Italia Brasile 3-2, 5
luglio 1982. La mia vita allora si schiudeva, mi avevano appena
regalato un braccialetto in cuoio, la targhetta dorata col mio nome,
per i diciotto anni. Passai la sera a festeggiare con gli amici del
mare, la notte a rivedere tutto, da solo, nella piccola casa che non
sapevo sarebbe diventata presto ultimo rifugio e prigione, per sedici
anni infiniti. La vita si schiudeva, ma era una pianta carnivora
pronta a divorarmi. Sarebbe successo di tutto e avrei conosciuto ogni
male, ogni crudeltà. Ogni squallore. Il mio coraggio vacillava, e
spesso non poteva bastare. Adesso sono qui, sull'orlo di un'altra
estate, i capelli sempre più bianchi e non ho ancora capito tutto
quello che è successo. Scrivo di quelle partite, di quei
diciott'anni, di quella vita che pareva schiudersi, scrivo e torno a
rivedere Italia Brasile, 3-2 e tutte le lacrime sono fiumi che
scorrono per cascate diverse, si mescolano, si confondono. Solo io so
distinguerle. Conosco ogni ragione di quelle lacrime. Nostalgia,
tenerezza e ferite. L'unica cosa che non posso fare, è trattenerle
ancora.
... e in tutte le piattaforme digitali
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