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LA FESTA APPENA COMINCIATA...

La marcia su Roma non in treno ma in berlina

L'altra sera, alla vigilia delle consultazioni, avevo scritto un breve raccontino che poi ho deciso di non pubblicare perché temevo d'essermi fatto prendere la mano: Grillo che insulta Napolitano, gli rutta in faccia e poi scappa via dai giornalisti mandandoli affanculo eccetera. Mi sono pentito d'essermi pentito: è andata perfino peggio, la realtà ci supera. Grillo è arrivato in Suv, doppiopetto sartoriale e smartphone incollato all'orecchio, si vede che stava parlando con Casaleggio della decrescita felice, è entrato, non si è capito a quale titolo, ha fatto alle guardie del Quirinale il segno dei soldi, è salito, ha detto a Napolitano che si poteva scordare qualsiasi nome e che lui voleva tutto, governo, Rai, Servizi Segreti, è uscito dal retro, ha detto che i giornalisti sono delle merde, è sgommato via mandandoli a fanculo mentre infrangeva mezzo  codice stradale delegando alla parole i suoi due capigruppo, uno dei quali, poco dopo, ha solennemente dichiarato che Morfeo Napolitano si stava addormentando ma Beppe, grande Beppe l'aveva tenuto sveglio, ne è nato un casino diplomatico, questo mantenuto (da noi) di nome Crimi che ha già inanellato una serie di figuracce da democrazia fognaria, più che dal basso, è stato indotto a scusarsi e l'ha fatto alla maniera dei 5 Stelle, incolpando i giornalisti, che gli "stanno sul cazzo" e avevano riportato le sue parole “per farmi fare brutta figura”, nel frattempo una delegazione di parlamentari grillini sbagliava l'uscita da una sala istituzionale e i valletti dovevano prenderli per mano e condurli fuori con paterna esasperazione. Questa è la gente che abbiamo mandato “a far pulizia”, siccome “quelli di prima rubavano”. Questi invece peggio, rubano sulla buona fede e rubano nel senso che si son fatti votare per andare alle scuole serali, anche di educazione, che però gli paghiamo noi. Altro che gente un po' inesperta, come dice qualche alfiere del pensiero debole al Fatto quotidiano, dove peraltro sono cominciate le grandi manovre per smarcarsi. Peccato: i carrieristi troveranno senza dubbio altri mentori, ma un partito così adatto a loro come i grillini, difficilmente lo troveranno più.

Non basta. Circola in rete una epocale intervista di un curioso sedicente virologo, immunologo, dalle tesi allarmanti: vuole abolire le vaccinazioni obbligatorie, inutili ma altresì dannose perché nessuno si ammala davvero e in caso ci si cura bevendo il proprio piscio, mentre col vaccino si inibisce una crescita sana nei bambini e si allevano generazioni di finocchi, il che è una sciagura per l'umanità. Non lo dice qualche delirante cardinale lefevriano che sogna il ritorno della Messa in latino e una nuova era del cristianesimo magico-medievale, lo dice questo Vanoli, candidato ministro per la Salute da Beppe, grande Beppe secondo il quale l'Aids è tutta una invenzione delle multinazionali del farmaco. E se credete che io stia inventando anche solo una virgola, siete pregati di verificare qui. Del resto, gli esperti di Beppe sono come Beppe: che dire del sedicente economista grillino professor Becchi, quello della “prorogatio”, che pare un personaggio di Giorgio Bracardi?

Questa è la gente che hanno incaricato del cambiamento, della pulizia, del senso di responsabilità; e si consideri che la festa non è neanche cominciata. Lo so, mi ripeto, e mi deprimo perché se c'è bisogno di ripetere una cosa ovvia come la perniciosità di questa setta di disgraziati, vuol dire che è perfettamente inutile. Del resto, se c'è una cosa che non si può rimproverare a questa accozzaglia di malati di mente in libertà, è di avere mentito: chi li ha votati sapeva benissimo cosa votava, incoraggiato dagli schiena dritta, benché a 90°, del Fatto Quotidiano che adesso quasi ostentano disprezzo. Invece i primi da prendere a pedate nel culo sarebbero proprio loro, presunte verginelle che oggi s'arrampicano sui vetri insaponati con le ditine unte di olio e reagiscono come zie isteriche a quegli insulti via internet che fino a ieri, eruttando dagli ultrà dell'amico Beppe a loro favore e contro il resto del mondo, profumavano di democrazia, di sano dissenso, di passione civile, di democrazia e legalità. Fosse mai che a questi del Fatto li hanno vaccinati da piccoli.

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