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EZIO BOSSO, SIPARIO

Ezio Bosso - Wikipedia

Morto Ezio Bosso, musicista che fino a due anni fa l'Italia popolare non conosceva: oggi lo piangono come un santo. Era passato a Sanremo, aveva sconvolto uscendo per un attimo dallo scafandro della sua infermità, la sla che non perdona, con il frullo d'ali delle dita sul pianoforte, la levità di un sorriso che della malattia si beffava. Chissà poi se era vero: ho conosciuto tanti nelle sue condizioni, grande coraggio, ironia nell'ora condivisa, quando si deve fingere ma poi, la notte... Ezio Bosso, il pianista, il direttore, non era divisivo, non predicava dall'alto dei suoi patimenti, viveva, si direbbe, per la musica e la iniettava nel cuore di chi ascolta. Perchè tutti si dicono disperati adesso? Perchè era riuscito in un miracolo spicciolo, familiarizzare con l'abisso, con l'ingiustizia senza scampo e senza senso, sempre più stringente e nell'orrore di una fine annunciata trovare motivo di gioia, di felicità o almeno di allegria. Non un profeta ma uno che, volendolo o meno, incarnava il Vangelo col suo messaggio di accoglienza di tutto, anche del dolore che però evita la rassegnazione, non si incattivisce, ha risolto il tormento di Giobbe e trova una ispirazione più assoluta, l'orizzonte sconfinato in se stesso. Dio. Ezio Bosso, il musicista, ha sperimentato ogni sconfitta, ogni domanda: un tumore alla testa, poi la diagnosi della malattia degenerativa, irreversibile; peggio di ogni incubo i giorni contati per suonare, il distacco inesorabile dalla musica, che per un musicista vuol dire l'anima. Questo credo gli sia costato più di tutto, più della morte stessa. “Quando non posso più suonare” pare abbia detto “allora non varrà più la pena vivere”. Questo lo ha sentito lo scorso settembre: a maggio si è spento, a neanche 50 anni. Troppo presto per una malattia micidiale, ma non così veloce nel divorare. Non posso fare a meno di sospettare la soluzione che nei suoi panni avrei adottato anche io, l'eutanasia, non dichiarata, non dimostrabile, l'implosione senza testimoni. Sbaglierò, ma mi pare l'uscita di scena più adatta allo stile dell'uomo e dell'artista – niente chiacchiere, niente tempo da sprecare ancora, quello che si poteva dare è stato dato, sipario. Ezio Bosso il mite, il sensibile, l'anima buona capace della durezza estrema, del coraggio spietato su se stesso. Forse sto esagerando, sto proiettando ma mi piace immaginarlo così. Memore di quel volo senza corpo che mi aveva regalato a Sanremo, unica luce in una settimana miserabile.


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