Quando una domanda ti
disperde
Uno sguardo pesa come il
mondo
Perfino un bambino è una
carogna
E due spalle alzate una
montagna
E una piuma un gancio che
ti scanna
Un sospiro lancia una
sassata
Dritta addosso all'anima
che aspetta
Attillata da troppa
coscienza
Non ti lascia, non puoi
farne senza
La foresta di sogni di
carne
Ogni cosa strappa, è
lacerante
Specchi la tua fronte nel
dolore
Che risale da vapori
assenti
Questo lo sai fare, coi
tuoi occhi
Per vedere dove non c'è
niente
D'apparente eppure tanto
chiama
Col vigore d'un fiore che
sboccia
Tra le suggestioni di
giardini
O un tramonto in faccia
che t'intona
Piogge di canzoni su
ragioni
Che rintracci eppure non
accetti
Mentre il terremoto
invade il vuoto
E aspetti la fine
dell'estate
Su un cuscino di foglie
cadute
Dove la tua mente resta
ferma
Nell'incanto del verde e
del verme
Basta che ti guardi
intorno e trovi
Covi d'emozioni in mezzo
ai rami
Già sacrificati
dall'inverno
Quando tutto sbanda e
dopo è il pianto
Nel cuore a dirotto come
il cielo
Se è sconvolto dal
rumore immenso
D'un filo di luce appena
espanso
Tu sei solo col tuo canto
muto
Che discende su un
destino vuoto
Uomo nudo, fonte che si
pensa
Ponte teso
nell'indifferente
Che gli esplode contro
mentre accade
Cerchi chi sei tra i
cerchi del vento
Protendi le mani ma non
prendi
Se non aria. Sopra la tua
storia
Cala un manto bianco che
riposa
Vita stanca d'indifesa
attesa
da quando ho scoperto che il suddetto e' un idolo delle tardone radical chic , senza eccezione alcuna , ho iniziato a trovarlo indigesto (non che prima non lo trovassi meno che il nulla ).
RispondiEliminaun mio limite .
Vp