La
faccio corta, ma insomma ho notato una cosa. L'animalismo non è più
di sinistra – oppure, se preferite, la sinistra non è più
animalista. Non che lo sia mai stata davvero: ogni valore perseguito
dalla sinistra è sempre stato puramente strumentale, cioè ipocrita
– laddove la destra ha risolto ogni problema di coscienza
disinteressandosi di ogni valore, e vantandosene. L'orsa Daniza,
questo animale estraneo alle scempiaggini umane e tuttavia imponente
capro espiatorio, viene derisa in ragione degli eccessi mediatici.
Come se fosse colpa sua, coi suoi occhi che guardano dalle foto e non
capiscono il destino che la attende. Ma io non ho mai visto un'orsa
farsi intervistare dopo che le hanno sterminato la famiglia, mentre
qui c'è gente preoccupata soltanto di non ritrovarsi nelle opinioni
di Ferrara, Gasparri e la Brambilla, ci sono opinionisti che si
rifugiano nel solito angolo dei bambini che muoiono, questa volta in
Siria (l'Africa, per il momento, non tira). Sono cose assimilabili,
queste? L'atroce, pesante consapevolezza delle migliaia di bambini
che muoiono ogni giorno dovrebbe, può anestetizzarci per la sorte
segnata di un animale selvatico che abbiamo imparato a conoscere insieme ai suoi piccoli? “Quanto chiasso per un'orsa, era pure
vecchia”, ha scritto una sempreverde dal curriculum esemplare: già
protagonista dell'Isola dei Famosi (da aspirante), autrice di un libro in cui chiedeva
di essere mantenuta, poi un figlio col figlio di un cantante
divertente, poi qualche amorazzo combinato dalle agenzie di media, e
adesso viene contesa, con tutta la sua popputa pochezza, dai giornali
popolari da destra a sinistra. Giornali che scelgono “la linea da
adottare sull'orso” con un rapido giro di Twitter. A me pare
evidente che chi si orienta su un'orsa in base al vento che tira, non
abbia a cuore neanche la sorte dei bambini: dei quali, infatti, non
parla mai, parla di cose molto più fatue: di se stessa,
preferibilmente. C'è anche gente, ho scoperto, che, con quello che
guadagna, lancia il crowfunding per fare un'inchiesta, come a dire:
se volete che faccia sul serio il mio mestiere, allora finanziatemi.
Anche questo, come le poppute. Difatti appartengono alla medesima
scuderia. Poi uno bofonchia, roba da radiazione immediata, ma che ti
vuoi più bofonchiare? Ci fai solo la figura del fegatoso,
dell'invidioso, peggio, del moralista, per la Madonna, e a me invece
sfugge completamente il senso di dannarsi ancora in un mestiere che
non è che non abbia più senso, è che proprio non esiste più. Mi
piacerebbe raccontare certi vizi e desideri coperti di certi bei
soggettini, magari maschietti sempre in prima fila a gonfiare i
palloncini per “il corpo delle donne”. Ma mi rinchiuderebbero in
manicomio. Anzi, gli farei solo pubblicità, l'anima
dell'informazione, e davvero questi campioni dell'etica e della
democrazia non ne hanno bisogno, si raccontano già da soli, oggi un
famoso, canuto direttore, considerato un maestro, si sofferma sulla
sua prima volta con una milf “la cui figa aveva un odore che mi ha
fatto scoprire e amare le donne”. Prosit. Io che mi struggo per gli
occhi di un animale ucciso. Non ho capito niente, sono un corpo
estraneo, anzi rigettato, come l'orsa Daniza e finalmente mi è chiaro perché. A che
scopo insistere ancora?
Sarà senz'altro vero, che a chi non sta a cuore Daniza non interessa neppure dei bambini o dei migranti che annegano. Però ho visto una manifestazione animalista, con giovani che issavano cartelli al grido di assassini, e non ne ho ricavato una buona impressione.
RispondiEliminaPienamente d'accordo. Infatti evito di parlare di quei fanatici esibizionisti, che non hanno niente a che fare con la sorte degli animali. Aggiungo che i vari WWF sono solo business, come tutto nel sociale, non profit e simili.
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