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CARO ORDINE, STAVOLTA NON PAGO


Questa mia lettera aperta è una denuncia, se si preferisce un'autodenuncia: ho deciso di non partecipare ai corsi per l'aggiornamento professionale imposti dalla legge a tutti gli ordini professionali, incluso quello dei Giornalisti al quale appartengo in qualità di pubblicista. Già è umiliante a 50 anni, 25 dei quali spesi nel mestiere senza mai un problema, dovere andare a lezioncina di deontologia, il che, considerato il livello dell'italica informazione, diventa una faccenda irresistibile: adesso la correttezza si impara per corrispondenza, manco fossi un Fabrizio Corona qualsiasi – che, in quanto tale, non ha mai creato alcun imbarazzo all'Ordine. Ma quello che davvero non posso accettare, è di dover pagare per questo trastullo: suonano offensive le 10 euro a titolo di spese di organizzazione (per cosa? Per lasciare il proprio nome all'ingresso?), ma è col “piccolo contributo individuale” che si scende a una mancanza di dignità che i mendicanti, quelli veri, non conoscono. Ancora si baccaglia (o si finge, più realisticamente) per assicurare uno straccio di equo compenso alle migliaia di sottoprecari, e l'Ordine impone quest'altro costo? Poi manda a tutti il suo giornalino dove si vanta d'aver compiuto fruttuosi investimenti immobiliari. L'Ordine sa, o dovrebbe sapere, che altri Albi, come quello degli Avvocati, istituiscono, naturalmente, analoghi corsi: ma almeno lo fanno gratis, e addirittura, in certi casi, via web. Noi, no, come dicevano Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Spiacente, anzi, non spiacente per niente, ma, per quanto mi riguarda, non aggiungerò l'ennesimo balzello ai 150 che già mi gratificano. Naturalmente, io qui scrivo ad esclusivo titolo personale: sarebbe bello fomentare una rivolta da un rifiuto, ma conosco i miei “colleghi” (ricordare sempre cosa diceva Enzo Tortora dei “colleghi”) e non mi prendo il benché minimo disturbo d'illudermi. Nondimeno, esiste un limite, passato il quale la perdita di dignità è irreversibile. A questo punto, l'utilissimo Ordine può ammonirmi (non servirà); può sanzionarmi (non servirà); può multarmi (non servirà); può radiarmi, e servirà a risparmiare la tassa annuale che gli verso da un quarto di secolo, in cambio di cosa non l'ho ancora capito. Esiste un limite. Io non sono un mantenuto dell'Ordine, io, nel mio piccolo, contribuisco a mantenere un Ordine la cui tracotanza si è fatta intollerabile. Direi che 120 euro l'anno, bastano e avanzano.


Massimo Del Papa, giornalista pubblicista, Ordine dei Giornalisti delle Marche

Commenti

  1. In linea di massima direi di essere per l' abolizione degli ordini professionali. Però non ci ho riflettuto a fondo, il tema è meritevole di essere approfondito

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  2. ti appoggio, gli ordini servono solo per dare privilegi a pochi e vessare tanti, cittadini compresi, quello dei giornalisti poi a che cazzo serve ?

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    1. A investire in immobili. A trovare un posto a parecchi raccomandati. A lanciare carriere politiche. A non vedere e non sentire le migliaia di infamie perpetrate ogni giorno. A tenere uno come Fabrizio Corona nell'Ordine. E a molte, molte altre cose. Per pochi, ma non per tutti.

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