Ecco qua un bel paradosso servito caldo. Tutto il mondo si preoccupa del mondo, anche il nostro nuovo primo ministro è andato alla Cop 27 in Egitto a dire che bisogna sconfiggere quella cattivona della CO2, a battersi il petto come italiana anche se l'Italia “inquina” per un decimale di anidride carbonica all'interno dell'Europa, che ne produce una tonnellata l'anno a fronte delle dieci e più della Cina, per non parlare dell'India. Difatti Cina e India alla Cop 27 non ci vanno, se ne fregano. L'Italia sì e si allinea a quel programmino conosciuto come Agenda 2030, che, nel sacro nome di Greta, punta, fra le altre cose, ad abolire le emissioni. Il che significa abolire l'automobile, perché quella elettrica sarà pure silenziosa, ecosostenibile, inclusiva, qualsiasi cosa voglia dire, ma non è più auto, è altro, è una centrale elettrica semovente, con molti fattori critici sui quali però nessuno si degna di soffermarsi. Pena di morte per l'automobile: però