L'inno più patetico, imbarazzante, improbabile del mondo lo fanno (ti stupisci?) solo loro: se un partito, o movimento, o setta, o quello che è, si deve giudicare dalla colonna sonora, allora questi sono da mettere in quarantena, di corsa: pare un fricantò cucinato da Travaglio, Casaleggio padre e figlio, il capocomico, e qualche eminente testa lì in mezzo. Dio santo, non potevano affidarsi a suor Cristina, a Cristina d'Avena, piuttosto che secernere 'sta schiuma senza sospetto di ridicolo, senza la minima ironia, e dire che 'st'accozzaglia l'ha fondata un umorista? Ma siamo al tragico. Credere alle scie chimiche? Perdersi in centro a Roma? Perdersi gli scontrini? Chiedere “alla rete” da che parte del letto alzarsi? Credere che “uno vale uno”, alle fregnacce di Ro-do-tà Ro-do-tà, alla panacea del salario di cittadinanza? Lo facciamo solo noi. Adesso, per decenza, anche i fanatici più ottusi dovrebbero almeno ammettere che questo obbrobrio di un inno è osceno, impresentabile, e non li rappresenta, insomma dovrebbero dissociarsi. Perché se c'è un caso in cui tacere significa essere complici, è proprio questo. Qualunque inno di chiunque, da Pupo all'Inno alla Gioia, sarebbe irriso di default dai grillini, quelli che volevano aprire la scatola di tonno e si son scoperti tonni insuperabili: loro invece sfoderano una roba da Puffi, e guai a chi parla. Ma per favore. Ma vi paiono, lasciate perdere gli zero valgono zero, vi paiono soggetti affidabili Casaleggio con quella coppoletta e Grillo che ormai ha un che di losco (ritrovo la stessa impressione in Luca Goldoni, e due impressioni fanno una sensazione)? La faccenda grottesca, è che Grillo da comico è diventato un comic: peggio per chi lo legge come fosse la Bibbia, ma il fatto (non quotidiano) è che l'estetica non è solo una questione di de gustibus, ha a che fare, senza scomodare l'etica, almeno col buon senso, la razionalità, la percezione del limite: se incontro un mascherone da giostra, non mi passa per la testa di affidargli mie incombenze: perché dovrei affidare i miei pubblici destini a gente che si sballa con la filastrocca di Barbapapà? Di una cosa va dato atto a questa setta di sbomballati: si sono scelti l'inno giusto, musica e parole. Tutti gli altri, se ancora difendono un residuo di dignità, si smarcassero, rinsavissero, tornassero in sé. Non è mai troppo tardi, non preoccupatevi, a tutti prima o dopo capita il balordone, l'importante è non restarci dentro, ricordarvi che avete un'età, una storia, un cervello, speriamo. Non mandate a memoria 'sta merda, non fatelo solo voi.
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