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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

FOTTUTO

AMAZON SMASHWORDS "Dovevo regolare i conti. Con me stesso anzitutto. Certo è uscito un libro brutale, che non mi aspettavo. Ma mi è servito ad accettare la vita come è stata, senza false consolazioni. Mi servirà a fare punto e a capo, verso un domani senza lineamenti. È tutto vero, eppure a leggere non sembro io. Se, arrivato alla fine, non vorrai più essere amico di chi hai scoperto davvero, lo capirò".

GLI ULTIMI

Li riconosci subito. Hanno laghi negli occhi, di dolore, di sgomento, di stupore. Li riconosci quegli sguardi vacui in apparenza, che tradiscono il disagio di sapersi in ritardo, sempre compatiti, sempre tenuti da parte, a volte spinti avanti. Si portano addosso un odore patetico, denso e inconfondibile; nessuno vuole stare con loro. Vivono rinchiusi in una fotografia, c'è un cantante che li abbraccia, e ingiallisce ogni giorno, ad ogni sguardo. Momenti d'ingenua beatitudine custoditi nei diari che nessuno legge, pieni di niente, reliquie patetiche proposte a parenti che non vogliono saperne, ad amici che proprio amici non sono, che non vogliono entrarci in quelle camere atroci dove c'è tutto che manca, c'è tutto che stona, i santuari strazianti della claustrofobia. Ma loro s'illudono, con disperata forza, perché nel loro stare indietro qualcosa capiscono, l'essenziale lo colgono: io non sono come voi, io debbo venire dopo, nessuno sa bene cosa farmi fare,

GIANNI TOGNI - IL BAR DEL MONDO

Me l'immagino avanti ai suoi fantasmi. I ricordi di cosa fu e non fu. Me lo vedo in fronte ad uno specchio, le sue corde, a dire “chi sei tu?”. Questo è il disco che tanti senatori non riescono più a fare. Uno su tutti, Renato Zero. Questo è il disco di una orchestra di sessantasei elementi, però mai tronfia, mai ridondante: serve alla brezza, ad un respiro pop rock, ora progressivo, ora psichedelico. Questo è un disco alternativo, sì, ma per davvero: alternativo agli alternativi. Sono cinquantadue minuti di musica musicale, di melodia, di ricerca, suoni analogici elaborati da musicisti esperti (basti sentire le chitarre, mai una volta banali). È anche un disco astuto nella sua maturità perché calibrato, dove i cliché ci sono, pensiamo al refrain di “Nel '66”, ma sono cliché di cliché, come modi di dire che però trovano un senso pieno, inevitabile nella costruzione complessiva. Sono porte d'entrata. Questo è un disco da sentire, da avere, perché è il disco di un quasi

A FUTURA MEMORIA

Qualcuno ricorderà la vicenda dell'agenzia americana, assertivamente operativa a New York e intestata a due individui dal nome singolarmente coincidente ad attori di serie tv, che affermava di raccogliere contenuti a carattere musicale per conto di Apple. La faccenda poi andò avanti come segue: questo (in italiano, si rivolgessero al galoppino) è il testo della diffida che precede una azione legale da parte mia, depurata solo degli elementi strettamente personali.  Naturalmente, dopo tante patetiche minacce, per le quali pretendevano significativi obblighi di riservatezza, benché in base a nessun elemento scritto, gli individui in questione sono spariti senza pagare alcun debito . Restano dunque insolventi, confermando ogni sospetto sul loro conto. Cosa che a me premeva dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio, al di là di un residuo interesse per la somma a mio credito. Chi legge prenda nota e, se crede, faccia girare, a futura memoria Oggetto: Massimo Del Papa / Bridgehe

Rolling Stones, il ritorno al blues

Rolling Stones, il ritorno al blues

FARO 15/2015

Quello di chi parla molto, ascolta poco, combina meno. Con un paio di succose anteprime... Il Faro, sempre più tutto dentro. Solo per chi si abbona,

A TRADIMENTO

Poco fa rientravo dal dentista, che è una situazione double face perché ormai siamo amici, però mi sta ricostruendo una bocca diroccata e fa un bel male. Tornavo a casa e ho sbattuto contro un attimo che mi ha stordito, non c'ero più abituato: un uomo giovane, forse un padre di famiglia, nella sua macchinina, la camicia azzurra, le maniche fatte su, il nodo della cravatta allentato. Anche di questo è fatto un tramonto, anche per quello sconosciuto passava la primavera: ho rivisto mio padre, che tornava la sera, la giacchetta sulla spalla, stanco e contento come chi si è guadagnato la giornata, e quello che resta, quel languore stremato, quel sorriso orgoglioso e un po' paraculo, lo dona alla famiglia. Così anche i padri dei miei amichetti. Tutti la stessa espressione avevano la sera. Non nascondo che spesso con un pretesto scendevo in strada a spiare quello spettacolo banale, perché era la città che viveva e rifiatava. Ho sempre adorato la città, i suoi palpiti, le pulsazi

STUPIDAGGINE

Che stupidaggine la trovata della presidente della Camera Boldrini volta a cancellare la incisione su Mussolini dall'obelisco al Foro Italico. Stupidaggine non del tutto innocua, perché la terza carica dello Stato non dovrebbe perdersi in simili bambinate senili (la proposta viene da un reduce dell'Anpi) e perché è preoccupante il modo in cui la carica in questione percepisce se stessa, a un passo dalla ybris. La faccenda, come la racconta il Tempo , è andata così: esaltato dalle celebrazioni e dai canti partigiani a Montecitorio, un ospite ha proposto alla presidente: "Dopo tutto quello che ci siamo detti penso che dovremmo fare qualcosa per ripulire tutte le strade d’Italia dal fascismo che sta ritornando e oltretutto di abbattere quella colonna al Foro Italico con la vergognosa scritta 'Mussolini dux', quella è ora di abbatterla!". Laura Boldrini avrebbe risposto: "O per lo meno è ora di togliere la scritta". Ora, a parte la retorica sull&#

FARO 14/2015

Questa informazione è tutta un pettegolezzo. Il Faro, l'elettrorivista di MDP, ogni sabato in pdf nella email di chi si abbona. Questa settimana, sei dischi per sei fanciulle. E molto altro. Il Faro, tutto dentro.

CROWDHELPING

La preoccupazione da voi manifestata per il mio piccolo “Facebook incident” mi fa piacere ma mi dispiace. Mi gratifica per l'affetto, non c'è bisogno di dirlo, ma mi stranisce per l'ansia: io, per me, ero, posso garantirvelo, di una indifferenza zen al netto del disagio conseguente alla sorpresa. Mentre mi accorgevo di reazioni ben più allarmate “in entrata” – qualcuno è arrivato a telefonarmi mentre stavo sotto i ferri del dentista: perché mi hai bannato? No, era il contrario, ero io ad essere stato bloccato, anche se a nessuno è venuto in mente: ben mi sta, tu chiamala se vuoi Nemesi del web.  Allo stesso modo, quando ieri quella banda di idioti mi ha comunicato che tutto era stato ripristinato non essendo io una blasfemia ma un cognome reale riferito a un essere umano (disumano, dice qualcuno), ho registrato, sempre da parte vostra, una esultanza che mi ha lasciato un po' perplesso: quasi fossi tornato dal sepolcro. Ora, se la preoccupazione sorge dalla presa

AGGIORNAMENTI

L'agenzia sedicente per conto di Apple continua a minacciarmi e sono andato preliminarmente a segnalarli alla polizia. Sto preparando, tramite mia moglie, avvocato, un esposto direttamente al giudice,  e, per conoscenza, alla polizia postale, contemplando anche i referenti italiani e producendo ogni materiale, incluse le email che invitavano ad aderire al "progetto musicale Apple". Naturalmente le produrrò anche qui, con ogni minaccia, menzogna e ricatto: ti paghiamo il dovuto se cancelli i post", "non devi divulgare informazioni confidenziali" - inesistenti, mai certificate da nessuna carta, nessun contratto. Intanto una anticipazione: "I nostri legali ti scardineranno il blog". Già questo dice molto dei soggetti. Non aspetto altro:  così si sostanziano le minacce. Io troverò sempre un modo di far sapere tutto. INTANTO SONO DI NUOVO SU FACEBOOK.

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Comunico che Facebook ha bloccato il mio profilo improvvisamente sospettando che "Del Papa" non sia il mio vero nome ma un simbolo religioso. Sono dei poveri deficienti che credono di amministrare uno stato totalitario e sto cercando di fare ragionare un algoritmo gestito da idioti. Questa è l'idea che questo social di alienati ha della sicurezza; inoltre, decidono senza appello l'uso della punteggiatura e dei simboli grafici: io volevo semplicemente rendere maiuscola la d di "del", questi la hanno riferita a specificazioni pontificali. Speriamo si convincano una volta verificata la mia patente. Personalmente vivo benissimo senza, ma siccome mi state chiedendo spiegazioni, anche per telefono, della mia "sparizione", mi corre l'obbligo di informare chi mi segue. Anche per confermare che questa allucinazione non è una cosa seria, e che dai social, da Facebook in particolare, conviene stare il più alla larga possibile, cosa che spero di poter

Musica, l'ombra di tangenti e ricatti per andare in radio - CORRUZIONE

Musica, l'ombra di tangenti e ricatti per andare in radio - CORRUZIONE

CASI DI SALUTE PUBBLICA

Ma perché i sorcini mi scrivono chiedendomi se ho visto Renato da Maria? Che siamo, tra compagni di scuola, nì? Questi sorcini, che io chiamo “socini” con allusione alla setta dei sociniani, XVI sec., non hanno capito niente, forse sono io che da anni scrivo invano: tanto mi ha appassionato, e a lungo, il loro idolo, tanto non mi ha più convinto da un certo momento in poi. Tronfio ma inconsistente, un carillon senza musica. Inoltre, se proprio vogliono sapere a cosa mi sono dato ieri sera, ebbene ho preferito come sempre la rete, da cui ho attinto un episodio di CSI Cyber e poi, ahimé, sul fantastico padre Brown della BBC sono stramazzato perché ho avuto una settimana difficile in un mondo difficile. Ma come potete pensare che uno normale di testa stia a verificare il peso forma de Renà al cospetto di una fra le peggiori vestali televisive di ogni tempo? Passando a volo di zapping, da Maria c'era un cuoco e non ho capito la gente che strillava; si vedeva la Emma lanciarsi occh

IL MATTINO HA IL FIELE IN BOCCA

Una mattina come quella appena trascorsa, Stephen King se la sogna. Anzi, non riesce neppure a immaginarsela. Niente di spaventoso, per carità, ma di allucinante, tendenza distruttivo, quanto se ne vuole. Cominciamo col dire che la mattina si annuncia dalla nottata, questa sì da incubo per colpa di Camillo, il gatto a nove chili che Dario Argento non vorrebbe mai avere. Non si sa cosa avesse: ha rotto i coglioni ogni minuto di ogni ora fino all'alba. Piangeva, correva, grattava la porta, la sfondava, voleva mangiare, poi non mangiava, poi tornava a piangere, poi buttava per terra i soprammobili, non avrei mai pensato di arrivare a sculacciarlo ma ci ha fatto davvero perdere la testa. All'alba, mentre mia moglie, ridotta uno zombi di Romero, si preparava per uscire, lui si è spalmato sul letto e si è messo a ronfare. Siccome mi sentivo in colpa, perché questo gatto mostruoso ho insistito io per “adottarlo”, ho deciso di farmi perdonare rimettendo a posto casa. Bravo merlo.

ALLA SUA ETA'

Ho letto uno stralcio del nuovo libro di Paolo Madron con Luigi Bisignani “I potenti al tempo di Renzi”, quello in cui si parla dell'esperienza di Berlusconi ai servizi sociali nell'ospizio di Cesano Boscone. Vi si racconta di come lui si sia adattato senza problemi nel nuovo ruolo, al punto da soccorrere gli ospiti più gravi, imboccandoli e addirittura svuotando i pappagalli, che da quelle parti non sono simpatici animali da compagnia ma lugubri contenitori per le scorie. Due di loro, inoltre, gli sono morti tra le braccia. Situazione che lo ha segnato, anzi lo ha inciso come poche cose nella sua incredibile esistenza. Ecco. Io ho scritto per anni peste e corna di questo personaggio, e non rinnego niente. Ma non mi sono voluto accodare a chi, per isteria o per calcolo, lo dipingeva come suscitatore di terremoti e lo metteva perfino dietro la strage mafiosa di Portella della Ginestra. Io non sono un carrierista. E, vi piaccia o meno, vi dico che uno abituato a un genere di

FARO 13/2015

"Il Faro per me è un  compagno insostituibile, anche in viaggio". E allora, viaggiamo ancora un po', schivando le trappole. Il Faro, l'elettrorivista di MDP. Il Faro, tutto dentro.

BASTA COSI'

Qui si è perso il senso della logica. Chi si esalta per la fine di un ragazzino di vent'anni (ucciso da un coetaneo anche lui distrutto) non ha molte scusanti, ma fare di Carlo Giuliani un eroe, un martire del risorgimento moderno, una coscienza civile proprio non si può sentire, non sta in piedi neanche con un miliardo di puntelli. Leggo che la collana di fumetti militanti BeccoGiallo gli ha dedicato un libro e va bene, questa è propaganda, serve a perpetuare falsi miti, chi legge trova esattamente quello che cerca in una rassicurante estetica noglobal. Banalizzazioni e distorsioni in forma di balloon. Ma se a distanza di quasi 15 anni qualcuno mi spiega cosa ci fu di eroico nell'assaltare una camionetta con un estintore a volto coperto, gliene sarò grato. Possibilmente con un minimo di raziocinio, non per slogan deliranti. Alcune cose vanno messe in chiaro: una sta nella curiosa attitudine nazionale a mettere un ex capo della Polizia in cima a un carrozzone industriale s

PIEDONE LO SBIRRO

Parte 1 Chi non lo ricorda? Talmente celebre da essere diventato un modo di dire, sulla scia di una colonna sonora memorabile. Era un polizi(ott)esco? Era un comico? Era docufiction ante litteram? Di sicuro è la madre di tutte le Gomorre, ma molto più umile e godibile. Andate a vedere dove e come comincia: al porto di Napoli. E non manca nessun tema: le contraddizioni partenopee, gli stranieri che nel gran casino napoletano s'integravano naturalmente, diventando parte della Babele demenziale. La camorra con la sua spietatezza ma anche lei in crisi d'identità, lacerata dalla guerra tra vecchia scuola e nuovi boss, più spietati, determinati a spennare per bene la gallina dalle uova d'oro della droga. Che non era affatto mitica, neanche allora: né impegnata né di sinistra, puro marketing, nient'altro. C'è una battuta che da sola riassume il travaglio di un'epoca: “Datemi tempo e io ai ragazzi gli farò fumare pure 'o Vesuvio” dice il Barone, che poi finis

ADDIO, FORUM DI MOSCHE

Uno straziante annuncio: il forum di mosche sbaracca, si dissolve, evapora come una medusa. Quello del Mucchio, intendo. Ne dà notizia col solito stile patetico e sgangherato la disgraziata che maneggia oggi quel che resta di un giornale che non paga i galoppini rimasti e gli apprendisti raccattati e come tale è fuorilegge dalla prima all'ultima parola. Naturalmente, già che ci sono non rinunciano a buttar là, velatamente, una richiesta di sostegno, ma dopo l'oscena campagna “Io sto nel Mucchio”, servita a tamponare le voragini lasciate dai due o tre che, grazie ai fondi pubblici, s'erano inventati una vita da non morire mai, sarà difficile che altri fresconi abbocchino ancora. Del resto, l'inglorioso crowfunding dell'epurato ha già messo in chiaro che, se c'è un Dio, perfino i più ingenui si sono stufati di cascare nelle panzane di gente che li ha presi in giro a oltranza (noi come voi). Ora, dovendosi escludere che gli attuali padroni si vendano qualche i

FARO 12/15

Numero speciale: leggete perché. Il Faro, la rivista elettronica di MDP, solo per chi si abbona. Il Faro, tutto dentro. 

1981-2015

E così ieri che c'era il sole c'era la primavera per la prima volta raggiungevo Macerata per la diretta sul caso Moro e in coda son rimasto impigliato in Battiato che cantava cuccuruccuccù paloma infettandomi di retrologia. Me l'avessero detto nel 1981 che Battiato sarebbe diventato un grillino e poi cascato dal palco. Me l'avessero detto che Grillo che tanto mi divertiva sarebbe diventato un tribuno un po' losco un po' lugubre. Me l'avessero detto che Berlusconi, che ogni tanto sentivo dire perché era quello di Milano Due Canale 5 e il Mundalito sarebbe finito politico e puttaniere (questo magari sì). Me l'avessero detto che destra e sinistra si sarebbero dissolte come la mia cassetta di Battiato. Che avrei raggiunto il mio piccolo sogno di ascoltare tutta la musica che volevo solo col pensiero, dentro qualcosa che non c'era (sì, l'avevo ardentemente immaginato, solo che non avevo idea di come fare). Che Renato Zero sarebbe finito monaco pa

Calcio, il tabù del doping

Calcio, il tabù del doping