Da
oggi si pagano meno tasse, dice il premier Renzi. Lo dice, e sarà
anche la sua realtà percepita, peccato che la sensazione comune sia
affatto diversa. Ci sono tanti modi per abbassare le tasse alzandole,
per eliminarle moltiplicandole, per cavar fuori balzelli dalla
malafede: uno sta nella storiella che vi racconto adesso. Ha a che
fare con il meraviglioso mondo delle auto storiche, settore di
nicchia che dall'esterno viene colto come un lussuoso passatempo per
ricchi e nostalgici signori. Qualche volta è anche vero, ma nella
stragrande maggioranza le auto storiche coincidono con le auto
semplicemente vecchie, al volante delle quali scatenacciano persone
comuni che alle sirene dei nuovi modelli, dei generosi finanziamenti
non possono arrivarci. Queste auto comuni, rassegnate ad invecchiare
banalmente come chi le possiede, potevano fino a un paio d'anni fa
contare sulla esenzione del bollo ordinario dopo 20 anni. Misura di
normale civiltà, visto che chi mantiene un catorcio si sobbarca
spese non indifferenti per tenerlo in condizioni decenti. Misura
ragionevole, visto che con l'ingresso dell'elettronica spinta e della
computeristica negli abitacoli, l'obsolescenza delle vetture ha
subito una poderosa accelerazione: oggi una macchina di quattro,
cinque anni è considerata superata, i meccanismi che la corredano e
la innervano diventano inutilizzabili come vecchi telefonini. Bene,
il nostro Renzi, tetragono ad ogni buon senso, ha deciso di portare
l'esenzione a 30 anni, con il che lo ha ringraziato Marchionne ma si
sono disperate decine di migliaia di signori nessuno. A parte i
proprietari di veicoli, immediatamente penalizzati, tutta una filiera
è saltata, dai fornitori di ricambi ai meccanici, carrozzieri,
elettrauto, fino ai club che, previa iscrizione, fornivano tra i vari
servizi anche quello legato all'esenzione del bollo ordinario. Lo so
per esperienza diretta: iscrizioni in frenata, impennata
delle rottamazioni, la Fiat, come si diceva, ringrazia e il premier
ballerino può vantarsi: avete visto, sono perfino tornati a
comperarsi la macchina. La realtà è diversa, e sta in un balzello
tipicamente italiano, quello della tassa già di circolazione, oggi
di possesso, esteso in forma piena ai possessori di veicoli sempre
più datati. Oggi, se la tua quattroruote ha 29 anni, paghi caro,
paghi tutto; e non ci stupiremo se, in prospettiva, il caro premier
che sostiene di eliminare le tasse riuscirà in modo surrettizio a
cancellare anche le agevolazioni connesse all'assicurazione, ultima
prerogativa superstite per le macchine con carta d'identità
ventennale. La questione è tutt'altro che risolta, molte regioni non
hanno accettato questa imposizione dall'alto e hanno applicato
normative specifiche, subito fulminate come illegittime, e
figuriamoci, dalla solita Corte Costituzionale di servizio. Grande è
la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente per chi ha
una macchina nuova (oppure una storica sì, ma da crociera). Intanto,
il nostro premier ballerino, mentre annuncia una prossima
eliminazione del bollo auto, ha deciso di estenderlo ad kalendas.
Complimenti, così si fa.
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