La risorsa è sul metro e
90, erculea, atletica. Balla canta e telefona, telefona balla e ride,
sembra un po' idiota invece è furbissimo: incassa e ride, incassa e
ride, incassa e ride. Chi non versa l'obolo – un fiorino! - viene
infastidito. Ride, con un disprezzo esemplare, razzista ma
giustificato, per quella processione di vecchie deficienti, bigotti,
farisei che si comprano il paradiso un fiorino alla volta. Arriva un
compare, stanno lì, confabulano. Li guardo in fila alla cassa,
distrutto dalle incombenze per mia madre sotto il sole: dove sta
scritto che bisogna mantenere questo esercito, che s'ingrossa ogni
giorno, di nullafacenti paraculi che considerano loro diritto
incassare e dovere di quegli stronzi d'indigeni pagare l'obolo? Li
guardo che mi guardano, e mi sento disprezzato io, bianco, sudato,
poveraccio. Presto saranno in dieci, venti alla volta e per passare,
per entrare come uscire, toccherà pagare il pedaggio. In nome di
che? Grazie PD, grazie UE, grazie Renzi, grazie Bonino, grazie ONG,
grazie Open Arms, grazie Patronaggio, grazie Carola, grazie scafisti,
grazie Bergoglio, grazie restiamo umani facciamo rete. Andate tutti
sulla forca. Per portarmi avanti, ci infilo anche quel tipo sfuggente
lassù, con gli occhialini e l'espressione da sfinge, mellifluo ma
probabilmente spietato, di cui nessuno ricorda il casato, non sta
bene, ma era gente che, se ti faceva una proposta, non potevi
rifiutare. Non ci si può aspettare niente di buono, neanche da
quello. Anzi. Salvini ha un milione di difetti, ma alla vostra
abiezione non ci arriva nessuno.
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