Uno iscritto all'Ordine
dei Giornalisti, ma più esperto in candid camera telefonici,
Giuseppe Cruciani, ha proclamato che aspetta chi gli dia duecentomila
euro contro il suo buco del culo; “perché tutto ha un prezzo”,
chiarisce. Nessuna sorpresa se l'Ordine non è intervenuto, senonché
si potrebbe configurare l'apologia di reato, per un mestiere che si
picca di non avere tariffe, di inseguire la verità e l'indipendenza:
Carte in mano, e in questa professione sono fin troppe, un
giornalista non potrebbe accettare neanche un pacchetto di biscotti.
La realtà la conosciamo tutti – c'è una parigrado che, senza
essere iscritta ad alcun ordine, passa per giornalista in tivù e su
fogli nazionali. Ma il caso del signore che affitta il suo sfintere è
illuminante: colleghi di gossip e politici fanno la fila per andare
nella sua trasmissione dove volgarità si mescolano ad allusioni,
cialtronate a messaggi; come accade sul sito spionistico Dagospia,
che è un'altra delle colonne portanti dell'informazione attuale.
Tutto ha un prezzo: di che stiamo a preoccuparci? Proprio questi
soggetti molto pratici brillano invariabilmente per moralismo
twittarolo: di che stiamo a discutere? Anche i lettori sedicenti
indignati hanno un prezzo, quello della miseria e dell'incoerenza:
perché niente gli sta bene, dappertutto vedono malaffare, complotti,
decadenza, vergogna, però poi quelli come il Cruciani li seguono e
allora di che si lamentano? Potrebbero seguire meno e indignarsi
meno, ossia far prevalere coerenza e decenza personale. Invece
nutrono, si direbbe, idee e clic che non condividono, ovvero li
condividono con altri spettatori di questo circo inutile, sui social
network. A me l'elogio del così fan tutti, ovvero la frase sul culo
a gettone, non da una troia ma da un giornalista, quantomeno teorico,
ha fatto un certo effetto, mi pare ignobile e mi pare assurdo che sia
generalmente bene accolta: ma mi accorgo di fare del trombonismo come
Pasolini, che quando vide il presidente Giovanni Leone fare le corna
da una macchina scoperta, a Pisa, scrisse nel suo Diario di un
cittadino scandalizzato: “A dire la verità il gesto mi ha più
che scandalizzato, mi ha quasi spaventato”. Oggi, altro che corna!
Difatti, proverbialmente, non si scandalizza più nessuno anzi si
cercano, e si trovano, ragioni fondanti, e dato il livello
dell'opinionismo che tira non è proprio una scoperta, perfino per il
salvataggio di Foffo e Prato che hanno attirato in trappola e
torturato a morte un marchettaro come loro, ai cui funerali peraltro
si sono sentiti cori da stadio, invocazioni demenziali per “la
verità” e altre fughe dalla ragione. Ora, si capisce che cane non
mangia cane (al limite l'incula) e quindi tipi come Cruciani vengono
invitati ai festival di Giornalismo. Questo si capisce. Ma ad avere
meno alibi di tutti è proprio l'ineffabile pubblico, che come tale
non esiste, è fatto di masse di singole teste non pensanti: se certi
alienati, che oltretutto si accoppiano tra loro per contratto, non li
scegli, non li adotti, togli loro la terra da sotto i piedi e alla
lunga il culo lo vanno a svendere davvero, in qualche vicolo. Invece
sentirsi migliori dei propri simili però continuare a seguirli,
certi individui, legittima idiozie, inettitudini e quindi
ingiustizie. Non torna, lamentarsi per miserie che si preferiscono,
non torna dare la colpa al sistema, alla società, alla politica, al
segno dei tempi, alle coincidenze esoteriche, alle congiunzioni
astrali.
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