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MA C'E' QUALCOSA CHE NON SCORDO


Il terrorista, balordo e pluriassassino Cesare Battisti ha ragione di brindare in faccia ai fotografi: l'ha fatta franca un'altra volta, i suoi protettori sono sempre attivi. Del resto, farlo rientrare per ritrovarcelo da Maurizio Costanzo, su sei o sette fogli a pontificare, perché no candidato politico, ché una scappatoia si trova sempre? Io, piuttosto, ripenso a quanto mi era costato attaccarlo, raccontarlo nel 2004: tutto il credito accumulato in sei anni di lavoro al Mucchio, evaporava di colpo. Quasi tutti, dentro, fuori, intorno a quella testata, si rivoltavano, chi perché non aspettava altro, chi per un altro genere di bassezza morale, tutta ideologica. Ma c'erano anche gli opportunisti che potevano unire le due cose. Per anni ho dovuto difendermi, sempre più solo, completamente solo, da attacchi che arrivavano da ogni parte e dei quali era difficile non ricostruire l'origine, ma dimostrarla sì. Digos e Polizia Postale mi convocavano e poi mi dicevano, abbia pazienza, le cose stanno come dice lei, ma i server girano altrove, girano in Brasile (che combinazione) e noi tutto questo tempo non ce l'abbiamo. Dal forum del Mucchio a Indymedia, via sito dei wu ming, di rimbalzo su Wikipedia, era tutto un infangare, un inventare, un minacciare. Di quella vicenda ricordo l'isolamento completo, totale. Magari in privato qualcuno scriveva, ma in pubblico nessuno che si azzardasse a prendere le mie difese. Quanto a chi stava al timone del Mucchio, sfruttava la situazione, tanto quello da dare in pasto lo avevano trovato. Provarono a farmi terra bruciata, dicevano apertamente di volermi sotto i ponti, se non ci riuscirono del tutto è solo perché ero bravo, letto (colpa imperdonabile in quel piccolo giornale di vorrei ma non posso) e dunque facevo comodo. Ma l'appello per il perseguitato Battisti girava anche per il Mucchio, e giravano le email che invitavano a firmarlo. Del resto, tra gli autografi è ancora possibile rintracciare qualche nome, non tutti hanno avuto la prontezza di un Saviano, prima entusiasta, poi pentito e omertoso con se stesso. Sono stati anni impossibili, da paria, da morto in vita e spiegarsi, controbattere non serviva a niente, anzi peggiorava le cose. Si passavano la voce, si facevano favori, Massimiliano Parente mi raccontò perfino di aver sentito di certi baratti, tu lo allontani e io ti do una esclusiva, ti porto un autore che ti interessa. Vergognarsi di me era diventato un passatempo nei circoli degli scribacchini, così da poter dire: avete visto? Non siamo solo noi a disprezzarlo. Così capitava a chi si metteva contro un simile avanzo, anzi disavanzo di galera, perché così era, e sempre resterà, questo Paese dove regna l'eterno ritorno degli appelli per i peggiori, delle cause peggiori, della visibilità peggiore. Il compagno Cesare. L'amico Cesare. Il perseguiato Cesare. “Corri, Cesare, corri” lontano da queste merde imperialiste, lo incitava qualche presunto scrittore al soldo di quelli che considerava imperialisti. Ma si fingeva di non notarlo, così come si fingeva di non sapere chi fosse davvero “Cesare”, e perché fosse costretto a correre. Conveniva spostare l'attenzione su chi non si prestasse a quel gioco lurido e del resto era facile, essendo così pochi, così individuabili: così inermi. E allora, addosso senza ritegno. Io ero il criminale, non “Cesare”, e nessuno ci trovava niente da ridire. Solo Paolo Benvegnù accettava di farsi vedere con me, addirittura di fare spettacoli con me, e io questo non posso dimenticarlo, così come, d'altra parte, non posso dimenticare tutti quelli che velocemente sparivano, fingendo d'avermi seguito mai, incontrato, conosciuto mai. Adesso, che il tempo faccia giustizia, me ne frego. Che Battisti emerga per la feccia che è sempre stata, non mi fa nessun effetto mentre m'induce una qualche remota stizza chi viene a dirmi, avevi ragione, sai, io non ho mai smesso di esserci anche se non te lo dicevo. Bello sforzo, tante grazie. Qualcuno, anni fa, è arrivato perfino a scrivermi: perché ti odiavo, parlavo male di te sul forum? Mah, perché lo facevano tutti, dunque qualcosa dovevi pure aver fatto, anche se non saprei dire cosa, però a non detestarti si finiva cacciati, attaccati a sua volta, quindi era più comodo così. E lo scriveva con assoluta serenità, convinto di avere una motivazione solida, razionale, perfino etica. Tutto questo è documentato, notorio, certificato perfino da indagini di polizia. Ho anche qualche centinaio, se non migliaio, di testimoni che sanno benissimo come andarono le cose, sanno che io non mento e non invento. E questa è la mia storia. Reietto perché non mi piegavo al culto di un miserabile come Cesare Battisti esaltato da sostenitori di totalitarismi, difensori di satanisti da cartone animato, tifosi di un volgarissimo assassino da quattro soldi e cento fughe da verme. No, davvero non mi consola avere avuto ragione, e, adesso, il silenzio dell'arroganza.

Commenti

  1. Complimenti! Però su Dagospia riprendono un pezzo di Feltri, non i tuoi. Sempre così... Uno è, per dire, anti Berlusconiano da una vita, poi arriva Di Maio...

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    1. Sono anni, mi pare che questo tipo insiste nello scrivermi, dopo avermi fatto sapere più volte che lui non mi legge mai (uno dei tanti). Di solito cestino senza passare dal via, stavolta faccio una eccezione. Per dirgli, in modo molto sereno, che dovrebbe valutare una ipotesi curativa: manca di ogni connessione logica, di ogni pensiero strutturato, non so che problemi abbia, se neurologici o indotti da consumi spericolati, ma sicuramente sono enormi; trovi la forza di uscire dalla bolla e di chiedere aiuto. Glielo dico, ripeto, in modo del tutto distaccato, come uno che si rivolge a una entità che non incontrerà mai, che non saprà mai.

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