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UNA FOLLIA


Penso a quei bambini avvelenati come topi, che hanno avuto il torto di nascere nel posto sbagliato, stritolati fra le tattiche e i calcoli dei padroni del gas e del destino, penso al nostro mondo che continua nonostante, impermeabile a un piccolo incontenibile strazio, e poi non penso più. Non so più che pensare. Non voglio più pensare, perché non c'è niente che serva dire. Solo un profondo senso di vergogna per l'umanità di cui faccio parte, che non sa rispettare i bambini, che da sempre li ha massacrati per primi, e che continuerà a trucidarli finché l'uomo sarà uomo. Penso che dovrebbero portarli via tutti, farli adottare, subito, adesso, che per una volta la burocrazia farabutta dovrebbe arrendersi all'urgenza. Penso che quello non è un posto per bambini, e che invece resteranno là, a morire di fame e di gas, di malattia e di esplosivo. Mi sento che è inutile vivere, pensare, sperare, che tutto fa schifo e anche io mi faccio schifo, perché di preciso non lo so, forse perché non faccio una follia.

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