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SIATE SERI


Stamattina ero in Vespa fermo al semaforo a farmi la permanente a 35° all'ombra sotto al casco e per non pensarci ho tirato fuori l'aggeggio: c'era un nuovo messaggio e dalla faccia ho capito subito cosa avesse da dire. Difatti poco dopo l'ho letto ed era un fatal imbecille che mi dava del ricco merkeliano. L'ho bannato, non senza averlo ringraziato perché dopo due giorni che non cacciavo nessuno cominciavo a sentirmi in astinenza. Ora, il punto non è questo. Non è neanche che io da anni sottovivo con redditi che non arrivano ai seimila euro annui, e se volete capire come ce la faccio non avete che da leggere il mio “Fottuto”. Il punto non è neppure che io sia contro l'Europa e odii la Merkel, cosa nota ai miei 25 lettori tra i quali qualche amico di vecchia data, di liceo, che mi sprezzò a suo tempo dandomi del povero, del fallito, del senzatetto (avrebbe cambiato idea Monti costringendolo a pagare più tasse per i suoi appartamenti e la sua villa al mare). Io resto contro l'Europa (e se volete capirlo, non avete che da leggere il mio “Siamo in Italia”) e sono scettico verso gli esoterismi eurodemenziali (e se volete saperlo, non avete che da leggere il mio “In questo Stato”). Ma tutta la mia contrarietà verso il continente che non c'è (e se vorrete capire meglio cosa penso, non avrete che da ricevere meglio il prossimo “Faro”) non la posso usare in senso politico, come quei cialtroni da Vendola a Salvini, gente che dall'Europa becca fior di quattrini. Voglio dire che un conto sono le colpe del continente che non c'è, tutt'altro quelle del popolo che rischia di scomparire: io non capisco, non ci riesco proprio, come una intera nazione si stringa intorno a quelli che stanno finendo di rovinarla anziché gettarli dalla rocca delle Meteore. La Grecia deve al mondo 300 miliardi, non ne salda mezzo, non ha in animo alcuna riforma né cambio di passo, insiste solo nell'unica politica che conosce, quella della questua, del vittimismo rivoluzionario, del vivere di rimembranze, “noi abbiamo inventato la democrazia”, bravi, ma nel frattempo l'avete pure sputtanata; la Grecia “dignitosa” incolpa le banche, il capitalismo, il Padreterno, nel solito rosario di luoghi comuni che c'entrano niente, come a muso duro ho ricordato ieri a una sconosciuta mocciosa in collegamento radio (“Ti mancano solo gli OGM, le giovani risorse e il riscaldamento globale, poi le fregnacce le hai dette tutte”; “Giusto, il riscaldamento globale è una emergenza per il popolo greco”, è scattata subito la suffregnetta noglobal senza cogliere l'ironia). Le banche, il capitalismo, il liberismo... per questa strada si finisce, da cattocomunisti sociali, ad abbracciare nazionalismi socialfascisti o leghisti (o protocomunisti, in effetti) come l'altro interlocutore disgraziatamente incrociato ieri, un oscuro, confuso e poco alfabetizzato (“greci martorizzati”, insisteva) politico locale convinto che “l'impresa deve fare solidarietà”. Ma proprio per niente, e rimando ai testi di Ricossa, Von Hayek, Solov, Smith, Leoni, Nozick e mi fermo qui, non prima di aver ricordato Dambisa Moyo sulla carità che uccide in Africa (e in Grecia, mutatis poco mutandis), e quanto ha detto il marxista Latouche, appena passato dalle mie parti: “Negli ultimi 40 anni le guerre tribali africane hanno fatto più morti che l'intera seconda guerra mondiale”. Tutta colpa del liberismo capitalista? È di ieri la conferma, ad onta di quanto sosteneva il mio sconosciuto politicante locale, che sulla faccia della terra c'è un miliardo di poveri in meno, dimezzati in 25 anni, e siamo 7,2 miliardi contro i 2 di 50 anni fa; restano 850 milioni di poveri sotto soglia estrema ed è di quelli che bisogna preoccuparsi. Fonte ONU, che io cito a proposito anziché i politichetti irrisori e le suffregnette senza niente da dire. Questi dati indicano qualcosa o no? Sì, indicano intanto che la ricerca, le scoperte, gli ogm, la tecnologia, qualcosa di buono hanno pur messo in circolo. Il migliore dei mondi possibili non sarà, perché non esiste (salvo che per i bigotti e i pazzi). Ma qualcosa significa, almeno per me, se c' un miliardo in meno di condannati a morte per fame in un mondo che si è decuplicato in sessant'anni. Vale la pena insistere, correggere, potenziare la ricerca, oppure rifugiarsi nel lamento, nell'inerzia, nel pauperismo dell'incredibile papa Francesco, uno che più ti invita ad essere ottimista e più propone visioni lugubri, catastrofiche? Hai visto mai che se la crisi fosse stata vista anche come occasione di riscatto, come esortava a fare Einstein, anziché di lagna greca, come piace al papa e a tutti quelli che non trovano una colpa che sia mezza a questo popolo di bambini viziati della democrazia (come li avrebbe definiti Ortega y Gasset)...
Con tutte le distorsioni di questo mondo, dire che i poveri sono sempre più poveri perché l'uno percento della popolazione bla bla bla, è roba da ciarlatani. E smettiamola di vedere banche dappertutto, le banche hanno le loro colpe, anche gigantesche, ma non possono fare da alibi a oltranza, recitare il ruolo che cinquant'anni fa era della bomba atomica (americana: quella russa era pulita e pacifista) o dei SIM, Stato imperialista delle multinazionali, immaginati dalle Brigate Rosse che piacciono agli Tsipras di tutto il mondo, sfasciatelo. Colpa delle banche anche la fanatica alle vongole in cerca di minchia guerrigliera che voleva decapitare nove decimi di mondo nel sacro nome della Sharia? “Romani, siate seri”, come disse Garibaldi. 
Si possono scomodare i rosari rettopensanti che si vogliono, e qui il retto s'intende in senso anatomico: davvero tanti auguri: io ho già da pensare alle mie 400 euro al mese, se ci arrivo, senza mai avere avuto un contratto in 25 anni che lavoro: però non posso per questo incolpare il liberismo, tuttalpiù (come cantava Patti Pravo) l'opposto: avessi potuto lavorare secondo merito e opportunità, probabilmente non sarei qui, visto che il talento ce l'ho e me l'hanno riconosciuto sempre tutti, perfino chi mi odia. Ma c'era da rimpinguare lo stato sociale della solidarietà per chi l'ha già, che è quello che rifocilla le clientele al potere le quali poi redistribuiscono i fondi a seconda dei clientes, secondo logica del voto di scambio però virtuoso, solidale. C'era da imbarcare sempre più pubblico impiego, da indebitarsi per uno stato sociale elefantico, ma ancora niente rispetto a quello ellenico. Greci, siate seri!: dal 1980 almeno almeno campate, perfino secondo gli economisti di sinistra de La Voce, al di sopra di ogni vostra possibilità; avete portato il numero dei dipendenti pubblici da 300mila a 700mila nel decennio 1999-2008, con un carico statale salito del 240%!!! Neppure nei regimi tribali si arriva a tanta improntitudine. Adesso voi usate i vostri poveri come scudi umani, incolpate le banche ma protestate perché non potete prelevare i risparmi nelle banche: oltre, la vostra analisi non va. Ha detto una, intervistata dal Tg unodurante il carnevale post referendum (i soldi per mangiare no, ma quelli per far baldoria son saltati fuori d'incanto; e già il referendum di parata aveva bruciato altri 80 milioni): “Sono fiera del mio popolo, i debiti non si ripagano, al diavolo i ricchi”. Cosa ci sia di orgoglio e dignità (come cantava l'ultimo Battisti con Mogol) in un simile approccio non capisco e non voglio capire. Cosa ci sia di dignitoso nell'essere entrati in Europa truccando i bilanci, e seguitando nella speranza di continuare a fare i furbi per sempre, non si coglie. In compenso, capisco benissimo un'altra cosa: che uno che ammette, “E va bene, taglieremo le baby pensioni”, dopo avere smentito qualsiasi privilegio statale a oltranza, è un buffone: e questo pagliaccio difatti si chiama Tsipras (anche perché non lo farà davvero, l'uomo è quello che è, un parolaio disonesto e non ha alcun programma tranne lo scrocco pitturato di antagonismo. Non proporrà alcuna riforma, alzerà le tasse strangolando quel che resta del ceto medio e finirà giubilato dal dignitoso popolo greco che non accetta altro che sovvenzioni ed elemosine). 
Io resto contro un'Europa che di fronte a una strage islamica sa dirmi soltanto “Rassegnati, domani toccherà anche a te”, per dire che non sa né vuole proteggermi però pretende di curare la mia salute vietandomi qualsiasi sacrosanto piacere privato: morire esplosi sì, ma sani e puri. Io sono un individuo, non ho mai chiesto dilazioni o elemosine, non vado in giro a dire “todos caballeros”, faccio il passo secondo la gamba, non incolpo le nuvole e non mi penso proprio ostaggio di una istituzione, specie se corrisponde a un continente che non esiste. Non reggo la Merkel, disprezzo Renzi, uno che resuscita l'aforisma di Montanelli: “L'Italia non ha mai concluso una guerra dalla stessa parte in cui l'aveva cominciata”. E uscirei subito dall'Europa, di corsa, ma per tutt'altri motivi (come cantava l'ultimo Battisti, quello con Panella), non per giustificare i miei debiti colossali e l'intenzione di farne degli altri. No, così proprio non funziona: non funziona l'Europa, ma funziona ancora meno la Grecia.

Commenti

  1. Ho altri dati, informazioni e idee; ma va bene così, tutti devono esprimere quanto sentono con rispetto reciproco. L'importante è che di Grecia si parli e si discuta. Se non fosse anche una tragedia per tante persone lo si potrebbe definire un classico 'caso di scuola' e non a caso neo-liberisti e .... Non/neo-liberisti ci si stanno tanto impegnando. Chi vivrà vedrà, lo scopriremo solo vivendo (cantava Battisti)

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    1. Eh, ma i dati che cito difficilmente sono confutabili visto che sono ufficiali. No, non credo sia il caso di distinguere tra liberisti e no, quanto fra chi ha ragione e chi no. Non è una faccenda relativa.

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  2. Ma guarda che se leggi i giornali tedeschi, la Merkel viene continuamente accusata di essere troppo "morbida", troppo buona, troppo tollerante.Viene considerata il "medico pietoso che ha fatto la piaga purulenta", fosse stato per Schauble(e per la maggior parte dei tedeschi) la Grecia sarebbe stata costretta a uscire dall'Euro da un bel pezzo!
    Con questo non voglio difendere la Merkel, ma semplicemente dire che il ritratto della cinica, spietata e malvagia che ne hanno fatto i giornali italiani è pura fantasia, non corrisponde alla realtà. Il difetto principale che può essere imputato alla Merkel nella faccenda greca, è l'eccessiva fede nel compromesso, l'incapacità di prendere decisioni drastiche!

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  3. Io non capisco cosa ci sia di incredibile in questo Papa. In realtà, mi sembra comprensibilissimo: fa il Papa cattolico, e quindi è pauperista, solidale, anticapitalista. Il cattolicesimo è questo. Semmai trovo incredibili le contorsioni di quanti ( tantissimi ) si sforzano di conciliare il credo cattolico col liberismo, che sono agli antipodi. Almeno l' estensore dell'articolo è onesto e chiaro: lui è un liberista e quindi il Papa non gli piace

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    1. Sulla contraddizione tra cattolicesimo e liberismo andrei cauto: è vero che questo si sposa più con l'etica protestante, ma, tanto per dirne una, il cristianesimo è la religione dell'individuo così come il liberalismo è l'etica dell'individuo.

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  4. La situazione è drammatica ma non seria........Salvini inneggia alla dignità del popolo greco che ha fatto (in peggio) quello di cui il suo padrino -Bossi accusava i terroni............Fassina, economista del Fondo Monetario Internazionale (quello che ha prestati i soldi ai greci) ed europeista della prima ora in piazza ad Atene....Renzi "segue" la Merkel prima del Referendum eppoi dice che "bisogna trattare"....... i grullini festeggiano coll'estrema sinistra eppoi siedono in Parlmaneto europeo con Farage (che i greci li caccerebbero pure territorialmente dall'europa)...........tutti sò contro l'europa ma vogliono i fondi europei........Davide

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  5. Questo papa invece è irrimediabile: Sartori lo considera un furbacchione, per me è uno sconsiderato

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  6. Vorrei porre a Del Papa qualche domanda:
    1) la sua opinione, in definitiva, è che i Greci debbano morire di fame e di malattia, così espiano le colpe dei loro governanti, passati e presenti ?
    2) non trova che , l' Italia insegna con la Triade Monti Letta Renzi, i governi degli Stati europei, specie quelli non virtuosi, cattivi, siano stati in pratica commissariati dal governo tecnocratico europeo ? E se si, questo apre un problema su cosa sia la democrazia ? E se si, il referendum greco è o no un esercizio autenticamente democratico ?
    Ringrazio per la risposta
    Marco

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    1. Non sono domande, sono frasi fatte che vorrebbero essere provocazioni. Proprio per questo, le risposte stanno nel pezzo di cui sopra. Il pietismo susseguente al pianto greco temo serva a poco, se non a tenere un popolo in eterno stato di sottosviluppo e dipendenza. Infatti io non credo alla solidarietà sistematizzata, istituzionalizzata. Rimando alle fonti citate. Il referendum esercizio democratico? Come no, come l'altro: volete libero Cristo o Barabba? Indovina un po' cosa scelse il popolo orgoglioso e fiero.

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    2. Io davvero volevo una risposta, o meglio, dialogare, e non avevo alcuna intenzione di provocare. Però Lei se la cava con due battute. La seconda, sulla democrazia, pone un problema serio, perché l' approdo finale del ragionamento è che gli istituti democratici vanno bene finchè in ballo non ci sono questioni serie, decisive , perché quando il gioco si fa duro, allora serve qualcos'altro, l' autocrate, l'oligarca, l' illuminato

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    3. Ma un referendum capzioso, fatto apposta per fomentare un popolo, come può essere considerato democrazia? E i referendum sono sempre artefatti, strumentali. In ogni modo, si veda sulla questione Giovanni Sartori, "Democrazia: cosa è". Aggiungo solo che a Grillo del popolo greco, come di qualunque altro, fotte meno di un piatto di trenette. Non cascateci.

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    4. Borges una volta disse che la democrazia è basata sul principio che sulle questioni in gioco decidono persone che delle stesse non hanno la minima competenza, il che, applicato a qualsiasi settore, avrebbe effetti devastanti

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    5. Oggi c'è un bel pezzo sul Giornale circa l'uso strategico dei referendum, ovvero per ratifica, da parte della UE. È anche disponibile il nuovo ebook di Ilya Somin, "Democrazia e ignoranza politica".

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  7. E come volevasi dimostrare, alla fine dell'orgia di democrazia, Tsipras fa il parakulòs: ne taglio 12 ma dammene 53.
    vit

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    1. Ma loro le riforme le hanno pur fatte. 2500 anni fa

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    2. Non è un caso che Solone, da nome proprio di sapiente, sia diventato solone, dispregiativo, un parolaio, un carico a chiacchiere.
      vit

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