A beneficio di chi si scandalizza quando parlo dei miei amici artisti sul mio blog del cazzo (lo capisco, bisogna essere professionali e farlo dietro equo compenso), vi parlerò di un amico artista. Andrea Franchi, per chi gli vuol bene “il Franchi”, sta lavorando a un nuovo disco per il quale, come ho accennato in altra sede, tenta la strada del crowdfunding. Anzitutto gli lascio la parola, perché è parola di artista, umile e orgogliosa: “Sto chiedendo a Voi amici più cari una collaborazione, un gesto, per questo nuovo e terzo album. Un piccolo pensiero da parte Vostra per me può essere determinante per raggiungere un bel risultato e promuovere il disco, (bastano pochi euro) ma se proprio non ti va o non puoi, un aiuto importante sarebbe condividere questa iniziativa sui tuoi canali con i tuoi amici (facebook, twitter, mail, mettendo il link http://www.musicraiser.com/projects/3168-nuovo-album) e iscriverti al sito per seguire l’andamento del mio progetto. In questo modo sarà possibile contattare più amici possibile, far girare la voce e trovare tante adesioni per raggiungere il nostro obiettivo!”.
A questo punto subentro ancora io. La piattaforma, come specificato, è Musicraiser, e, se vi fidate del vostro scribacchino preferito, quali e quanti che siano, saranno soldini spesi bene; sarà un investimento in gioia. Perché il disco, io l'ho sentito nascere. Ho ascoltato i provini in occasione del nostro minitour su Carlo Petrini, lo scorso maggio, constatando (già ve lo raccontai) con quale fantasia e velocità il nostro il Franchi sappia trovare soluzioni spiazzanti, specie quando non gli tornano i conti: allora lui, semplicemente, tranquillamente, fa altro, non si incaponisce, non fa il giro lungo, piglia proprio un'altra strada. E arriva sempre dove deve arrivare. Il disco è stracolmo d'invenzioni, generi, idee, contraddizioni – almeno fino a dove io l'ho ascoltato; poi il lavoro sarà continuato, e non ne ho saputo più altro, fino all'attuale fase di completamento, per la quale il Franchi chiede aiuto al pubblico. Non concede niente a nessuno, cioè lui fa precisamente la musica che sente nella testa: e solo quella, e non una nota di più né una di meno. Uno degli artisti più integri, più devoti alla musica che mi sia stato dato d'incontrare. Anche uno che d'istinto sa suonar tutto, di quelli che sembrano fatti apposta dal Padreterno per tirar fuori qualcosa pure da un fischietto, o un sasso, ed è uno spettacolo vederlo rimbalzare, questo Pinocchietto ora apollineo ora dionisiaco, da un tamburo a una elettrica a una tastiera a un'acustica a uno strumento escogitato lipperlì. In studio è incontenibile, si fatica a stargli dietro, però anche rigoroso al limite della tigna: ed io ne so qualcosa, perché lo sciagurato ha preteso prove estenuanti per il nostro spettacolo, senza riguardo per l'età (mia) e per l'alba che incombeva. Nei tempi morti, mi faceva sentire spezzoni del disco in embrione, ed anche li stravolgeva, ritoccava, definiva: “Ti piace? Che pensi? Funziona?”. E gli s'accendevano gli occhi.
È sempre un'emozione violenta, praticamente un trauma quando ti nasce un'opera. E questa, garantisco, sarà da scoprire davvero. Il Franchi non è uomo da marchette, avendo idee troppo precise e personali sulla musica per contrabbandarle; per cui sceglie di rivolgersi a quel mare di facce senza volto che è il pubblico. Senza volto, ma con un cuore. Non vi dico altro, se non che io per primo aspetto avvisaglie del 2015 per sentire cosa sarà nato da quell'ecografia che ebbi il privilegio di sbirciare.
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