi se fa freddo. Di
nutrirsi. Di vestire i propri figli. L'Italia è un popolo
tragicamente spaventato, patologicamente depresso. Un popolo malato.
La realtà è questa, considerare, come fa l'informazione al
guinzaglio, che “comunque la ricchezza delle famiglie italiane
tiene” è solo una sordida propaganda di regime. E di nuovo mi
chiedo: ha senso subire ancora, sapendo che siamo una nave dei folli
condotta da uno Schettino gelido e spietato? Ha senso, sapendo che
non si fermeranno? La
spendig review è fumo negli occhi, i partiti hanno confermato
carta bianca Monti, in pratica dandogli mandato di finire il lavoro
sporco: strizzare gli italiani come gamberetti.
L'ex
comico Grillo, che oramai mette addosso una sensazione di tetro, di
grottesco, ha detto: fottiamocene una buona volta dell'euro, usciamo
e ricominciamo da capo, da soli. La pensata non è sua e forse
proprio per questo minaccia d'essere una buona pensata. Il guaio è
che sembra quasi stonare nel profluvio di insulti, invettive,
maledizioni e ricette deliranti (se avete scorso il suo programma
politico, c'è da rabbrividire: roba che neanche Pol Pot in salsa
digitale). Io vi odio, a voi potenti, vi odio a tutti quanti,
cominciando da quella vergogna di Berlusconi per finire con
quell'incubo di Monti. Ma più di tutti odio proprio Grillo, perché
di una ribellione totale, collettiva, intransigente, anche cattiva, e
soprattutto fuori da questo sistema, c'era bisogno. C'è bisogno. Ma
non così, per Dio, non in questa forma tra il cabaret e la suburra,
non con questo infantilismo senile, non con questa volgarità
sbracata e senza alcun rigore. Leggo che Grillo sta facendo proseliti
tra gli ex missini, i nostalgici del duce. Non mi stupisce, nel suo
inveire, nella sua violenza c'è molto della volgarità fascista e
neofascista, molto del “boia chi molla”. Anche lui è un vicolo
cieco.
Eppure
di una ribellione non ideologizzata ma condivisa, intransigente,
colpo su colpo sul campo di battaglia delle idee, delle competenze,
della preparazione, del rifiuto motivato a questo stato senza
nazione, questo Leviatano impazzito, c'è un fottutissimo bisogno. Di
rivoluzione c'è bisogno. Non della sua rappresentazione. Di un Havel, non di un Grillo.
Si,sembra non sappiano fare altro che tassare compulsivamente.
RispondiEliminaPer il resto non esistono;hanno detto o fatto qualcosa per frenare l'ondata di violenza che in questi giorni si è manifestata?
Qualcuno dovrebbe informarli,suggerir loro di leggere anche qualche pagina di cronaca oltre a quelle di economia.
anche leggere qualche pagina di economia, per cominciare, non gli farebbe male.
RispondiEliminaPensare che si stiano "sbagliando" è come credere che bossi o rutelli non sapessero nulla dei propri affari.
RispondiEliminaQuesti non sbagliano mica.
Almeno dal loro punto di vista.
l'ho letto tutto...perchè pensavo che arrivasse un'idea.
RispondiEliminapeccato
quindi non hai idee. peccato.
EliminaSì, c'è un modo, rifare il 14 luglio....però non siamo la Francia e gli Italiani non sono i Francesi che si sono ribellati a un insopportabile e crescente salasso fiscale, decretato e benedetto da una monarchia corrotta e ormai marcescente, in virtù di antichi principi d'ingiustizia, a tutto vantaggio dell'aristocrazia melmosa e decadente e tutto sulle spalle del terzo stato, ossia della borghesia e del popolo basso....gli italiani invece, sebbene siano sempre più salassati, s'inculano gli uni con gli altri e continuano ad andare a votare chi li salassa...supremo esempio di popolo cialtrone givernato da cialtroni...finiti nelle grinfie di professoroni sadici e incompetenti
RispondiEliminaDavide, Milano
'sto 14 luglio ha rotto le palle. l'avevo già detto?
EliminaSi, ma il 14 luglio è l'unica cosa che ci può salvare, da noi, poi, in Europa, ci vuole una nuova Valmy
RispondiEliminapurtroppo non l'avremo mai...è anche per questo che me ne vado via...italiani papisti e rammoliti !
Vive la Nation (non quella italiana, ma è ovvio)
Davide, Milano