A voi non succede mai?
Dico l'aggressione del ricordo, quel venire investiti da cose già
vissute e lasciarsene invadere anzi andarle a cercare. Forse è vero
che siamo la somma dei nostri traumi, dei desideri mancati, delle
gioie sbiadite. Che siamo anelli di memoria, come quelli del tronco
degli alberi. Adesso mi torna ancora l'incantesimo di quel Mondiale,
1982: i colori, i rituali. I giornali, le mattine dopo. Vado a
scandagliare i filmati su Youtube, leggo libri vecchi e nuovi e so
che per un po' sarò ostaggio di quel tempo distrutto. Mi sentirò
più vecchio uscendone. Aspetterò di tornare in quella stanza colma
di spettri, magari visitandone altre: le battaglie di Muhammad Ali,
le messe empie dei Rolling Stones, di Renato Zero, di Frank Zappa, la
fine impossibile di Chet Baker, le cavalcate del Milan e quel giorno
a San Siro c'ero anch'io a cogliere la stella che Rivera ci portava
in un sudato pomeriggio di maggio e rivedo una girandola di carta
sugli spalti, conficcata nel pensiero resta, non esiste ripresa di
quel giorno che ne faccia a meno. Quei lungometraggi che hanno
scaldato mille sere. Quei dischi che non smettono di girare e ogni
volta è come suonassero in modo diverso. Mi faccio i miei film. A
voi non succede mai? Io non mi salvo, io sono le mie assenze: il
risultato di immagini sempre più distanti e di colpo realizzo una
cosa spaventosa: mi manca di più non averle raccontate mentre
accadevano, non avere potuto col passo del cronista. Oh, sì, io ci
sono e adesso vi dipingo tutto, io cantore delle vostre emozioni.
Cosa sarebbe stato non lo so: pura felicità, esaltazione: io,
frammento di leggende irripetibili. D'accordo, ho salvato il
salvabile, ci ho fatto sopra volumi, articoli: memorie di memorie,
troppo distanti ormai. No, mi manca esserci stato nel momento. Me la
sarei cavata? Mi sarei superato oppure avrei fallito, miseramente
inghiottito in vortici di retorica, sabbie mobili di patetismo? Ma
quelle sfide mi mancano, e non le avrò mai. Come un amore che sai
sarebbe stato formidabile, quello della vita, ma puoi accontentarti
solo di rimpiangerlo. Non so se mi capisci; ma io sono quello che
scrive e sono quello che scrivo: è questa la mia storia, è sempre
stata questa, un'altra non ce l'ho. Dal Mondiale di Spagna, in
coabitazione con gli Stones in Italia, Mick Jagger che lanciava la
profezia, "Stasera vincerete 3-1", e così sarebbe andata,
appena diciottenne io ribollente di speranze e solitudine e paura,
quella di vivere, che mai mi avrebbe lasciato, e mai avrei pensato di
fare della scrittura, che mi piaceva tanto, il mio rifugio, l'unica
esistenza possibile, e invece quella promessa a me stesso bene o male
l'ho mantenuta, ma da tutte quelle cose da raccontare, da
quell'esplosione di epica e di vita sono passati 38 anni e un altro
38, dannazione, non ce l'ho.
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