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SOLUZIONE VATICANA


Unioni civili, sarò breve: non capisco. No, proprio non capisco come si fa a stabilire che spettano a determinate categorie di cittadini, per legge però la legge si fa a metà. Come a dire loro: sì, è giusto, però non ci fidiamo perché voi tendete a corrompere i figli e quindi non ve li facciamo adottare. Ripeto: ma come si fa? Anche la trovata del divorzio che sarebbe più lungo rispetto a quello per le coppie “normali” (ci pensate su tre mesi, poi decidete) mi sembra demenziale, ma di una demenza che, al fondo, nasconde una sorta di razzismo. Va sempre a finire che la legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale (e per qualcuno lo è meno), solo che mai come in questo caso l'assurdo princìpio viene sancito per legge: altro che “svolta storica”. Ora, l'ipotetico politico che leggesse queste trascurabili righe potrebbe obiettare: meglio l'uovo oggi, poi la gallina la cuciniamo domani (campa cavallo...), non è colpa mia se siamo in un Paese di Machiavelli da strapazzo, si porta a casa quello che si può. D'accordo, ma, considerando la naturale inaffidabilità della politica, che nel caso italiano si fa patologica, resta da capire il perché dell'ennesima soluzione all'italiana, o meglio alla vaticana. Va tenuto conto, si capisce, delle istanze cattoliche radicate in una parte sociale che oltretutto è preponderante (ma con quali reali convinzioni e consapevolezze?), però questo dovrebbe restare in una dimensione più sfumata, più di contorno mentre in questo caso la battaglia più che di principio pare strumentale, fanatica e perfino di tigna: non si capisce quale danno possa arrecare a una famiglia qualsiasi lo stringersi di un'altra famiglia di diverso orientamento sessuale. E non mi si venga a dire che in questo modo finisce il mondo: finirebbe, ma tanto non succede, solo una curiosa sovrapposizione dello Stato confessionale a quello positivo ed io l'ho fatta fin troppo lunga ma non capisco, davvero non capisco.

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