I luridi sono luridi. E
cercano di vendere le loro lordure. Sempre, inesorabilmente. Fin dal
carcere, da dove sperano di uscire presto grazie a cavilli e preti
degni del loro “recupero” (si veda il ravvedimento operoso di
Corona). Ma i luridi raramente inventano qualcosa, di solito non
fanno che rimestare nel solito pentolone torbido. Lo sapeva bene
Georges Simenon, da cui romanzo “Il mio amico Maigret” colgo
questi illuminanti estratti. Fu scritto nel 1949.
Volete che vi dica
cosa succederà? (…) L'istruttoria sarà lunga. Il giudice vi
interrogherà pazientemente, si informerà sui vostri precedenti, e i
giornali parleranno molto di voi. Verrà messo in risalto che siete
entrambi di buona famiglia (…) Tu parlerai. Perché hai la faccia
da spione, perché sarai agli occhi di tutti un individuo ripugnante,
perchè vorrai cavarti d'impiccio, perché sei un vigliacco e perché
ti convincerai che solo parlando potrai salvare la pelle (…) Del
resto, ha poca importanza. Ritratterà. Confesserà di nuovo e
tornerà a ritrattare. Vedrà che i due avvocati alimenteranno il
dubbio nell'animo dei giurati. Litigheranno come cane e gatto,
scagionando ognuno il proprio cliente e scaricando la responsabilità
su quello del collega (…) I veri delitti nascono un po' per caso. I
nostri giovanotti hanno cominciato per gioco, senza chiedersi dove
quel gioco li avrebbe portati. Sembrava quasi un bello scherzo (…)
Vedrà che gli psichiatri discuteranno sul loro rispettivo grado di
responsabilità (…) Maledetti bambocci!
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