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The Police - Can't Stand Losing You


Questa canzone, un brivido eterno. I miei quattordici anni, lunghe esplorazioni della città a bordo di scarpe da tennis e la sensazione di appartenere a quelle strade che mi appartenevano. La paura della scuola, la quarta ginnasio così diversa dalle medie, ma una paura eccitante, tutto da scoprire, nuovi compagni, nuovi metodi, nuove prove, il liceo Carducci che mi pareva così immenso, tetro, pieno di bulli ed io, scricciolo troppo sensibile, non sapevo come difendermi. Crescevo e questa canzone, come mille altre, mi sorreggeva nei pomeriggi pieni di dubbi. La tentazione di identificarmi in un amore disgraziato, la sensazione, scontata ma inevitabile, che questa canzone fosse stata scritta solo per me. Crescevo, cambiavo, la scuola sempre più casa mia, la città sempre più il mio regno. Le prime feste, le prime sbronze, e sigarette, e avventure, e esperienze. La prima autonomia e quel pentirsi di cose fatte e non fatte. E sempre, ad ogni storia sfiorita, gli occhi dal letto fissi al soffitto, ipnotizzato, certo che questa canzone fosse stata scritta per me. L'ultimo anno ero un bandito in una gang, ero incallito ma sempre sensibile e quella canzone non mi abbandonava. Seppi che un ragazzo come me ci era caduto troppo dentro e l'aveva realizzata, si era ucciso. Oggi sono un uomo che tutti definiscono tormentato, e questa canzone non mi ha ancora abbandonato. 

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