No, Salvini non c'entra.
E non regge l'equazione lui come i terroristi, anzi lui peggio dei
terroristi. Non c'entra neanche il razzismo, a meno di riferirsi ai
fanatici che vogliono cancellare dalla faccia della terra chi non è
disposto a sottomettersi al loro fanatismo (e neanche gli basta). No,
Salvini non c'entra. Però c'entra. Perché ci vuole entrare, perché
non rinuncia a farsi centocinquanta trasmissioni, seimila selfie,
duecentomila tweet, per dir sempre la stessa cosa: adesso basta, è
ora di fare sul serio, fuori tutti dalle balle, cip cip. E allora si
può capire anche chi le balle se le rompe di fronte a uno che con
tutta evidenza fa dell'opportunismo, il che in politica non è
affatto una novità (quelle lacrime della
ragazza Mogherini!), senonché è il troppo che stroppia. Oramai
Salvini anche se non apre bocca, ma non c'è pericolo, si sa già
cosa vuol dire o postare o cinguettare: roba non epocale, ovvero
parla preferibilmente di sé, e ritrovarselo sempre in mezzo ai piedi
non aiuta né la comprensione, né la logica, né una qualsiasi
reazione al dramma: anzi incoraggia l'equivoco, lo scomodare il
razzismo a vanvera, finisce, paradossalmente, per creare un alibi ai
tanti tifosi del fondamentalismo con la coda di paglia. E così
vengono fuori le battute (dei pacifisti) sulla strage che era meglio
con dentro Salvini, le vignette che chiedono scusa per Salvini, i
fotoshop che giustappongono Salvini a Salah, dove, si capisce, ad
essere più spregevole sarebbe il milanese e, per traslazione,
l'Italia, l'Occidente, avanti popolo. No, Salvini non c'entra con le
stragi e costruire fotomontaggi per sputtanarlo è vile, altro che
“quello che si semina si raccoglie”, come lo avverte, in puro
stile di piombo d'antan, il Fatto Quotidiano. Però che fastidio
questo rumore di fondo, questo Salvini più seriale di una serigrafia
di Warhol, che borbotta come un paiolo dove ribolle la polenta; pare
impossibile che certa gente non tradisca mai un moto di perplessità,
di sfinitezza, se non altro di umano riserbo di fronte alle miserie e
le ferocie del mondo. Già abbiamo le stragi: non sono abbastanza, ci
meritiamo anche Salvini?
Fra l'altro Salvini non aveva detto poco tempo fa che doveva andare in Libia, oltre che invitato, diceva lui, in Nigeria? E nessun giornalista glielo ricorda mai....
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