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LA FINE


quello che tu scrivi su la fine a me sembra la normalità che sta arrivando giorno dopo giorno. la sento. ne scriveva anche pansa in uno dei suoi ultimi libri, sotto forma di storiella, ma sempre quello. povertà e violenza, solo questo ci aspetta. vorrei solo scappare in qualche modo, non voglio vivere qui con mia moglie, forse con un bambino che sta cominciando a esistere, dentro di lei. guardo poi i miei cugini di otto, cinque anni, e mi sento morire all'idea del nulla che li sta attendendo. per loro e per me. non pensavo che saremmo finiti così...
vit

Non c'è alternativa ragionevolmente possibile, è appunto la cronaca quotidiana a metterci alle strette: per molti di noi, vivere qui è semplicemente diventato un lusso non concesso. Altro che "non mandare messaggi pericolosi", altro che "Cassandra", come mi ha scritto su Facebook un privilegiato senza misericordia, il quale teneva a farmi sapere che per lui, una tassa in più non è affatto un problema. Quando metto al suo posto cialtroni del genere, non lo faccio solo per me ma per i tanti che mi scrivono e dei quali so, condivido il silenzioso sgomento. E i bugiardi non li sopporto, quelli che dicono "Io non sono in quota a nessuno" non li perdono: perché nessuno - nessuno - in Italia, a proposito di privilegi di pochi pagati da troppi, nessuno può diventare dirigente della pubblica Sanità se non è raccomandato da qualche partito. Il PD, all'80%, come nella Scuola. Ma stia sereno quel nessuno: finirà anche il suo Bengodi del cazzo, oh se finirà.

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