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Commenti

  1. Monti è un pagliaccio nelle mani di Berlino, lo hanno capito tutti, poco altro. Avrebbe dovuto dare la frusta al cavallo Italia (rectius somaro), ammorbato da anni di criminale (perchè responsabile del peggior disastro economico finanziario italico dopo la WW II) berlusconismo/bossismo, cercando di evitare il baratro da default, ma avrebbe dovuto anche agire per riagguantare la crescita, da troppi anni soffocata.
    Come ?
    Vendendo asset pubblici,alias privatizzando, per abbattere lo stock del debito che genera interessi e tagliando spesa pubblica improduttiva, da un lato, e diminuire la pressione fiscale, dall'altro, proprio con le risorse liberate dai tagli.
    Tutto ciò Monti/Berlino dipendente non lo fa.
    Continua ad agire solo sul lato delle entrate, delle tasse per arrivare a conseguire sempre più improbabili avanzi primari in funzione della riduzione (troppo lenta) del debito: via insidiosa che sta dissanguando e strangolando il paese, altro che crescita.
    Perchè non lo fa ?
    Se lo facesse, toglierebbe ai partiti il loro brodo di coltura, il loro humus, dove vivono e succhiano risorse nei modi più indecenti e schifosi possibili.
    Poi c'è il problema dell'Europa e delle sue politiche di stretto rigore fiscale ispirate da Berlino, a danno, in primis, dei paesi Mediterranei, finanziariamente indisciplinati, Francia compresa: oramai è di tutta evidenza, la storia lo conferma di nuovo, che l'idea stessa d'Europa, come casa comune dei popoli che la abitano, si è sbriciolata, perchè incompatibile con una Germania che ha pienamente riacquisito il suo ruolo di potenza di primo piano, dopo essersi riunificata e liberata del tallone dei vincitori della WW II.
    Cosa potrà accadere per cambiare il corso degli eventi, che, diversamente, spaccheranno l'Europa in due: la Grande Germania e i suoi satelliti, da un lato, prosperi e ricchi, e tutti gli altri, dall'altro, poveri e derelitti, più o meno al servizio degli infidi teutoni (quello che la Germania ha già cercato di fare con le baionette e le divisioni corazzate nel 1870, 1914 e 1940, historia magistra vitae).
    Allo stato non è dato sapere, ma i cugini transalpini, alle urne domenica, potrebbero indicarci la via per una vera rinascita, almeno lo speriamo.
    Allons enfants de la patrie !

    Davide, Milano

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