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IMPUNITI PER UN IMPUNITO


Sì, lo so, sono presuntuoso, ma non mi importa o meglio ci sono costretto. Fatto è che le cose o non le dici o le dici come vanno dette e in questo caso non puoi evitare di ricordare che avevi ragione. (Anche) su Corona avevo ragione. Condanna definitiva a tredici anni per plurimi reati, scontati due, una estate dal sodale don Mazzi e quindi definitivamente libero a casa sua. Nella sua estate “sociale” il farabutto preferito dai vippi non ha mai smesso di trafficare da par suo: ha prodotto un paio di puttane per servizi porno, ha venduto merchandising, ha ripreso le fila della sua attività, già sprofondata in un vortice fallimentare truffaldino con tanto di evasione milionaria. Cosa che non turba i manettari alla Travaglio o i contromoralisti alla Facci, per una volta uniti nel perorare la causa del mascalzone. In estate una giudice di sorveglianza ha provveduto, infine il Tribunale di Milano ha di fatto cancellato gli undici, dico undici, anni residui. A riprova non tanto che la legge non è uguale per tutti, ma che il luogo comune che vuole lo Stato incarnato dai cittadini e loro emanazione, è una buffonata. Quali cittadini, se non gli imbecilli, gli emuli, avrebbero deciso l'impunità per questo rifiuto sociale? La magistratura invece l'ha imposta, ed è la stessa magistratura che ha a che fare con circa ventiduemila detenuti in attesa di giudizio e altrettanti condannati per ragioni meno gravi e in condizioni assai più critiche del Corona. E questi, senza i Travaglio, i Facci e le altre fragranti teste di cazzo che ne contestavano le condanne “per due foto”, dimenticati dal mondo, i loro cinque o cinquemila anni li faranno tutti. Senza contare gli oltre duecento tuttora rinchiusi in manicomio giudiziario o quello che è diventato dopo l'ultima riforma. Corona, che proprio equilibrato non è, è tuttavia furbo, si è dichiarato drogato e spacciatore per ottenere la libertà vigilata, il che la dice lunga sul sistema legale e giudiziario che regola gli italiani e chissà quali ragioni di opportunità, quali retroscena inconfessabili hanno giocato nell'incredibile salvataggio di un mascalzone abituale e professionale con uno sterminato, trasversale archivio fotografico più o meno su tutti quelli che contano. Non se ne sa molto perché la sua strategia attuale è di agire sotto il radar, di non alzare polvere, il che per uno che ha costruito il suo malaffare esibendolo in ogni circostanza dev'essere la vera pena; ma non ha mai smesso di rimestare nel suo torbido, col benestare di parassiti, lenoni, individui loschi del vippaio nazionale e di quell'altro inqualificabile soggetto che è Antonio Mazzi, uno che non si capisce cosa aspetti il papa Francesco a cancellarlo dal clero finché è in tempo. C'è solo da aspettare che Corona ricaschi, fatalmente, in qualche nuova mascalzonata eclatante, cosa che non dovrebbe tardare, e augurarsi che il destino oppure un giustiziere, faccia il mestiere suo, visto che la magistratura in nome del popolo sovrano si rivela, impunita, complice di simili impunità.

Commenti

  1. Vergogna!
    Se invece ti chiami Stefano Cucchi, lo sfigato, il tossico, il diverso, allora lo Stato ti porta dentro per un pezzetto di fumo, ti massacra di botte e ti fa sparire. Per sempre.
    Ma può ancora definirsi un paese civile questo?
    Sandro

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