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ORA CHE VIVO QUI



Al primo incrinarsi dell'estate succedeva una cosa che, a ripensarla adesso, mi sorprendo quasi imbarazzato anche se forse era solo romantica, magari anche patetica. Ci portavano nei magazzini a scegliere le scarpe per l'inverno, “che qui costano la metà e sono fatte a mano, che a Milano poi ci fai un figurone”. Io sceglievo invariabilmente gli stivali da cow boy “ma se non indosserò gli stivali da cow boy disprezzarmi tu non puoi...”) ed era un rito di passaggio, di preparazione all'autunno, la stagione che ho sempre temuto di più. Tra le prima umidità di fine agosto giravo con questi blocchi ai piedi fino a non poterne più: il cado non era sconfitto, si prendeva solo una tregua trasportata da sporadici rovesci.
Gli stessi che subisco in questo tempo, ora che qui ci vivo, e l'aria mi pare già cambiata, nei chiaroscuri disegnati dalle nuvole, nella routine che riprende il sopravvento. La mia scuola non finisce mai, ogni giorno io mi presento a chi mi legge. Ma adesso che i miei autunni sono un conto alla rovescia, io non voglio vederla più la morte struggente di settembre, la mia desolata morte di un anno. Io voglio uccidere gli stivali e l'aria che scurisce la gente che va via i miei stessi ritorni e tutto il resto, non la reggo oltre l'overdose di malinconia. Perché mi manca quello che non c'è, non ciò che non è più. Voglio liberarmi dei rimpianti per le cose fatte e quelle mai azzardate e oggi mi sono preso una pausa dai guai e sono tornato al mare, siamo tornati e fluttuavamo e ho scoperto quanto è facile sentirsi in colpa, quanto è dannatamente complicato scrollarsi dall'anima il tormento. Ma, sia come sia, settembre non mi ucciderà ancora, perché non ho più tempo di risorgere. Se sarò infelice, non mi curerò di me, consumerò fino all'ultima goccia di mare, e adesso che vivo qui non ho fretta di trovarmi gli stivali, non devo fare un figurone da nessuna parte, non debbo prepararmi più a nient'altro.
Tornavo nel mare oggi, ritrovando l'essenza di me ed era come una canzone di Battisti. Il veliero, Windsurf Windsurf o Slow Motion (fantasmagorico richiamo di una cotta liceale). O quella che vuoi, però non come allora. Come adesso, nel mio tempo, nel tempo che ho.

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