Il Brasile è la peggior
squadra di pippe dai tempi del Calcio fiorentino (1400). Sono dei debosciati, non stanno in piedi. Nondimeno il Brasile deve vincere e vincerà, questo si è capito subito anche
dall'atteggiamento degli arbitri che non si faranno il benché
minimo scrupolo di coprire le proprie corruttele sotto un velo di
decenza. Il teschio giallo della prima partita aveva un'espressione
che diceva, chiaro e tondo: per il bonifico preferisco i dollari agli
yen, e allora? Pazienza, qui non siamo tifosi e non crediamo allo
sport come leale competizione tra rappresentative dei popoli nel
mondo bla bla bla. Quel che ci preme è ben altro.
Mamma mia le Notti
Mondiali. Mai visto niente di più deprimente, è la sagra della
mestizia. Comincia con cinque minuti di atroce cabaret, sembra i
Pacchi. Tardelli che ridacchia, i capelli prodigiosamente più scuri
di quando urlava contro la Germania. Poi di botto si sprofonda in una
mestizia allucinante, sovietica, facce patibolari, baffi franati,
toni lugubri, discorsi tetrissimi. C'è una preoccupante scenografia
murale, e c'è un inquietante “match analist”, mentre la
signorina giornalista è vestita da Mortisia. A Rio l'atmosfera è se
possibile ancor più patibolare. Scenografia con motivi da parati
anni '70, si gioca al risparmio. Da “Casa Azzurri”, Mazzocchi
tradisce una desolante botta di vecchiaia. Passano la linea al povero
Enrico De Paoli (per niente beati Paoli), e ha una faccia che par
dire: la festa appena cominciata, è già finita... Tipo quei
Capodanni malriusciti dove uno spara una lingua di Menelik e gli
altri lo guardano sgomenti. Altri incubi: il prof. Castellacci con
occhiali alla Lina Wertmuller che, a proposito di un giocatore
infortunato, spiega sorridendo tristemente “Noi monitorizziamo
(sic) il ragazzo costantemente”. Da studio, un rassegnato Bruno
Gentili scuote la testa: “De Sciglio ha un passo più eleganto
(sic)...”. Dulcis in fundo, l'angolo delle scommesse e questo è
davvero indecente. L'atmosfera è da tregenda, altro che Notti
Mondiali, questo è un sabba al ralenti, un museo delle cere, una
mummificazione a catena. Tre minuti e t'ammali di saudade, di spleen
e d'ennui tutt'insieme. Il male di vivere si sconta guardando, però
Collovati si sente che manca.
io mi sono addormentato, altro che calcio al ritmo si Samba, due palle colossali e comunque se la Croazia pretendeva di dare una lezione al Brasile organizzatore dei mondiali e vincitore sicuro è stata messa al suo posto dagli scheletrici arbitri nipponici che ci hanno ricordato come sia tutta una pagliaccata e quel che conta sono i soldi, degli sponsor, dei diritti televisivi, delle bustarelle, dei premi, delle escort tettone ecc ecc
RispondiEliminaIntanto nel mondo:
1. l'Iraq: il paese sta per cadere in mano alle milizie qaediste che conquistano una città dopo l'altra e minacciano la capitale, mentre lo stato ridicolo imposto dagli USA si squaglia e l'esercito regolare scappa a gambe levate lasciando i depositi d'armi (americani) in mano agli insorti....e Obama che fa ? dicono che non sa bene se bombardare o defilarsi lasciando un'area strategica piena di petrolio in mano al nemico giurato dopo due guerre del golfo date per vinte e in realtà servite a un cazzo....resiste all'ondata islamista solo il kurdistan iracheno difeso dai valorosi combattenti dei monti, gli stessi che avevano dato del filo da torcere a Saddam e erano stati gasati
2.Siria: paese in fiamme ma di fatto il regime bahatista di Assad spelleggiato dalla Russia resiste agli islamisti: vuoi vedere che Obama dovrà andare da Putin a dirgli "senti non è che ci pensi tu anche in Iraq...io so non più che cazzo fare con tutte queste rivolte e contro rivolte arabe, con queste primavere del cazzo ,,,qui butti giù un regime e il dopo è peggio di prima, non capisco più una mazza e devo andare per il w.e. a Disneyland con la famiglia...altrimenti Michelle m'inchiappetta"
3.Ucraina: Puntin da un lato dice di volere dialogare, ma dall'altro sostiene gli insorti filo russi e manda a dire all'evanescente e ridicola UE "...pagate voi il conto del gas Ucraino ? Noi tagliamo le forniture a questi morti di fame che fanno le rivoluzioni spalleggiati dagli USA...."così fra sei mesi Kiev crolla sotto i colpi del generale inverno, secondo la migliore tradizione militare russa dai tempi dell'invasione di Napoleone, e lo zar Vladimir Primo dopo la Crimea si pappa il resto del paese, che di fatto, per chi non l 'avesse capito, è sempre stato una dependance della Santa Madre Russia fin dai tempi di Ivan il Terribile....anche qui Obama ha capito una beata fava, ma probabilmente sa un cazzo di storia europea....al massimo conosce quella di Topolino...
4.Egitto: il fuoco cova sotto la cenere, il regime militare sostenuto dagli americani ha imposto l'ordine con il pugno di ferro contro i fratelli musulmani dell'ex presidente legittimo, ma è questione di tempo.....qui un'altra rivoluzione scoppia a breve e l'Egitto è un paese di 80 milioni di persone alle porte dell'Europa, se va in subbuglio per gli islamisti sono cazzi acidi
5.a sud di Pantelleria e fino al sud Africa non esistono più un confine e uno stato in grado di controllare il territorio: adesso capite perchè migliaia di disperati si stanno riversando sulle nostre coste senza sosta ? Aridatece Gheddafi.....qualcuno già lo pensa ma non lo dice...intanto Obama non ha capito dove si trovi la Libia...
In questo casino guardiamo il Mundial e tifiamo RUSSIA, l'unica vera superpotenza planetaria rimasta, in grado di fare paura e garantire un minimo d'ordine.....
Davide, Milano
Ma io la Russia non la tifo.
EliminaDei mondiali mi frega un cacchio però vedo che servono ad animare babysnakes , ultimamente un pò anemico e fissato sull "ombelico" dell autore .
RispondiEliminaSe mi fornisci gli estremi, posso fissarmi sul tuo di ombelico. Ammesso tu ce l'abbia.
Eliminaio sogno l'ombelico di una russa, ma va bene anche quello di un'ucraina, di una moldava, di una bielorussa...
RispondiEliminaDavide, Milano
Inglesine (o francesine) periodo Reggenza, niente?
EliminaUna volta ce l'avevo , ora è coperto da ciccia . Sarà grave ?
RispondiEliminaNon per me. Me l'aspettavo, comunque
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