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VARIE MA NON EVENTUALI


Oh, se me li ricordo gli strilli dei media giusto un anno fa: “Siamo entrati nell'era del bollore, le Alpi si stanno sciogliendo (sic), i ghiacciai si stanno sciogliendo, non ci saranno più inverni, è finita l'acqua, inverni tropicali, per la razza umana è la fine”. Guardatele adesso, le Alpi. E guardate i vacanzieri che ci sciazzano sopra tutti felici – fin dove le nevicate colossali e i ghiacciai mastodontici lo permettono. “Ah, ma in America fa caldo”. Guardatela adesso l'America, perfino la Florida dal sapore tropicale. “Ah, ma le temperature sono autunnali non invernali”. No, con le temperature autunnali non nevica, è semplicemente l'inverno che fa il suo mestiere, l'effetto del Nino si va esaurendo, è questione di cicli e i climatologi seri (quelli che cito ricorrentemente sul Faro), non gli scemi in farfallino, avevano precisamente previsto il ritorno del gelo invernale grossomodo in tutto il pianeta. Avevano anche dimostrato che non è vero, dati alla mano, che il 2017, il 2016, il 2mila e qualcosa fossero stati gli anni più torridi dall'estinzione dei dinosauri, o dal big bang. Balle. Frottole. Guardale adesso. Ma c'è questa ideologia nella quale il marxismo anticapitalista è costretto a reincarnarsi, questa scemenza del riscaldamento globale, che, siccome non quadrava più, fu ribattezzato in “cambiamenti climatici” e invece le stagioni fanno il loro mestiere e, se quest'estate ha segnato un record di presenze che ha aiutato la nostra traballante economia, quest'inverno chi può svacanza che è un piacere. Il resto sono frottole.
A proposito. Questa faccenda di Trump mentalmente malato, sballato, insomma scemo, oltre ad essere di uno razzismo squisito politicamente corretto, sa molto della sinistra che, negli anni '70, aboliva la pazzia per decreto ma la imponeva per cultura. È la stessa sinistra che pretende l'eutanasia non come astensione dello Stato dalle decisioni ultime e privatissime (sulla quale è difficile non concordare), ma come ideologia in qualche modo empia, oscena, blasfema, sfruttando anche la morte esibita di una arrampicatrice sociale. Subito i radicali e relativi satelliti, come l'associazione Coscioni, ci si sono buttati a squalo, scatenando uno spettacolo inverecondo. In Italia, davanti a certe miserie “progressiste”, anche un liberale puro avverte la tentazione di rifugiarsi nel conservatorismo.

Infine, come mai nelle commemorazioni per il triennale dalla strage di Charlie Hebdo nessuno ricorda che il 27% dell'ISlam moderato approvò apertamente il massacro, un altro buon 60% non si pronunciò ovvero non la condannò apertamente, e il resto si disperdeva in formule bizantine? È l'integrazione che molti sognano, e che abbiamo avuto.  

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