Ieri abbiamo parlato dei deliri mistici di Kiko al family day, oggi diciamo di quelli delle cosiddette minoranze omo, trans o gender come preferite. Dicono che non c'è una lobby sessuale, di certo ce n'è una del fanatismo aggressivo e maleducato che ti bracca, che non ti fa parlare. La soubrette Lorella Cuccarini manda un tweet possibilista sulle coppie di fatto, ma non abbastanza per la canea internettiana che la aggredisce con messaggi demenziali: troia, stronza, cagna, è meglio la Carrà, se non era per noi froci eri a fare la sguattera, muori, ammazzati. E non si accorgono di far torto a loro stessi, di suonare puerili se fanno passare la Cuccarini da icona gay a innominabile. Dall'America sta girando la scena della trans che provoca Obama, lo accusa cervelloticamente di deportazioni di immigrati omosessuali al che il presidente dopo aver subito, sopportato a lungo, sbotta: tu sei in casa mia. Ed è chiaro che intende rispetto per il luogo, per l'istituzione che lui rappresenta ma la claque del conformismo anticonformista finge di non capire, si mette ad ululare, invoca surreali dimissioni. Obama avrà pensato di potersi permettere una risposta dura essendo a sua volta minoranza, paladino delle minoranze ma non gli hanno spiegato che una minoranza arrivata al sommo potere non può cimentarsi con le minoranze del Cafarnao che non fanno parlare neanche l'uomo più potente della terra, si prendono la scena e si esibiscono con argomenti pretestuosi e chiaramente inconsistenti. È difficile confrontarsi con i militanti a oltranza che riducono l'universo a misura di loro causa e pretesa, non capisci mai dove finisce il fanatismo e dove comincia il vittimismo rabbioso e strategico, ma una cosa la capisci subito: non conviene litigare con degli esaltati in cerca di pubblicità che sanno distorcere, travolgere ogni ragionamento, ogni confronto, che non lasciano fiatare. Perché non cercano alcun dialogo e alla lunga neppure il totalitarismo militante, la dittatura del politicamente corretto ma solo l'autopromozione violenta, strategica siano gender, ossessivi del family day, rottami ideologici, grillini gomblottisti. Non si capisce a volte se i gender, per dire le minoranze sessuali, tengano di più alla loro diversità o alla assimilazione, alla normalizzazione, ma diremmo che in certa arroganza, in certa maleducazione sono egregiamente integrati, indistinguibili da tutti gli altri.
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