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IL CANTO DELLA PIOGGIA


Scroscia, adesso scroscia proprio
E non è male, credi. Anzi mi piace
Restarmene qua sotto con la faccia
Picchiettata di gocce di pioggia
Scioglie tutto, ogni malumore
Le doglie ubriache di dolore
Cancella, fino all'ultima traccia
E non fa niente se ti bagni, niente
E' un ricamo, nulla che un arpeggio
Ineffabile di pioggia nel vento
Lo senti schiaffeggiarti ed assapori
Quello che non fa male, che t'innaffia
Lascia che venga giù finché ne ha voglia
Pioggia, è il cielo quando piange
Le sue lacrime alle tue confonde
Voce allo sgomento più profondo
Cade piano, monta, poi rallenta
S'assottiglia e quasi non la senti
Se resti sotto, immoto, come roccia
Non voglio più nessuno, adesso
Pioggia
Di città nera, gelida la sera
A primavera, sopra il mare pura
Scalpicciata con la testa nuda
Punto da mille aghi andando in Vespa
Sempre quella, non ti puoi salvare
Non la fermi, non l'afferri e straccia
Tormento d'incanto questa pioggia
Tanta ne ho ricevuta da affogare
Diventare pozzanghera io stesso
Nell'universo spento, risonante
D'immensità spietata, desolata
Nel pianeta che l'uomo ha appesantito
Dei suoi sforzi gravi di illusione
Che la pioggia innocua sul terrazzo
Spazzerà un bel giorno, l'alluvione
Giustiziera di oscene catarsi
Ma non capisci cosa siamo, gocce
Di commozione, nudi come frecce
Che non hanno bersaglio, che uno sbaglio
Nel vento disperde a disperarsi
Finché la pioggia toglie ogni spiraglio
Ferma la corsa con un'onda orrenda

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