Passa ai contenuti principali

IL FARO 28-29 /2017

Torna il Faro con quello che non si dice, perché non si deve dire, ma il Faro prova a dirlo: lo ius soli, gli italiani lo vogliono davvero? La siccità della pianura Padana, in fondo, c'è sul serio? I pirati tossici, i balordi, vengono graziati, con o senza braccialetto elettronico, perché così vogliono le leggi o semplicemente perché così vogliono i giudici della magistratura più creativa e compromissoria al mondo? Davvero sono gli immigrati a pagare le pensioni agli indigeni? Quali? Quanti? Che succede in Facebook, sedicente veicolo di democrazia, di pensiero, di libertà di espressione? Come mai lo ius, qualsiasi ius, è sempre per chi arriva, mai per chi ha la disgrazia di invecchiare qui dopo esserci nato? Guido Rossa, graphic-novel capolavoro di Nazareno Giusti. Le giovani risorse del futuro che vanno ai rave, ma se uno di loro annega non fanno una piega. Il Faro, costi quel che costi (costa pochissimo: per info e abbonamenti: maxdelpapa@gmail.com).





Un bel numero, sui più o meno loschi figuri che, per forza d'inerzia, accettiamo, subiamo, sovente esaltiamo: via con la carrellata: il mons. Galatino dell'ovvio e del paraculo, il Renzi che tentenna ma sta, il Gino che fa fuori la figlia (soldi: come profumano, sti soldi!), il Mengoni che bercia e pensa basti berciare, gli apocalittici, incredibili, fluviali comunicati di Goletta che costano una foresta l'uno, una poco gentile signora velata che ha capito tutto, un portavoce – Fazio - di un potere forse al tramonto, ma lui come Carlo Quinto non vede mai tramontare il sole, una sindaca per mancanza di opposizione che fa niente ma lo fa male, e poi quel berciare di fondo, continuo, spietato, che mangia l'attenzione e la memoria... Un bel numero, converrete, a dispetto del caldo, ma quello è colpa di Trump. Solo per chi si abbona però: maxdelpapa@gmail, e passa la paura.

Commenti