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TRAPPOLE (E VIE D'USCITA)


Tempi duri, tempi elettorali. Di quelli in cui i pessimisti hanno sempre torto, sono disfattisti, sono nichilisti. Sono puntualmente sfidati a proporre qualche critica costruittiva, altrimenti la critica in sé non è ammissibile: e chi l'ha detto? Questo della critica costruttiva è un vecchio trucco da guitti, molto in auge nel mondo ladro del terzo settore, del non profit: consente di non accettare, quindi di sottrarsi, a qualsiasi rilevamento di una falla nel proprio agire e in più la valenza della “costruttività” è data dal ricattatore: chi critica, cioè, finisce, senza accorgersene, a giocare dialetticamente nel terreno altrui; e figuriamoci se il criticato può ammettere una costruttività, a quel punto: tu non proponi, quindi non puoi parlare, io invece faccio (“risposte, esperienze, servizi, progetti”), quindi zitto tu. Niente paura, potete sottrarvi con una semplice contromossa: “Discutiamo di quello che ti imputo, poi, se mai, parliamo delle proposte: ammesso che io sia tenuto a formularne, e a regalarne: tu non ti fai pagare per il fumo che produci? E allora io perché dovrei regalarti le mie idee? In ogni modo, rispondimi sul punto”. Vedrete l'interlocutore agitarsi, scomporsi e, infine, decomporsi. A quel punto non lo mollate, incalzatelo, siate spietati. Se poi volete stravincere, potete aggiungere una snobistica spruzzata di Schumpeter. “La mia distruzione è creatrice”. Tanto lo stupido non saprà niente di sociologia ed economia e non ha la più pallida idea di chi sia Schumpeter. Una variante del ricatto della critica costruttiva è quella del “tu per chi voti” ovvero del dovere di votare. Fate notare che il dovere non esiste, né in senso istituzionale né in senso etico; che, se la democrazia ha un senso, allora vale anche il partito del non voto, peraltro già maggioranza; che è discutibile se sia moralmente meglio votare per assecondare un sistema che cambia solo a parole oppure tirarsene fuori, una volta accertato che il cesto ha solo mele bacate. L'interlocutore, naturalmente, insisterà; potrete allora osservare che si torna al ricatto della critica costruttiva, ovvero non basta “dovere” votare, bisogna anche votare “nel modo giusto” cioè quello, e solo quello, che sta bene a chi si arroga il diritto-dovere di far votare; per esempio, se dichiarerete di voler votare, dico per dire, Berlusconi, vi si scaricheranno addosso accuse di ladro, mafioso, piduista, pedofilo e fomentatore di terremoti. Se poi ad insistere è, vedi caso, un grillino, potrete addirittura accettare le sue ragioni e dichiararvi convinti: voterete per uno che ha ucciso 3 persone, una delle quali non ancora nata, ma è a piede libero, ha fatto la pubblicità di uno yogurt e poi ha fondato una setta basata sul culto di “internet” e della gran madre Gaia, ha spedito 160 lunatici in Parlamento (quando trovano la strada), ma li terrorizza, e costringe a pagare per assistere ai suoi comizi, nei quali urla che bisogna uccidere tutti. Se il grillino si scalda, potrete rispondergli così: “Vaffanculo, merda, stronzo, testa di cazzo, zombie, morto, Morfeo, rimbambito, cadavere, scemo, fallito, sterile, sei finito, verremo a prendervi e vi porteremo via putrefatti sulle carriole, infame, lurido, non mi sfiorare la giacca, sei sporco, puzzi di ladro e di merda, fai vomitare, per te è finita, sei forse frocio?, hai idea di come trattano gli omosessuali in Iran?, vuoi sposarti col tuo animale?, sarai mica una donna!, una del PD!, siete brave solo a fare pompini, o sei forse immigrato e sei venuto qua a rompere i coglioni?, stai attento che ti apro come una scatola di tonno”. A questo punto o il grillino abbozza, visto che il florilegio cita con rigore filologico perle del caro leader e dei suoi adepti; oppure s'incazza e finisce a mazzate, che poi è la fisiologica evoluzione della dialettica grillesca. Comunque vada, sarà un successo: lo avrete convinto che, a volte, conviene non votare.  

Commenti

  1. Le uccisioni delle tre persone, di cui una non nata, di cui è responsabile Grillo si sono verificate a seguito di un incidente stradale. La condanna per Grillo è stata per omicidio colposo, quindi- per definizione- non volontario,contro la sua volontà. Pertanto Grillo è un conducente d'auto incapace, ma non un assassino volontario.

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    1. Ma come siamo azzeccagarbugli. Allora, cavillo per cavillo, diciamo che ogni strage stradale viene rubricata come colposa, anche quelle dei romeni ubriachi. Qui l'aggravante è che il vigliacco si è buttato dall'auto lasciando al loro destino i passeggeri. Altro che contro la volontà. E uno così dà lezioni di etica e di politica? Insomma, li ha ammazzati o no? E allora sparisca, si appenda a un cappio.

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