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CHE RABBIA I SENZA RABBIA


Come mi fanno rabbia quelli che dicono che non bisogna avere rabbia, non bisogna odiare, si tratti di una strage o una faida condominiale. Cosa ci resta di vivo se non imbufalirsi quando è giusto, è fisiologico (e magari ti salva da conseguenze tragiche)? Ma hanno mai provato, questi seguaci dell'atarassia, della noluntas, dell'altra guancia, del perdono mistico, del distacco zen che appena gli va di traverso un'inezia fanno il diavolo a quattro, si abbandonano a tragedie greche? Ma che cazzo vanno dicendo i maniaci dei gessetti, delle fiaccolate, dei girotondi, delle canzoncine? Non avrete il mio odio, non vi darò la mia rabbia. Ma c'è gente che pare fabbricata appositamente dal Padreterno per creare problemi, fare danni, concimare la vita con le menzogne, mine vaganti che rendono la vita invivibile. Sapete quei tipi che delinquono come respirare, quelli farabutti dentro, nati mascalzoni e che allevano mascalzoni? Ne incontrai due che ero ancora ragazzo, ancora a Milano: madre e figlio, due esseri repellenti, abitavano in viale Coni Zugna, lui un inetto, un fallito, lei una vecchiaccia laida, si faceva chiamare signora Leda e millantava agganci potenti, mi padre ci cascò e per poco non perdeva tutto, due truffatori incalliti, solo in extremis riuscì a salvarsi, a salvare la famiglia dietro precisa minaccia di rivolgersi ai carabinieri. Allora risputarono fuori tutto e poi sparirono. Gente capace di rovinarti per la vita, di distruggerti per tutto il tempo che ti resta. Sono passati quasi 40 anni e ancora me li ricordo, e se me li ricordo provo odio e non faccio niente per dominarmi, anzi lo distillo con sollievo. Per non parlare della feccia attraversata in due decenni e mezzo di questo mestiere, che è come un circo equestre ma più squallido, più miserabile. E poi ti vengono a dire che non devi prendertela, che le cose vanno così. Ecco, questi mi fanno incazzare ancora più dei furfanti, con la loro faccia serena, la calma olimpica di quelli ai quali girano tutte dritte, di chi, si vede, non ha mai provato ad avere a che fare con la fogna umana, forse perché ci sta in mezzo.

Commenti

  1. i peggiori sono questi ragazzetti da generazione Erasmus, buoni solo ad accumulare crediti formativi, ma inabili al rapporto col mondo. dalla tv a internet è un susseguirsi è un "non cambiare il nostro vita", cosa voglia dire, a parte il sottotesto di restare nel ruolo di bersagli umani, non so.
    su un gruppo facebook di studenti universitari euroentusiasti si legge di gente che non prova niente di fronte agli attentati "è abituata"; "non dovrebbero diffondere i nomi delle vittime", l'assurdità di "l'indifferenza alle sorti di morti e feriti è una buona cosa per reagire "(sic), e poi giù meme e risate. leggo di uno che era lì, a londra, quando il camion ha investito la gente sul ponte: due minuti di interventi e giù risate. l'eroe sarebbe il tizio che va via con la birra in mano, non il tassista che vuole bloccare il terrorista, o la gente che si arma di bicchieri e sedie e li lancia contro sti bastardi.
    è una nuova categoria (dis)umana che si aggiunge ai fessi di è colpa nostra e più ponti meno muri.
    abbiamo perso, su tutti i fronti.
    vit

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    Risposte
    1. La generazione Erasmus, sui cui omicidi glissano tutti, è esattamente quella che vuole l'Europa:, a sua immagine: stupida, spocchiosa, viziata, cinica, piena di individualismo, ma di quello sterile.

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    2. http://www.corriere.it/esteri/17_giugno_06/anna-salvata-london-bridge-gol-cristiano-ronaldo-7c623d7c-4a7f-11e7-ac11-205c7f1cfc9f.shtml?cmpid=SF020103COR

      eccone un'altra, decenza e pudore, questi sconosciuti.
      vit

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