Forse Dio è solo una disposizione dell'animo e su quella mi sono
naufragato. Ma sento che più cammino e più mi faccio fragile;
chissà mi disperderò nella polvere delle mie orme, di questa
tenerezza fatta di ferite, dell'esercito di mancanze che mi
perseguitano. Di stanchezza. Svanirò senza avvertirlo... Arrivo in
faccia al mare che affoga nella notte: sento il mistero del tempo. Lo
sgomento. L'assenza di ogni scopo. Questo mare è un muro, un
capolinea, tutti i miei cambiamenti, le mie stagioni si fermano qui,
la risacca della vita mi ha scaricato qui. Quietamente terrorizzato
ne scrivo, ma non guarisco. Mi sento più solo, più inutile, una
scheggia di dolore senza voce. Senza interlocutore. Non più vivo
degli scafi che insabbiati mi guardano. Non più degno. Quanta
stanchezza c'è nella rinuncia, nella consapevolezza della resa.
Quanto vuoto c'è nel vuoto. Il mare nel buio è uno specchio in
attesa, un cuore minaccioso, la pace che non ti raggiunge,
l'emergenza in attesa. L'appuntamento mancato con te stesso, arrivi
quando sei già andato via, torni indietro pensando che l'hai sempre
saputo.
la vita è il nulla che si fa carne e poi ritorna a farsi nulla.....che quella parentesi di carne sia la più lieve possibile è l'unico scopo plausibile e accettabile per l''uomo...essere carne lieve in mezzo al nulla.... ecco quello a cui si tende, ma, se ben ci pensi, anche quella carne è il nulla...perchè dal nulla non può che derivare sempre e comunque il nulla...noi siamo il nulla...il mare invece è la forza primordiale della natura che neppure ci considera.... come il fuoco, come l'aria, come la terra...di fronte al mare, come al cospetto di un vulcano o di una parete rocciosa l'uomo è il nulla...un miserabile ammasso di cellule che rappresentano il nulla
RispondiEliminaDavide, Milano