Dice:
Berlusconi l'ha fatto apposta ad uscirsene con Mussolini che ha fatto
le cose buone, puntava a farsi attaccare dall'Europa, come
puntualmente è successo, per giocare di rimessa cavalcando
l'euroautonomia. Sarà: ma ha fatto male, malissimo lo stesso. Poi,
in un giorno come quello che commemorava l'Olocausto. A parte che non
c'è opera che tenga se manca la libertà, Mussolini ha precipitato
il Paese in una guerra, per di più rovinosa, per di più al fianco
di uno dei peggiori tiranni della Storia, per di più cavalcando lo
sterminio degli ebrei. Basta e avanza per appenderlo all'albero della
sua vergogna.
Però
Napolitano non può limitarsi a denunciare la paccottiglia antisemita
“introdotta dal nazismo e dal fascismo”. Così è cantare la
mezza messa, è dire senz'altro la verità, ma non tutta la verità.
E una mezza verità è una mezza bugia. Napolitano sa, e dovrebbe
ricordare, che il seme dell'antisemitismo germogliato a sinistra, la
sua confessione, quella in cui ha speso la vita, non è meno velenoso
dell'altro. Napolitano sa, e dovrebbe ricordare, che sull'odio per
gli ebrei il comunismo è arrivato circa un secolo prima del nazismo,
che è stato Marx il primo a teorizzarlo politicamente, Stalin il
primo ad applicarlo sistematicamente, ed Hitler a dirigerlo verso
“soluzioni definitive”, per fortuna non riuscite. Napolitano sa,
e dovrebbe ricordare, che basta farsi un giro in qualche centro
sociale o partitino di sinistra estrema per sentire, contro gli
ebrei, roba altrettanto terrificante di quella che circola dalle
parti di Forza Nuova o Casa Pound. La paccottiglia dell'odio è
equamente distribuita, ed è questo a fare più paura; oltre al fatto
che il sacrosanto dovere della Memoria talora cade, o scade, in certe
strumentalizzazioni, certe esasperazioni che sono anche
comprensibili, ma che a volte divengono paradossali – c'è un
“filosemitismo” che, specularmente all'antisemitismo, non sa fare
a meno di oscillare a pendolo tra destra e sinistra, riuscendo meno
credibile; c'è un “filosemitismo” la cui suscettibilità serve a
legittimarlo da sé, col rischio di ignorare altre ragioni, altri
popoli. Eccessi che comunque non aiutano.
A sinistra c'è un forte sentimento antisionista, non antisemita. C'è una bella differenza. E sull' odio verso gli ebrei, mi sembra ridicolo risalire a Marx, uno perché gli abrei da sempre sono stati discrimati e due perché le "critiche" di Marx agli abrei non era fondate su basi razziali.
RispondiEliminaO?
Marx teorizzò apertamente la persecuzione e la selezione dei semiti in quanto semiti. Il resto sono balle sesquipedali e cavilli da cialtroni
EliminaChe dimostrano, a proposito, quanto sopra esposto. A sinistra estrema, l'antisemitismo è fomentato con laida indulgenza
Eliminapezzo corretto sotto il profilo storico....razzismo e antisemitismo hanno radici antiche (v. i pogrom antiebraici della russia zarista) e sia le dittature comuniste che quelle fasciste e naziste ne hanno fatto uso per scopi di utilità politica....non tutti i popoli e le culture sono stati però storicamente razzisti allo stesso modo....il razzismo hitleriano trova la sua origine nel pangermanesimo teutonico e nella volontà della nazione germanica di trovare spazi vitali verso l'est europa....le teorie della superiorità della razza ariana sono state accolte dai tedeschi (dal popolo tedesco) i quali le hanno applicate fino allo sterminio sistematico di ebrei, slavi, rom ecc ecc....in italia il razzismo fascista ha avuto realizzazioni pratiche del tutto differenti, seppur esecrabili...il popolo italiano non ha mai accolto la teoria della superiorità ariana e lo stesso fascismo mussoliniano non ha mai fondato la propria ascesa su basi razziste nè le ha incluse nelle proprie fondamenta dottrinarie...B ha fatto un discorso che tradisce una profonda ignoranza e della dittatura fascista e del fascismo e del razzismo...ha solo voluto esternare un luogo comune comunque inaccettabile e ingiustificabile (M. ha fatto delle cose buone...) in un'occasione completamente sbagliata con il risultato che ha attirato su di sè le critiche della stampa europea....che l'abbia fatto di proposito per poi attaccare l'Europa non lo so, forse lo ha fatto perchè in fondo in fondo la borghesia italiana si sente ancora fascista (non razzista) e non è assolutmente liberale, anzi non lo è mai stata....ma questo è un altro discorso dovuto alla storia d'Italia
RispondiEliminaFG
Un testo breve e interessante sul punto: "Novecento. Il secolo del male. Nazismo, comunismo, Shoah", di Alain Besançon, Lindau
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