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LO PSICHIATRA E IL CARTOLAIO


Uno studia una vita per finire da Costanzo e trasformarsi in psicotelevisivo. E, siccome la professione di volto noto scatena danni irreversibili, un bel giorno arriva a dire robe da ringhiera di una miseria sconfortante; no, attenzione, non mi sto indignando, non sono pagato per difendere il corpo delle donne, è proprio la banalità dell'essere che mi avvilisce. Risponderò, dunque, con un personaggio che i miei lettori hanno imparato a conoscere, e che, anche se sicuramente oggi non c'è più, aveva detto tutto molto tempo prima dello psicotelevisivo, dal suo umile pulpito di un banco di cartoleria. 
Il Carlino, dunque, era il cartolaio più misogino di via Porpora, di Milano, del mondo intero e di tutti i tempi: qualsiasi accidente capitasse, era sempre colpa delle donne. Il Carlino era storto, forse aveva avuto un ictus e parlava bofonchiando, e sputacchiava. Entravi a chiedere un quaderno e una penna bic e lui: “Le donne... fffh... shono thutthe puttane!”. Sempre così! Venivano studenti da tutta Milano e ridevano già prima di entrare. Lui se ne accorgeva e si incattiviva ancora di più. “Salve Carlino!”. “Ma che salve e salve, con quefffhte puttane di donne, sput, sput”. Diceva: “Le donne... fffh... shono thutthe puttane e shhh... shtanno bene shoolo in posizione orizzontale!”. Col tempo aveva fatto qualche concessione: “Ffhhtanno bene shoolo in p... p... pofizione orizzontale... o a novanta gradi!”. Noi ci rotolavamo. Naturalmente la moglie non era d'accordo: appena lui partiva, con la rincorsa, “Le... le donne...”, lei: “Carlin, va' in magazzino a prendere delle gomme”. Lui andava.
Il Carlino prendeva soprattutto di mira proprio le donne, e quando una entrava lui la fulminava, tutto storto: “Le donne!... tutte pp.. pputtane!”. Un giorno mia madre si seccò: “Senta Carlino, guardi che per sua norma e regola io sono stata solo di mio marito, ha capito?”. E lui, senza scomporsi: “E vuol dire che non ha... non ha avuto occasione, ma si guardi!”. Mia madre tornò a casa inviperita, e mio padre: ma lascia perdere. Io non potevo crederci e telefonai subito al mio buon amico Tony, e ridemmo per due o tre giorni.
Una volta entra in cartoleria una vecchia, con le gambette come due stecchi e le scarpe ortopediche dei vecchi, tutta agitata. Protesta: “Ma Carlino, ho comprato 'sta stilografica per regalarla, ma non funziona, non va, non scrive, non passa l'inchiostro, c'è da allargare il pennino, il pennino, c'è da allargare...”. Il Carlino, prontissimo: “E so ben io... cosa ci sarebbe da allargare... ma oramai è tardi!”.
È inutile, se abitate a Milano, che passate da via Porpora a cercare la cartoleria del Carlino, non c'è più da anni, non c'è più niente, c'è un emporio cinese. In via Porpora solo cinesi e arabi, i popoli più clamorosamente maschilisti di tutti i tempi.

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