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HO FATTO DISORDINE ALL'ORDINE



Sono reduce da una fantozziana mattinata in Ancona e vado a spiegare perché. Per la prima volta in 25 anni ho ceduto ad un invito che personalmente mi ha sempre fatto orrore vale a dire partecipare all'annuale liturgia dell'Ordine dei Giornalisti. Fatto era che quest'anno mi davano una pergamena per i 25 anni di professione, cioè per essere invecchiato versando a fondo perduto, senza dire che l'evento fruttava la bellezza di ben n.5 crediti relativi agli utilissimi corsi di formazione, per i quali praticamente basta firmare in entrata e uscita e nel frattempo si può fare la qualunque, giocare con telefono, relazioni pubbliche e, se si è fortunati, perfino copulare (personalmente ho sempre scelto quelli on line, che se non altro obbligano ai quiz di verifica prima di darti l'attestato di frequenza). Sono arrivato tardi, pagando un sangue di parcheggio, e lontanissimo perché l'incontro l'hanno fatto nel porto turistico; la sala era troppo piccola, surriscaldava e si respirava anidride carbonica di giornalisti. Ha parlato il nuovo presidente dell'Ordine, una prolusione di circa 2 ore. Domande? Ci sono domande? Allora, citando espressamente il rag. Ugo, ho chiesto: "Scusi? Posso dire una parola io? Mi dii... No! Mi dii questo coso, grazie!". E violentemente ho arraffato il microfono e in pratica ho ripetuto l'articolo uscito ieri su Lettera43; ho anche specificato che i corsi di formazione, almeno nelle Marche, risultavano a pagamento, il che era indecente, così come lo era obbligare i paria a vari ed eventuali sacrifici economici, visto che campano, si fa per dire, sotto il livello abissale di sussistenza. 92 minuti di applausi dai cari colleghi, puntualissimi. Il neopresidente era un po' seccato, forse perché gli ho citato il Wittgenstein del Tractatus: mi ha guardato con l'aria di chi non intercettava l'allusione, sospettando però un intento sarcastico. Mi ha rimproverato di essermi dilungato, al che non ce l'ho fatta più e ho chiarito l'allusione filosofica: da che pulpito, lei ha parlato 4 ore! C'è stato un fremito di indignazione dai servili colleghi che avevano appena smesso di applaudirmi, perché “è una questione di rispetto dei ruoli”, frase in sé fascistissima, come si vede che siamo a 50 anni dal '68 (ma la lotta continua, sempre). 


Poi il neopresidente dei giornalisti mi ha dato una replica incredibile e cioè che sul problema del dumping cinese, cioè dell'esercizio abusivo della professione e della totale mancanza di comportamenti deontologici dei giornalisti in televisione, l'Ordine non ha strumenti per intervenire (però adesso, la riforma, il nuovo corso, la nuova pagina, bla bla bla...). Frase, appunto, incredibile, e non vera ovvero se così fosse, allora un Ordine dovrebbe sciogliersi per manifesta inconsistenza: per fare un certo mestiere non occorre essere iscritti, però devi fare i corsi sull'etica per poterlo esercitare. Tutta da ridere. Poi un altro, nomenklatura locale, che non avevo mai avuto il dispiacere di conoscere, agitatissimo mi ha dato del bugiardo perché nelle Marche i corsi sono del tutto gratuiti, id est sì, prima, c'erano i diritti di segreteria, da 5 a “forse” 10 euro, ma sono durati solo tre o quattro mesi. Ma che bello, e poi questo lo dite voi, ancora nel 2015 giravano questi balzelli che era un piacere. Furibondo anche sul punto per cui sui corsi a pagamento (alcuni dei quali culinari, sportivi, di varia umanità), l'Ordine non c'entra. No, ma li patrocina, li consente, li avalla, dunque c'entra. Dopo la dura reprimenda a mio carico, dalla sala è partito un colossale applauso da quelli che due minuti prima avevano applaudito me, a conferma che quando si è cialtroni, e noi sedicenti autonomi lo siamo, ci si merita tutto il peggio che ne può venire e anche di più. A proposito, qualcuno del tavolo autorità, qualche illuminato, ha proposto di tassare “leggermente”, due o tre euro non di più, i corsi di formazione così da finanziare le borse di studio nelle scuole di giornalismo. A conferma che bisognerebbe sempre tenere la bocca chiusa, perché una critica, perfino distruttiva, in un lampo lampante te la scippano e ne fanno una proposta perversa. Alla fine non finiva più e io ho chiesto se mi davano 'sta benedetta pergamena, ché stavo già sforando col parcheggio; uno dell'Ordine, gentilissimo, si è offerto di andarmela a prendere lui e ho capito subito che pensava, meglio dargliela e che si tolga dai coglioni questo, capace che se no fa un altro casino durante la cerimonia. Me l'hanno portata e me sono andato, lasciando la claque a scodinzolare: mattina persa e figlia femmina, direbbe Montalbano. Adesso mi aspetto, come è giusto, ritorsioni, ma soprattutto la pergamena fa schifo, l'ho già posizionata in fondo alla lettiera, almeno serve a qualcosa. Ma anche sprecare una mezza giornata è servito: certe cose le avevo nello stomaco, come un gatto vivo, da un quarto di secolo, finalmente ho potuto tirarle fuori, non me ne frega niente degli applausi e degli urlacchi, e neppure delle rappresaglie, resto solo sconsolato all'ennesima conferma che questo Paese parolaio si droga di convegni, di chiacchiere, di applausi, di promesse e di politica politicante. L'Ordine andrebbe cancellato, altro che non abbiamo soldi non abbiamo strumenti non abbiamo un cazzo ma adesso con noi il vento cambierà. 25 anni che la sento, 'sta solfa. Nel frattempo, ci sono inchieste della magistratura perché la precedente illuminata reggenza Inpgi è accusata d'essersi pappata alcuni milioni in speculazioni edilizie, cosa che all'Ordine dovrebbe destare almeno qualche fastidio, visto che è sui giornalisti strapelati la truffa, e sono quelli che si sostiene di voler tutelare. Né di malversazioni, né di dumping, concorrenza sleale, esercizio abusivo del mestiere, comportamenti contro la deontologia, conflitti d'interessi di giornalisti in scuderia con nani & ballerine e manovrati dagli stessi impresari, si parla a questi convegni claustrofobici. Tutto accuratamente omesso, ma sì, parliamo di come tassare i corsi di formazione, di quanto siamo umani, noi. Piangiamo miseria sulle magre finanze e poi andiamocene a pranzo e poi ad un nuovo convegno in cui si piange miseria e così per tutto l'anno solare, tanto lo sappiamo a che serve l'Ordine: tutelare i tutelati, fin che si può. Io stamattina, più per noia che altro, e giuro che non era previsto, ho fatto un po' Fantozzi e un po' dr House, ne pagherò le conseguenze, amen, dopo 25 anni di questa vita non me ne frega più niente di niente di nessuno, ma al prossimo “collega” che si lamenta per la sua condizione, e che magari sottovoce mi viene a rantolare, ah, quanto hai ragione, io la penso come te, farò molto, molto di peggio.


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