Una domenica normale, di contrattempi normali, di discorsi normali, perfino un paio di bagni al mare e pare passata senza lasciare storia. Poi basta un niente, lo stridore di una rondine, lo scorcio di uno squallore e dentro mi scoppia la disperazione. Risalgo in Vespa con il cielo addosso, il tempo addosso, nessun futuro in attesa. Dicono sia questa la depressione, ma io la depressione la conosco e non ha questo volto silenzioso, la depressione urla anche se nessuno la sente ed è così che ti distrugge. La depressione è solitudine esteriore, fisica, impossibilità a raggiungere gli altri che ti stanno davanti. Questo è esilio imploso, prigione della coscienza, inutilità di ogni bellezza, inganno di ogni bellezza, menzogna di ogni bellezza. No, questo è qualcosa con cui sono nato e di cui morirò, chiamala sensibilità, languore se ti pare, chiamala anche sciocchezza se preferisci ma è una camicia di forza dell'anima e non me ne libero. Come se solo in quel momento, in quello stridore, in quello squallore si rivelasse senza più filtri l'intera essenza del mondo, dell'esistenza, e di tutte le speranze che riposano sull'immenso inganno. Niente è più vero di quel momento che si spegne, che tutto abbuia e svuota di ogni forza. Allora scuoti la testa, dentro la scuoti, fuori no perché non vuoi domande, neanche da te stesso ma dentro scuoti la testa come un pugile che capisce d'avere perduto e che non ha senso continuare ancora. Ti senti invaso da fragilità, fatto di fragilità, avverti la sconfinata impotenza, la pochezza ed ogni vanità di resistenza, l'assurdità di qualsiasi orgoglio. Sei parte di quello squallore, sei squallore che finalmente si è trovato in una visione, ma neppure questo è sollievo. Non c'è sollievo, non c'è ansimo e neppure via di fuga. Nessun annientamento ti salverebbe; non ti resta che ubbidire a quella consapevolezza che esige la stanchezza, aspettare che la vibrazione del vuoto si allontani un poco e poi respirare, ripartire, con una ruga in più negli occhi.
Ciao Massimo, c'è una facezia che da un po' vorrei condividere con te. Il tuo amato Hugh Laurie ha recitato nell'ultima stagione di Veep, non so se hai mai visto la serie ma a me piace tantissimo. In pratica interpreta l'opposto di House e si dimostra un autentico maestro a non stonare in una partitura scritta su di lui che rischiava come non mai di diventare macchietta. In breve ti auguro qualche sorriso, passeggero e amaro ma migliore di altre paludi dell'anima.
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