Sono tornato nel posto
dove ho bruciato sedici anni della mia vita, proprio davanti alla
casa di 45 metriquadri dove ho imparato a dormire sul divano,
abitudine che non ho più perduto. Un posto brutale, c'era solo
disperazione e qui ho visto quanto profondo può diventare l'abisso
per uomini ridotti come mai avrei immaginato. Brenda, il trans che
coccolava Marrazzo e poi è finita ammazzata, era mia vicina di casa.
Gente che se metteva gli occhi addosso a un ragazzino, quello era
finito: in sei mesi gli venivano i buchi in faccia e l'Aids. Ho visto
tanti modi di morire e qualcuno l'ho sfiorato. Ho conosciuto un sacco
di carogne e tanta manovalanza criminale, piccoli boss però capaci
di uccidere, mi mettevano la pistola in faccia e dietro c'erano due
occhi da cocaina. Non una bella posizione per un tremante cronista di
primo pelo. Noi veniamo da un trauma. Mio padre, che aveva
un'aziendina di componenti elettronici, subì una rapina da gente
brutta, davvero pericolosa, e non si riprese mai più. Perse la testa
e in un attimo non c'era più Milano né niente, solo il bilocale del
mare da 45 metriquadri. Ha dovuto riciclarsi come rappresentante di
scarpe in Estremo Oriente, andava fin là a spese sue con 18
campionari che teneva in camera, respirava le colle, i mastici e
questa vita in pochi anni l'ha ucciso. Io mi sono laureato alla
svelta e poi ho cominciato subito col giornalismo. Per 12 anni sono
stato col Resto del Carlino. Seguivo tutto, in particolare cronaca
nera e giudiziaria. Sei, sette articoli al giorno e non ho fatto un
giorno di ferie in 12 anni. Ero bravo, alla fine mi hanno chiamato a
Bologna per dirmi che mi assumevano. Si è messo di mezzo un capetto
locale ed hanno preso la sua amante. Me ne sono andato. Nel frattempo
avevo già agganciato il Mucchio e questa è storia nota, non ho
voglia di tornarci ancora. Ho finito per andarmene anche da lì, che
altro potevo fare? Dopo 14 anni non c'è rimasto niente, solo una
gran rabbia. Mai avuto un contratto. Ho fatto di tutto in questo
mestiere, ma Fermo non è esattamente Milano o Roma ed è impossibile
uscirne se non hai i mezzi. Non ho mai avuto i mezzi, neanche per
illudermi. In più non sono mai stato bravo a cercarmi amici e a
supplicare i padreterni di questo ambiente. Me ne hanno scaricato
addosso di scolo, forse mi hanno anche fatto perdere qualche lavoro.
Ma non me ne frega niente. Del resto non mi frega un cazzo neanche se casco a pezzi. Vi dicevo di mio padre. È stato malato
per 20 anni, gli capitava di tutto e ha subito una dozzina di
operazioni e alla fine è morto. Io conosco molti ospedali in tutta
Italia. In mezzo, altri lutti, disperazione, pazzia ma anche un
rapporto coi lettori che chiunque altro si sogna, anche se non è mai
stato facile: lo so solo io, quante storie, quante rughe e quante
lacrime mi sono state affidate, anche da chi non mi conosceva. Vi ho
raggiunto in carcere, in un reparto psichiatrico, sul davanzale di
una finestra, nella solitudine nera. Di queste faccende non ho quasi
mai scritto, ma non ce n'è una che non porti con me.. Le facce, le
urla, tutto. Gli addii. Tutto conficcato dentro. E non c'è niente di
grandioso, è solo la vita che è andata così. Morto mio padre, ha
cominciato mia madre. Solo negli ultimi sei mesi si è ferita tre
volte, e ha avuto tutti e quattro gli arti spezzati. Stessa trafila
con gli ospedali. Anche adesso è in ospedale, ci andiamo due volte
al giorno e l'assistiamo più o meno come quando facevamo servizio
civile in comunità. Ma è per nostra madre, adesso. Anche se non ci
vado d'accordo. Nemmeno con mio padre andavo d'accordo, in famiglia
ci siamo sempre scannati e siamo rimasti sempre ostaggi ciascuno
degli altri. Non potendo mia madre permettersi una badante, io e mio
fratello ci siamo arrangiati come potevamo. Ma adesso non si può
più. Curiosamente, ci siamo entrambi ammalati quest'inverno di
malattie esantematiche. Io, il fuoco di sant'Antonio ce l'ho ancora
da novembre. Ti viene quando il fisico non ne ha più. Ci sono giorni
che neanche riesco ad alzarmi, posso solamente scrivere sdraiato sul
divano. È tutto, non c'è altro. Forse tra un anno la racconto
meglio in un libro.
EHI, quella era una mia foto! ;-) eravamo a Caldarola... mi sembra passata una vita da quei giorni. se hai tempo guarda il mio ultimo post: è meno cupo del tuo, ma gli somiglia. coraggio, ce la faremo (spero)
RispondiEliminapermettimi Massimo : non esistono luoghi puri , come non dovrebbe esistere azzerare il proprio talento sulla base di esperienze sconfortanti.
RispondiEliminaio ho la tua eta' e 3 anni fa' mi sono reinventato (semplifico: partendo dal fatto che : il soldo nella nostra societa' e' il piu' importante metro di misura, e i puristi , se ne facciano una ragione) ed ora sono sereno e sono abissalmente meno talentuoso di te.
coraggio.
Vp
Cambia aria!Rimettiti in gioco, osa x il coraggio perduto!Potresti fare le domande d'insegnamento nella scuola, nelle graduatorie di terza fascia potrebbero chiamarti anche senza l'abilitazione.potresti fare anche domanda di supplenza temporanea direttamente ai dirigenti scolastici. Scegliere le scuole in Lombardia, visto che ritorneresti in questo modo a Milano e visto che riesci anche ad entrare in sintonia con i ragazzi.Non trascurare la salute sicuramente herpes Zoster sarà stato causato anche dallo stress psicologico.Lo devi a te stesso!Una carezza alla tua mamma e buona fortuna.complimenti alla fotografa!
RispondiEliminaVi ringrazio, ma non ho più voglia. In 25 anni non ho fatto altro che rimettermi in gioco. Quanto all'insegnamento, credetemi, non ho soldi per corrompere nessuno, e so di cosa parlo. Anche lì, sono stanco. Anni fa facemmo, io e mia moglie, il "concorsone per la scuola". Bocciati. Andammo a visionare gli elaborati, e ce li negarono. Così ci impuntammo. Saltarono fuori, ed erano intonsi. Non corretti. Mi disse sul posto un membro della commissione: "Se lei tace, posso farle avere un posto da aggiunto all'Università, altrimenti è la sua parola contro la nostra e lei si fa male". Era un docente di Legge a Macerata, uomo cattolicissimo.
RispondiEliminap.s. ovviamente girai i tacchi e me ne andai, come ho sempre fatto.
EliminaNon funziona così, si entra x titoli e tu il punteggio lo hai. Le graduatorie durano tre anni e puoi scegliere se non sbaglio 10 scuole.Provaci,in fondo non hai niente da perdere!Se non lo fai ti bocci da solo.
RispondiEliminaUfficialmente sì, ma mi sono informato e mi hanno detto: "Guarda, ragazzo, che..."
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