NOTTE SERENA
Sarà l'influenza,
saranno i mala tempora che currunt ma non ne posso più
dell'invadenza di un mondo che ogni momento mi impone i suoi ricatti,
patetica evoluzione dell'”I Care” populistico di don Milani rivoltato in chiave pop da Obama. No, spiacente, io non “care”,
non mi cale; non ne posso oltre di “dovermi” prendere a cuore di
tutto di più, da guerre e conflitti che non ho scatenato io, a
problemi secolari sull'arretramento del terzo mondo depredato da
conquistadores che non ho nell'albero genealogico, alle isterie delle
innumerevoli minoranze e categorie protette evolute in lobby, alla
fregole dei marchettari di lotta e di governo espropriati dei fondi
pubblici, fino alle ambasce di Paola Perego che ci rimette il
posto. Chi l'ha deciso che io sarei la colpa di tutto ciò che di
pessimo accade fin dai tempi d'Abramo, e che di conseguenza sono
tenuto a farmene carico? Chi lo stabilisce che, ogni tanto, popoli,
civiltà e singoli interlocutori non possono, cioè non vogliono,
cavarsela da soli, che il loro vittimismo planetario è sempre e
comunque giustificato e che pertanto spetta a me la loro salvezza?
Una propaganda volatile e insensata, figlia di una propaganda
socialista che poteva fare breccia solo marchiando l'individuo quale
egoista e insensibile alle istanze di miglioramento sociale che per
l'appunto provengono da sinistra (e solo da quella). Ma è una
impostura nell'impostura, dilatatasi in paranoia. Il cardinale Bagnasco, al quale non
affiderei neanche una carogna, può dire quello che vuole, ma non sta
scritto da nessuna parte che il clero o la sinistra hanno il
monopolio della giustezza e dei rimedi del mondo; hanno, casomai, una
serie di ricette (discutibili, come tutto a questo mondo)
contrapposte ad altre strade e altre soluzioni proposte da altre
istanze. Per quanto mi riguarda, non ho mai trovato alcun sistema
disposto a “farsi carico” per me; le rare persone sulle quali ho
potuto contare sono, per l'appunto, persone, non ideologie o slogan,
e vale anche in senso contrario: posso provare ad aiutare solo un
essere umano alla volta, ammesso e non concesso di riuscirci.
Rivendico, pertanto, l'egoismo solidale, è più costruttivo e anche
più umano. Le buone intenzioni le lascio ai mistici, agli esaltati e
agli ipocriti, tra i quali non ne conosco mezzo che spinga la sua
attenzione, più o meno disinteressata, al di là della ristretta
cerchia personale.
p.s. Sarebbe ora anche di
smetterla col bollare come populista chiunque non si adegui al
pensiero comune di dubbia opportunità. Grillo e la sua setta di
farabutti sono una cosa, il ragionamento un'altra, a meno di non
dover concludere che anche la razionalità è da vietare. Se
populisti, per mero esempio, sono quelli che vedono l'Unione Europea
come fumo negli occhi, allora lo sono anche quelli che ci vedono solo
rose e fiori a dispetto delle pressoché quotidiane ammissioni di
fallimento destinate a rimpolparsi al successivo pranzo di gala.
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