“Cancro, segno d'acqua”. Non ci ho mai creduto a 'ste cazzate, però una cosa era vera e resta vera: l'acqua, mio elemento naturale. Quando sono sciolto nel mare, possente specchio che si rompe al mio passaggio, io sono un altro o meglio sono quello che dovrei essere, che non posso essere gravato sulla terra. Tutto di me scompare. I pensieri evaporano, sono felice di incoscienza mentre nuoto, mi lascio trasportare, mi fermo a fondermi nel cielo sopra di me, elemento depensante tra due elementi che si riflettono. Nuotare, respirare nel mare. Da ragazzo c'era licenza d'acqua, tutto uno starci dentro da mane a sera, si era lì per quello e poi fuori dal mare la doccia, e poi di nuovo nel mare, e poi a casa lunghissime docce irresponsabili che non asciugavo, le lasciavo traspirare. La pelle d'estate risplendeva, lucida come quella di un purosangue, dicevi abbronzatura ed era acqua. Poi cresci e ti accorgi che l'acqua è poca, molti non l'hanno, costa cara, insomma maturi conoscenza e la risparmi. Prendi docce consapevoli e aride, t'innaffi col senso di colpa. E l'estate si rabbuia, l'estate non è più estate. Io con l'acqua addosso ci vivevo, mai un asciugamano, mai un phon. Se pioveva, la ricevevo addosso, mai un ombrello, un cappello e sentivo vita che entrava (anche se adesso la cervicale non perdona). Acqua addosso, acqua dentro me. Bevevo senza tregua, ancora oggi smodate quantità d'acqua “frizzantina”, bibite niente, giusto una Lemonsoda che è la migliore, per il resto il sapore insapore dell'acqua non ha eguali mentre va giù, fontana dell'anima allaga tutto, placa l'arsura eterna. Mesi così, il corpo un tronco rugiadoso e la forza che aumentava. Quell'allegria di lasciar scorrere la doccia e le gocce ti mitragliano di freschezza, di sollievo. Di gioia pura. Non sono mai così vivo come quando divento d'acqua, un uomo-acqua, Namor, il sub-mariner. Niente superpoteri ma qualcosa di più forte, di immenso, la sensazione d'essere un organismo vivente che si riappropria della sua identità dentro un altro elemento. Dentro il mistero, per comprenderlo meglio. Finalmente comprenderlo. Poi il mare m'ha portato via gente e adesso lo temo di più, lo so infido, ma non lo è la terra, non la vita stessa? Non mi piace andar lontano, perdermi nel mare sopra gli abissi, nell'acqua più aperta e remota, non è questo che cerco. Che sia acqua mi basta, che si possa vedere il fondo va bene, che io possa addormentarmici dentro, lasciar libera l'anima, che galleggia su me e si riflette nei pensieri definitivamente lievi, liberi, impastati di mare e di sole e di cielo per attimi d'una eternità.
come ti capisco.. ancora oggi, mi sento felice e libero solo quando sono in acqua.
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