Sono reduce da
un'ordinaria corvée al presidio ospedaliero di Porto San Giorgio,
reparto assistenza ai vecchi. Trovo una impiegatina malmostosa, di
quelle “muro di gomma”, e doveva telefonare ieri, e deve
telefonare domani, e oggi non si può, e adesso è già mezzogiorno, e del doman non v'è certezza.
Tutto per disdire una fornitura domiciliare di pannoloni. Peccato che
ieri avevo telefonato tutta mattina e non ha mai risposto nessuno,
ragione per cui son dovuto venire di persona. Alla fine, seccata, mi
passa un prestampato con dei numeri, ma sbagliati, e debbo sbrigarmela da solo, cioè
fare quello che a lei sarebbe costato un attimo, anche perché è
tenuta. Due giorni per risolvere una faccenda da 7 secondi. Dopodiché
mi sono girati i coglioni e mi sono ricordato di essere un cittadino,
non un suddito, e, incidentalmente, un cittadino che contribuisce pro
quota a pagare stipendio e pensione anche agli stakanovisti
dell'ospedale. Poi mi venissero a dire che sono intrattabile, qui a
far valere i propri diritti si è sempre intrattabili, i diritti ce
li hanno solo le minoranze a maggioranza vittimista, in prima fila i
poveri, vessati, martoriati, violentati statali (non tutti, non
tutti, lo so perfettamente, ma è il principio che conta). No, è che
ci sono privilegiati che già solo a guardarli in faccia ti tirano
fuori il peggio, che poi corrisponde con il ruolo più o meno notorio
che ricopri con tutto ciò che ne consegue, dopo mi venissero a dire
che mi credo di essere, che mi comporto da arrogante. Adesso, mentre
stendo queste righe mi sento in pace, ho scongiurato il riflusso
gastroesofageo e così spero di voi.
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